"Taylor sei sicura?"
Natasha mi guarda, cerca conferme da parte mia sulla mia decisione.
No, non cambio idea.
Scendo dall'auto e mi dirigo sotto la porta di casa tua senza voltarmi indietro.
Ti ho chiesto quali fossero i tuoi programmi oggi.
Mi hai detto che saresti stata a casa, con tua figlia e tuo marito.
Non ho detto niente, mi sono limitata ad un semplice 'va bene' a cui tu non hai risposto come al solito.
Non sai mai cosa rispondermi a questo tipo di messaggi, pensi sempre che abbia qualcosa. E generalmente è così. Generalmente mi arrabbio ma mi trattengo.
Ma non oggi.
Oggi non ho motivo perché niente mi disturba.
Oggi voglio fartelo credere anche se non è così.
Busso alla tua porta.
Mi apri.
Mi guardi e resti in silenzio.
Sei scombussolata, non capisci.
Ti sorrido.
Guardi Natasha, poi Uzo, poi Yael.
Poi guardi di nuovo me.
"Dov'è la principessa Ella?"
Ti mostro il pacco che ho tra le mani.
Dici che è nel salotto insieme a Ben.
Sorrido di più e mi faccio largo in casa tua.
Mi guardi.
Continui a non capire.A cosa pensi?
Forse non c'è niente da pensare, niente da capire.
Sono qui, con un regalo di compleanno per tua figlia in mano.
Sono qui nonostante la presenza di suo padre in casa.Ti sorprende?
Sorprende anche me.
Sorprende anche me quanto l'amore nei confronti di quella bambina sia più forte del senso di fastidio e della gelosia che spesso provo.
Probabilmente sei arrabbiata e vorresti uccidermi perché sto correndo il rischio di compromettere tutto, ma non importa.
Oggi non è per noi.
Oggi è per Ella, è per tua figlia.
Oggi è per quella bimba che non mi aspettavo arrivasse prima del dovuto, quella che ho accettato e amato da prima ancora che venisse al mondo.
Continui a guardarmi, non realizzi ancora.
Allora ti lascio un bacio, sulla guancia, prima di seguire immediatamente le altre e lasciarti sola con i tuoi pensieri.
"Tiaaaa"
"Scimmietta. Buon compleanno"
Le sue braccine attorno al mio collo mi stringono forte.
Le lascio un bacio su una guancia, poi sull'altra, poi tanti e piccoli baci nel collo fino a farle il solletico.
Ride.
Ride sotto lo sguardo sorpreso e a tratti fulminante di tuo marito.
Ride sotto lo sguardo delle ragazze che sorridono intenerite.
Rido anche io nel sentirla.
Sorridi anche tu nel vederla così felice mentre sei appoggiata con una spalla alla porta della stanza.
La faccio sedere sul divano mentre tenta di riprendere fiato.
Saluto Ben con un cenno di mano e torno a prestare attenzione alla piccola che mi tira la mano.
Le do una mano ad aprire il pacco contenente un nuovo gioco che attira immediatamente la sua attenzione.
Viene da te per mostrartelo, le sorridi prendendola in braccio.
Le dici di ringraziarci.
Lei ripete a modo suo.
Ed io sorrido.
"Ella, ti va di giocarci insieme?"
Le propone Natasha che si avvicina a te per prenderla in braccio.
La porta con sé al centro della stanza, la poggia sul tappetino che hai messo solo per lei e inizia a giocare con tutte noi.
La guardo sotto lo sguardo ardente di Ben che, se potesse, mi farebbe sparire in un attimo.
Poi guarda te.
Ti sei persa a guardare tua figlia circondata da tanto amore.
Mi viene in mente quante volte hai detto che non ti aspettavi che fosse tanto amata. Che tu fossi amata in questo modo.
Mi vengono in mente le volte che ti ho risposto che se amiamo tua figlia, è anche perché amiamo te.
Gli occhi ti si fanno lucidi.
Vai via dalla camera.
Natasha chiede a Ben di mostrarle le rose che hai detto di avere in giardino.
Acconsente uscendo insieme a lei che mi guarda facendomi segno di venire da te.
Ed è quel che faccio.
Mi alzo e ti seguo.
Ti chiamo.
Non ti volti.
Continui a darmi le spalle.
Allora mi avvicino, ti tocco una mano sulla spalla e vedo una lacrima sulla tua guancia.
Te l'asciugo.
Lo sai già, lo hai capito.
Non so come, non so perché.
Sarà perché non ho risposto alle tue chiamate o ai tuoi messaggi, perché ho preso un po' le distanze.
Non lo so.
Non lo so, ma so che lo sai già.
Lascio la mia mano calda a contatto con la tua pelle bianca.
Chiudi gli occhi, ti calmi.
Poi mi abbracci.
Mi sussurri un 'grazie' all'orecchio.
Ti stringo.
Ti stringo perché non voglio rispondere. È quella la mia risposta.
Ti stringo perché non ho bisogno di chiederti il perché di quel gesto, tantomeno di quella parola che racchiude tanto in poche lettere, che dice tutto benché non dica nulla paradossalmente. Lo conosco già.
Ti accarezzo i capelli mentre restiamo ancora un po' così: strette l'una all'altra, a respirarsi, a godersi.
Semplicemente a viversi.
Viversi appieno. Viversi davvero. Un'ultima volta.
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Arriverà la fine, ma non sarà la fine ~Laylor
Historia CortaNella vita serve coraggio, tanto. Coraggio per prendere decisioni. Coraggio per lasciar andare la persona che ami. Coraggio per affrontare una vita che non ti appartiene. Coraggio per rinunciare. Ma, soprattutto, serve coraggio per non lasciare anda...