"Vedete, io l'amavo.
Era amore
A prima vista,
A ultima vista,
A eterna vista"-Vladimir Nabokov
●Light - Sleeping at LeastUn leggero brusio si propagò velocemente in tutta la stanza. Persone così diverse, ma accomunate dalla stessa passione, si incontravano o si ritrovavano con un sorriso sornione sul volto. Donne in abiti semplici ma raffinati, ognuna contrassegnata da una loro eleganza. Uomini in camicia e giacca che con i loro lunghi cappotti si avvicinano ad ogni quadro e rimanevano lì, di fronte quei colori che si cercavano e si univano insieme in un intreccio di sfumature e li giudicavano silenziosamente. Gli occhi concentrati per individuare il significato nascosto delle scelte dell'artista. Due ragazze che insieme bisbigliavano supposizioni sul perché quel cielo fosse così scuro, in contrasto con un prato troppo chiaro per essere reale. Un ragazzino che si mordeva il labbro, guardando con occhi lucidi un tramonto troppo arancione. Una coppia con le mani intrecciate che si perdeva in un mare profondo. Una donna che si portava dietro l’orecchio una ciocca di capelli scuri mentre osservava una grande tela, che occupava quasi mezza parete, dove due grandi occhi lasciavano intuire tanto, forse anche troppo, di quella che è la fragilità umana: Giulia.
<<Credo sia il mio pezzo preferito>> disse con tranquillità la donna. Un pizzico di riverenza nel mezzo sorriso che riservò a quelle iridi così reali.
<<Anche il mio>> sorrise Harry. La sua prima galleria d’arte stava andando alla grande, tutti erano interessati ai suoi quadri e a giudicare dalle espressioni di chi dedicava tempo per ammirare la sua arte, la sua attenzione quasi maniacale per i dettagli era apprezzata.
<<Trasmettono molto a chi li guarda sai? Mi ricordano molto una persona cara, sono cosi simili ai suoi che mi perdo nei ricordi>> rivelò la donna.
<<Suppongo fosse questo il mio scopo>> un riccio gli cadde davanti agli occhi e con un veloce gesto lo riportò dietro l’orecchio. Aveva tagliato i capelli qualche giorno prima, ma erano divenuti più indomabili di prima.
<<Harry>> gli occhi castani della ragazza cercarono i suoi. Il tono era malinconico, quasi ammonitorio. Poi il suo sguardo si addolcì di poco. Il suo vestito dorato che scendeva con sensualità lungo le sue curve femminili. I suoi lunghi capelli castani raccolti in un’acconciatura morbida, con alcune ciocche che gli carezzavano i laterali del volto. <<non mi do pace sul perché tu non me l'abbia mai chiesto.>> sussurrò guardandolo dritto nelle sue iridi verdi. La sua mascella delicata adesso era serrata e uno sguardo quasi addolorato aveva preso il sopravvento sul suo viso. Harry deglutì a vuoto. Non sapeva cosa dire, era spiazzato.
<<Cosa intendi dire?>> domandò titubante, con le sopracciglia corrugate.
<<Lo sai>> e nella sua risposta vi era tanta serietà. Distolse lo sguardo, volgendo di nuovo la sua attenzione al dipinto. Harry avrebbe voluto chiarire quel discorso che sembrava essere stato apparentemente chiuso, ma una mano gli circondò il braccio e dovette anche lui prestare attenzione su altro. Niall infatti lo stava tirando verso un angolo più appartato. Si fermò davanti ad un quadro che in quel momento nessuno stava ammirando.
<<Che cosa succede?>> chiese Harry confuso. Il biondo inaspettatamente gli sorrise e gli strinse le braccia con forza
<<Succede che sta andando tutto alla grande Haz! Ho parlato con alcune persone e vorrebbero tanto conoscerti per chiederti qualcosa in più su queste meraviglie che hai creato. Ho visto anche un critico che scriveva nel suo taccuino mentre guardava quel quadro- quello capovolto, sì insomma hai capito. Sono quasi sicuro che domani varrà proprio la pena di comprare il giornale!>> Harry lasciò che la sua allegria contagiosa si espandesse anche dentro di lui. Dopo tanto lavoro, tanti sforzi e sacrifici, dopo tanto dolore fisico per le mani e la schiena che aveva messo sotto sforzo per perfezionare quei quadri e mentale per tutto quello che aveva vissuto, ce l'aveva fatta.
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𝐓𝐡𝐞 𝐏𝐚𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫 𝐚𝐧𝐝 𝐓𝐡𝐞 𝐏𝐚𝐢𝐧𝐭𝐢𝐧𝐠// LARRY STYLINSON
Fanfiction[DAL TESTO]: Prese una manciata di colori e li sistemò sulla sua tavolozza. Voleva imprimere in quella tela bianca delle emozioni. Improvvisamente si sentì sopraffatto dal bisogno di disegnare e lasciò che le sue mani vagassero e dipingessero senza...