Sistemò con la solita cura e minuziosità i vari barattoli di colore ad olio in ordine cromatico. Storse il naso notando che il giallo scarseggiava di nuovo. Quel colore finiva sempre per primo.
Quella volta ne aveva comprati tre di barattoli della stessa tonalità, ma nonostante ciò il colore difettava sempre rispetto a tutti gli altri. D'altronde Harry non poteva lamentarsene, sapeva perfettamente il motivo di questa minoranza: non si risparmiava mai di colorare ogni tela con almeno un pizzico di giallo.
Che fosse per lo sfondo, per il cielo, per il soggetto o per una qualsiasi sfumatura. Dove poteva e voleva lo inseriva sempre. Era immancabile in ogni sua opera come i girasoli lo erano a casa sua.In cucina vi era sempre un grande vaso, posto proprio sulla finestra dove quei meravigliosi fiori illuminavano le sue giornate. Nella stanza da letto aveva un piccolo girasole finto -per evitare che appassisse con l'avvenire dell' inverno- sul comodino e vari dipinti appesi sui muri di tutti i corridoi e nel salotto di casa sua dove trovavano spazio e luce. Il giallo e i girasoli erano immancabili per lui perché erano le uniche cose che solo guardandole, lo facevano stare bene. E non bene per dire, lui era proprio felice. Trovava speranza, positività ed un'immensa calma a riscaldargli il petto ed il cuore. L'ansia scemava ed ogni preoccupazione sembrava futile e infondata.
Harry prese i pennelli nel bicchiere di legno. Li spostò accanto alle boccette di colore e cominciò a fischiettare una melodia sconosciuta. Si disse che avrebbe dovuto dare una sciacquata a parecchi suoi attrezzi, ma per il momento non ne aveva assolutamente voglia. Sbadigliò brevemente e si diresse in cucina per prepararsi un caffè. Quella mattina all'accademia aveva dovuto fare i salti mortali, sia per non arrivare in ritardo, sia per non rovinare la tela da consegnare al professore. Sperò anzi di prendere un bel voto su quel compito, per non dover ripiegare in particolar modo sull'orale.
Mise la moca sul fuoco e sorrise ripensando a tutte le volte che sua madre preparava il caffè per tutti, ripeteva che "con la moca ha un gusto tutto diverso. Meglio fare il caffè alla vecchia maniera, c'è più piacere".
Le mancava la sua mamma, italiana fino al midollo. Tutta sorrisi bianchissimi, fossette e occhi blu. Somigliava moltissimo ad Harry, l'unica differenza erano il colore degli occhi. Il figlio poteva infatti sfoggiare grandi occhi verdi dal taglio accattivante. Le labbra erano carnose al punto giusto e la bocca era grande fin da quando era un bimbetto e si sporcava tutto mentre infilava a forza il cibo dentro di essa. Sicuramente non poteva negare di avere quel fascino che attrae le persone anche solo con un'occhiata superficiale: alto, mascella dritta e mascolina, fisico palestrato, ma non troppo. Aveva un rapporto pacifico con il suo corpo ed era fiero di questo. Sua sorella a volte lo scherniva per la sua altezza, ma lui non ne aveva mai provato vergogna o imbarazzo.
A distrarlo dai suoi pensieri e dai vecchi ricordi, fu la vibrazione del telefono sul tavolo.Una chiamata: Mamma.
Rispose senza nemmeno pensarci.<<Hey mamma, qual buon vento ti porta a chiamarmi?>> chiese in tono scherzoso e appositamente sorpreso. Poté giurare di vedere la figura di Anne che alzava gli occhi al cielo celando un sorriso di scherno.
<<Mi mancava la voce del mio bambino. Come stai?>> la sua voce era dolce e la malinconia traspariva dalle sue parole. Harry si sedette nel divano a gambe aperte, il caffè a metà dimenticato sul tavolo.
<<Bene.>> borbottò.
In realtà non andava tutto bene da un po'.<<Sei riuscito a uscire dal tuo blocco?>> il ragazzo chiuse gli occhi, come se quelle parole lo avessero trafitto. Buttò la testa indietro e sospirò rumorosamente.
<<No, mamma. Non sono uscito ancora da questo orrendo blocco. Non riesco a concludere qualcosa di soddisfacente con le mie tele e non capisco nemmeno io perché. Insomma non mi è mai successo da quando a cinque anni ho deciso di passare la mia vita a dipingere!>> esalò disperato con un pizzico di drammaticità esasperata.
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𝐓𝐡𝐞 𝐏𝐚𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫 𝐚𝐧𝐝 𝐓𝐡𝐞 𝐏𝐚𝐢𝐧𝐭𝐢𝐧𝐠// LARRY STYLINSON
Fiksi Penggemar[DAL TESTO]: Prese una manciata di colori e li sistemò sulla sua tavolozza. Voleva imprimere in quella tela bianca delle emozioni. Improvvisamente si sentì sopraffatto dal bisogno di disegnare e lasciò che le sue mani vagassero e dipingessero senza...