Darkness {Pilot}

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N/A: io non possiedo nessuno dei personaggi di Vis a Vis. Sono solo proprietaria di alcune mie oc. Detto questo spero che vi piaccia la mia storia ;)

Era buio.

Non riuscivo a vedere niente.

Tutto quello che mi circondava era un oscurità tremendamente fitta, potevo semplicemente sentire le lacrime che stavano iniziando a scendere lungo le mie guance.

Portai le mani ai miei occhi e li stropicciai un paio di volte nella speranza di riuscire a scacciare via tutta quella oscurità. "Dove sono?"domandai, in cerca di una risposta.

Non udii niente.

Era freddo.

Provai ad allungare una mano per sentire cosa c'era di fronte a me. Non appena lo feci, pure la mia mano sinistra fu costretta ad alzarsi, "Cosa?" le abbassai entrambe, per poi provare ad allontanare l'una dall'altra.

Un rumore metallico provenne dalle mie mani, la sensazione di freddo metallo che circondava i miei polsi strettamente, e che mi impediva di separarli ... Erano come, come manette?

"Ma che sta succedendo?" dissi con un sospiro.

Ed anche quella volta non ebbi nessuna risposta... Era tutto così silenzioso che potevo sentire il battito del mio cuore che accellerava, accellerava per la mia paura che aumentava.

Mi girai intorno, alla ricera di un po' di luce, ma niente, era tutto talmente nero che anche vedere la punta del mio naso era impossibile.

Rialzai le mani, e azzardai a muovermi molto lentamente verso una direzione, passo dopo passo, un piede di fronte all'altro arrivai alla fine del mio percorso. Non era una parete normale quella in cui mi imbattei, ma qualcosa di disconnesso, la toccai con le mani. Entrai in contatto con una superficie estremamente fredda, un brivido scese per mia schiena.

Non avevo dubbi, quelle che stavo toccando erano sbarre. Ma perché sbarre? A cosa servivano? 'Forse se rimango vicina ad esse mi condurranno da qualche parte' . Ma ne dubitai... Tutto il mio essere mi diceva di rimanere dove ero, che li ero salva. Ma salva da che cosa?

Ignorai le mie sensazioni, ed iniziai a camminare sempre alla ceca, facendo attenzione a sfiorare quelle sbarre fredde come il ghiaccio con le punte delle dita.

La mia testa era in uno stato confusionale per colpa di tutte le domande che si stavano creando. Sentivo il battito del mio cuore aumentare ad ogni passo.

Avevo paura che prima o dopo mi sarebbe scoppiato nel petto... E la paura che quelle sbarre non mi avrebbero portato da nessuna parte si era aggiunta a tutte le mie altre preoccupazioni.

Di solito io non ero spaventata del buio, ma in quel momento ne ero terrorizzata. Era come se percerpissi che in quello spazio io non fossi sola... Ma che ci fosse qualcosa da cui stare alla larga fosse lì con me.

Continuai a camminare forse per altri dieci minuti... Quelle sbarre sembravano non finire mai.

Improvvisamente sentii un rumore, un rumore molto soffocato provenire da lontano.

Dopo di che un singhiozzo, susseguito da un altro ancora. Chiunque fosse stava... stava piangendo?

'Aspetta, c'è un'altra persona?!' fu la prima cosa che il mio cervello processò. Li con me c'era qualcun'altro nella mia stessa situazione. Iniziai a camminare nuovamente, o meglio dire...inziai quasi a correre.

Il rumore del pianto che aumentava e che diventava sempre più violento ad ogni passo che facevo. Chiunque fosse dovevo aiutarlo.

Ero certa di stare andando nella direzione giusta, ne ero sicura...

Soprattutto ne ero sicura quando in lontananza, una luce illuminava un punto per terra. Iniziai a correre pienamente, volevo arrivare lì il prima possibile.

Una figura si stava formando in quella luce, e quando ero vicina abbastanza ritornai ad un passo lento. La figura era accovacciata su se stessa, era di spalle, capelli neri.

"Hey..." provai a parlare, non ottenni nessuna risposta, anzi il pianto si intesnsificò.

Mi avvicinai ancora "Tutto bene?"

"Che è successo?" niente.

"Sai dove siamo?" allungai le mie mani, ed una delle due la avvicinai alla spalla destra della ragazza.

Ancora prima di toccarla il pianto si tramuto in una risata isterica, io ritirai immediatamente le mani, e lei si alzò lentamente.

Feci dei passi indietro.

Quando si girò, lo fece di scatto. Al posto di un volto umano c'era una testa di scorpione.

Mi bloccai, occhi sgranati e riempiti di disgusto e orrore. Il mio cuore stava battendo all'impazzata dalla paura, il mio respiro era bloccato.

Da dietro la ragazza intravidi qualcosa muoversi, e che andava sempre più in alto, fino a che anche essa era illuminata.

Una coda da scorpione era puntata contro di me. La paura mi aveva completamente immobilizzata.

"Ratto" La ragazza sussurrò, per poi scagliare il pungiglione vero di me.

Chiusi gli occhi e urlai, non pronta a ricevere il dolore che mi avrebbe causato quella coda.

Ma il dolore non arrivò mai. Riaprii gli occhi.

Ero nella mia camera.

N/A mi scuso per eventuali errori .

Watermelon Candy «Girl X Girl» Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora