RICORDI

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La mattina dopo c'era molto freddo, mi alzai dal letto, andai a svegliare la bambina e la presi in braccio e subito pensai che dovevo darle un nome...
Quando la presi in braccio mi venne subito in mente un nome perfetto per lei: Stephanie.

Mi diressi verso la cucina e presi solamente un po di latte per Steph perché io non avevo fame.
Mi affacciai alla finestra e vidi una carrozza di legno venire verso casa mia.
Appena si fermò vidi scendere un uomo alto dai capelli neri con gli occhi castani e un pò di barbetta: il mio fidanzato!
~avevo solo 14 anni quando lo avevo incontrato, inizialmente i miei non volevano che mi trovassi con dei ragazzi o che mi fidanzassi, ma lui mi piaceva davvero tanto, quando circa due mesi dopo ero riuscita a convincerli che era un bravo ragazzo. Quattro anni dopo, all'etá di 18, lui pensò che potevamo sposarci ma io gli dissi che secondo me era troppo presto e che ci saremmo sposati 2 o 3 anni dopo a circa 21 anni.~ Ora ne ho 20.

Appena lo vidi corsi fuori con la bambina in braccio e appena mi vide mi chiese con uno sguardo speranzoso: "hai ritrovato nostra figliaa?"
io sentendomi un po in colpa di rispondere così dissi: "no Luke, l'ho trovata nel bosco e l'ho portata a casa... si chiama Steph, Stephanie".
Vidi il suo sorriso svanire ma sapevo che non avrebbe mai fatto del male a Steph e che comunque la avrebbe amata come una figlia.
Lei ci avrebbe considerati come i suoi genitori e dovevamo dimostrarle tutto l'amore che probabilmente non aveva mai avuto.
Entrammo in casa e Luke appoggiò il suo cappotto di lana color marroncino chiaro sull'appendiabiti, si tolse le scarpe, aprì il frigo e essendo molto affamato vide cosa poteva prendere da mangiare, trovò della pasta avanzata, la scaldò al microonde e mentre aspettava che si scaldasse mi chiese: "Vorrei tornare in Italia".
Io spalancando gli occhi gli dissi: "Ma adesso abbiamo Steph, ha solo tre mesi, non possiamo portarla in aereo, piangerebbe per tutto il viaggio...".
Lui mi guardò e mi disse ancora: "l'Italia è un posto migliore per crescere una bambina, ma se vuoi ci possiamo andare tra qualche mese...".
Io convinta gli dissi: "hai ragione... va bene!".
Il microonde suonò e si mise a mangiare il suo piatto di pasta mentre io cullavo Steph.

LA RAGAZZA DAI CAPELLI BIONDIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora