CAPITOLO 4: PROVE

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Trascorsi una buona mezz'ora a fissare i manichini. Non sapevo proprio da dove cominciare.
È successo per caso, non avevo la minima idea di come potessi replicarli. Tesi più volte le braccia in avanti, sperando funzionasse come l'ultima volta, ma niente. Il manichino non si mosse di un millimetro. Stavo cominciando ad agitarmi. Chiaramente mi mancava qualcosa, ma cosa? Ho mosso male il braccio? Devo roteare il polso? Cosa? In preda alla rabbia, sferrai un pugno al manichino, e questo... Volò dritto verso il muro, sfondandolo e provocando un gran frastuono. Alcuni membri dei kinkou accorsero, sorpresi dalla scena che gli si profilava di fronte. Tra loro spiccava una ragazza, era vestita di verde con dei pantaloni neri. Una maschera gli pendeva dal collo, Aveva i capelli legati in una coda che tendeva verso destra e al busto teneva legata una sorta di borsa con dentro delle sfere.
In seguito, arrivò Shen, con aria molto tranquilla, e mi guardò dritto negli occhi.

"che è successo qui?"

Ero terrorizzato, Sarà sicuramente arrabbiato con me.

"Io... Ecco... Ho dato un pugno al manichino ed è successo... Ciò che vedi"

"capisco."

Shen guardo verso il muro un paio di secondi, prima di avvicinarvisi.
Una volta lì, Shen pronunciò delle parole incomprensibili, per poi tendere il braccio verso il muro, che magicamente si ricompose come se nulla fosse accaduto.

"Come ha fatto?"

mi chiesi tra me e me, mentre lo guardavo stupefatto.
Nel mentre, Shen si girò verso di me, guardandomi dritto negli occhi. Il suo sguardo non lasciava trasparire nessuna emozione.

"è un buon inizio, ma cerca di fare più attenzione."

Non era la reazione che mi aspettavo. Mi aspettavo un rimprovero più severo.
Shen mi rivolse un ultimo sguardo, prima di andarsene.
La ragazza vestita di verde si avvicinò verso di me e mi sussurrò delle parole, prima di andarsene anche lei:
"non sprecare la rabbia, canalizzala".
Ed eccomi di nuovo a fissare i manichini, stavolta più intensamente di prima, con la volontà di capire cosa stessi sbagliando.
Stavolta decisi di tentare qualcosa di diverso.
Seguendo il consiglio della ragazza, mi concentrai, tesi il braccio in avanti e lo alzai di qualche centimetro, tenendo lo sguardo fisso sul manichino. Questo si alzò da terra di pochi millimetri, per poi tornare a terra. È già un inizio, ma non mi basta. Continuai a provare, si alzava di pochi centimetri, per poi tornare a terra. Trascorsi giorni ad allenarmi. Occasionalmente, passava Kennen a portarmi del cibo. Diceva che fossi cosi concentrato sugli allenamenti da dimenticarmi anche di mangiare, e un po' aveva ragione. Sto dedicato tutto me stesso a questi allenamenti, voglio imparare a controllare il mio potere.
Il giorno seguente, non entrò Kennen a portarmi il cibo, come al solito, ma la ragazza vestita di verde. Prima di andarsene, mi rivolse una domanda.

"sono giorni che sei qui dentro ad allenarti, stai dormendo appena. Dimmi, perché ti alleni cosi tanto?"

"voglio sviluppare il mio potere così da poter vendicare la morte di mio padre, ma non riesco!"

"questo perché ti lasci sopraffare dalla rabbia. La rabbia è come i cavalli; se lasci che prendano il sopravvento, ti condurranno dove vogliono, ma se li domi, saranno sotto il tuo controllo e andranno dove vuoi. Come ti ho già detto, non lasciare che la rabbia ti porti allo sbando, domala, canalizzala, e vedrai che ce la farai."

Un istante prima che se ne andasse, le feci l'unica domanda che mi ero dimenticato di porle.

" hey aspetta, grazie infinite per il consiglio, ma come ti chiami? "

"il mio nome è Akali"

Disse prima di andare via.

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