Capriccio.

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Un giorno, una bambina mi fece una domanda strana.

Beh, a dire il vero, era strano il solo fatto che, in una situazione come quella, lei mi ponesse una domanda.

-Perché lo fai? - mi chiese.

I suoi occhi traboccavano di lacrime.

-Che cosa?

-Perché uccidi?

Risi. Risi semplicemente perché la situazione era di una comicità straordinaria.

Appena mi ricomposi, decisi di rispondere alla sua domanda con un'altra domanda:

-E tu perché esisti?

Lei mi fissò a bocca aperta.

La sua mandibola minacciava di cadere, mio dio, quanto faceva ridere.

-I miei genitori mi hanno messa al mondo... Volevano una figlia, una figlia da amare... - farfuglia, in preda alla confusione più totale.

-Una figlia da amare, eh? Parli come se ti riferissi ad una zitella che vuole un gatto da coccolare.

Non riuscivo proprio a trattenermi dal ridere.

-Insomma, mi vuoi dire che volevano un animaletto gratis che non lasciasse peli ed escrementi in giro per la casa, vero? È stato per puro capriccio, insomma.

Lei, che ha il terrore di contraddirmi ma non di farmi domande stupide, annuisce.

-Bene, io uccido per lo stesso motivo. I genitori mettono al mondo i miei animaletti che non lasciano alcun pelo o escremento in giro, con la sola differenza che io preferisco ucciderli piuttosto che coccolarli. Così, per puro capriccio.

Things and Thoughts.  My horror stories.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora