Cristin, Dear Cristin. Home, Sweet Home.

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Dopo il mio risveglio i dottori si sono impegnati per farmi diventare più insopportabile di quanto non sia di solito.
Mi rivoltarono come un calzino, come direbbe mia madre, mi fecero una serie di analisi del sangue, analisi di questo e analisi di quell'altro, altri controlli al mio povero cervello fasciato, ai muscoli, per il battito cardiaco, alle ossa, test sotto sforzo, del respiro, tac dal mignolo del piede destro fino all'encefalo, mi tolsero la flebo, mi fecero varie punture di antibiotici e altre cose da medici stile grey's anatomy.
Dopo una settimana di torture mi aspettavano due giorni di riabilitazione e poi sarei potuta finalmente tornare a casa.
Il quarto giorno dopo il risveglio, però, oltre ai dottori e alla puzza di amuchina, vidi anche Cristina con il suo nuovo profumo, chanel n5.
"Lena Cianchi non fare più una cosa del genere" entra dalla porta della camera in tutta la sua eleganza.
"Criiiiiii, non mi aspettavo una tua visita" si avvicina e ci salutiamo con un abbraccio
"Lenny cazzo non fare mai più uno scherzo simile"
"Eh lo so, stavolta mi sono impegnata per farvi ridere"
"Idiota"
"Troia"
"Dio, quanto mi sei mancata Len"
"Tu, mmm, un po' meno"
"Ah grazie"
"Prego"
"Non lo fai mai più vero?"
"Forse"
"No sul serio, Lena, se non c'è l'avessi fatta io sarei morta"
"Ho avuto paura di aver corso rischio di non potermi ubriacare per la prima volta con te"
"Ho avuto paura di vivere una vita senza di te"
"Cri, grazie"
"Di cosa"
"Di essere qui"
"Sono venuta altre volte"
"Davvero?"
"Davvero si, dormivi, eri così bella mentre dormivi"
"Certo ahaha"
"Ti guardavo e speravo che aprissi gli occhi"
Ci guardiamo e scoppiamo in lacrime, ci abbracciamo goffamente, ma capisco che lei è importante, lo è davvero.
"Ok, Cri, basta depressione, raccontami un po' di gossip"
"Ho fatto l'amore con Giovanni"
"Ah- cosa? Cristo santo me lo dici così?"
"Come te lo dovevo dire AHAHAHA"
"Con un po' di tatto, non so, preparandomi spicologicamente"
"Cara Lena, mentre tu ronfavi io facevo sesso"
"Molto meglio"
"È qui"
"Chi?"
"Giovanni"
"Cosa? Sul serio?"
"Si"
"Mi deve vedere in queste condizioni?"
"Credo di si"
"Ah va bene"
"Lena, prima che entri" dice a bassa voce "ho visto un dottorino strafigo fuori, magari puoi provarci"
"Sei sempre la solita ahHaha, lo ammalierò di sicuro"
"Ma...magari con un po' di pizzo sulla gamba e un cappello sei secsii"
"Ahahahaha sei matta"
"Lo faccio venire aspetta"
"Ho scelta? "
"No"
"Allora penso che mi farò venire la voglia di vederlo"
"Così mi piaci" ride "Giooooo, vieni a salutare la mia piccola Lena"
"Ciao Cianchi" entra sorridendo
"Porca tro- Giovanni stai benissimo, cioè sei stra informa, cosa hai fatto?" Da quella porta è entrato un ragazzo palestrato, senza occhiali, con un sorriso splendente, maglia aderente, sciarpa di Armani, pantaloni della carhartt, scarpe eleganti.
"Cristina ha apportato qualche piccola modifica al mio aspetto" dice con una voce calda
"Piccola"
"Si ahaha" nel frattempo Cristina guarda prima me poi lui, lo sta guardando con gli occhi di una mamma, di una sorella, di una fidanzata, di una che si prende cura di lui, lo sta guardando con gli occhi di chi ama.
"Cianchi, di te non si può dire lo stesso, ho notato che oggi non hai indossato il vestito e i tacchi, hai un look piuttosto scadente"
"Coglione ahahahaha "
Lui si avvicina a Cristina, si baciano, e fanno diventare questo freddo ospedale il luogo più romantico del mondo.
"Ciao tesoro, quando esci da qui dimmelo che ti porto a comprare quel pizzo per conquistare il tuo dottorino" dice Cristina uscendo
"Contaci" sorrido e ci abbracciamo un ultima volta
"Ciao Cianchi"
"Non fate troppo sesso senza dirmelo voi due"
Si girano, mi guardano e tutti e tre scoppiamo a ridere.
Passarono altri tre giorni poi tornai finalmente a casa
"Eccoci tesoro, di nuovo a casa, non sei contenta?"
"Mamma, sono in sedia a rotelle con il cervello fasciato e una gamba rotta, contenta non è il termine adatto"
" finalmente la mia Lena si sente bene"
"Stai insinuando qualcosa?"
"Quando torni ad essere acida e indisponente vuol dire che stai bene tesoro"
"Simpatica mi dicevano"
"Ora entriamo senza tante storie tesoro"
"Ok"
Apriamo il grosso portone di casa e ci troviamo in salotto. Il mio grande, vecchio, accogliente, morbido divano mi stava aspettando.
Erano sette, dopo il risveglio, e tre dopo la visita di Cristina e Giovanni che avevo un pensiero fisso.
Un pensiero lancinante, quasi soffocante.
Sono convinta e sicura di essere andata al mare con Davide, e aver litigato con Daniele, è possibile che mi sia inventata tutto? Ciò significa che tutto quello che è successo è frutto di un'immaginazione eccessivamente fervida?
Mi fermo un attimo come attonita dal dolore sull'uscio a riflettere su tutte le incertezze e i vuoti che si stavano creando nella mia mente.
"Amorino mio va tutto bene? Hai male?" Cinguettava
"Mamma, cristo, riesci a parlare come tutti gli esseri umani?
Lei continua a sorridere come persa nel suo mondo di frutta candita.
"Lascia perdere"
Si avvicina e con ancora il suo sorriso ebete ma, lo devo ammettere, pieno di tenerezza mi aiuta a portare le poche cose dell'ospedale su in camera mia. La guardo mentre appoggia le cose sull'uscio e si piega per prendermi e appoggiarmi sul letto. Fa tutte queste cose con una delicatezza e cura invidiabili, ha sempre un sorriso in serbo per me, in questo momenti riesci a farmi sentire, diciamo, come se fosse tutto normale, come se non ci fossero preoccupazioni, è la mamma migliore del mondo, c'è e c'è sempre stata.
"Mamma...grazie...grazie di tutto"
Lei alza la testa come intontita e mi abbraccia. Mi abbraccia come se avesse paura di perdermi, mi stringe in un abbraccio caldo, pieno di sofferenza e speranza, in un abbraccio solo nostro.
Forse ha davvero avuto paura che non c'è la potessi fare, sono stata in coma quasi due mesi in fondo, avrei potuto morire lì ,sul lettino di un ospedale qualunque, con l'odore di malattia e dolore, con le pareti bianche e i lenzuoli coordinati dello stesso colore smorto e opaco.
"Mamma, tu ci hai sempre creduto vero?"
"Si, Lenny sempre"
"Stavi lì mentre dormivo?"
"Tutti i giorni Len"
"Mamma-"Iniziarono a scendermi lunghe e pesanti lacrime "ti voglio tanto bene"
Anche lei scoppió a piangere
"Anche io piccolo angelo, ho avuto tanta paura"
"Non averne più, sono qui, non ti lascio" questo momento mi fece capire quanto fosse forte il nostro legame.
C'erano altri legami che avrei voluto fossero stati così ma da quanto avevo capito non lo erano affatto.
Dopo il momento di "tenerezza time", il secondo dopo Cristina, tra me e mia mamma ci siamo ricomposte, messe a ridere e abbracciate un ultima volta.
Adesso posso dedicarsi a quel pensiero che tanto mi tormenta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 01, 2015 ⏰

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