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Sorseggio il mio thè e guardo le gocce d'acqua che si posizionano sul vetro della finestra, è fine ottobre e il clima mite settembrino ha lasciato il posto ad un'aria fresca che crea grandi nuvole di fumo quando parli.
"Non credi che dovremmo andare ad aiutarla? Sta praticamente grandinando di sotto" esclama Greta mentre mi vede osservare Nina che trascina tutte le sue cose in casa sotto una pioggia torrenziale.
"Se tu vuoi andare puoi andare io per lei non ho intenzione di muovere un dito" le rispondo semplicemente.
Lo so che aver tutto questo odio dentro non aiuta la mia catarsi ma più la ferisco, più mi sento meglio.
Sento la porta aprirsi e vedo Nina intenta a portare in camera delle enormi valige completamente bagnate, il volto è arrossato dalla stanchezza e i capelli sono per metà bagnati e per l'altra arruffati.
La ignoro deliberatamente , o almeno ci provo e continuo a sorseggiare la bevanda davanti a me.
Le mani mi tremano dal fastidio che questa situazione mi provoca, il fatto che dopo tutto ciò che mi ha fatto debba anche condividere lo spazio con lei è inconcepibile per me, non c'è dolore più grande del sentirsi tradita da chi avrebbe dovuto proteggerti, da chi ti conosce come il palmo della propria mano e sa esattamente cosa andrebbe a ferirti ma decide di farlo comunque.
Nina mi ha distrutto.
Ogni singola cosa che fa mi innervosisce, vorrei solo che sparisse nel nulla come ha fatto negli ultimi tre anni.
"Ho finito" annuncia con il fiatone.
Greta esce dalla stanza e le porge un mazzo di chiavi
"Tieni queste sono tue, cerca di non perderle perché non ne ho altre, per quanto riguarda le spese della casa ogni mese dividiamo il pagamento delle varie utenze, acqua, gas, internet e elettricità, poi ci sono cinquanta euro al mese di spese condominiali da pagare e abbiamo una donna delle pulizie che viene due volte a settimana e prende trenta euro ogni volta che viene.
La spesa ognuno fa la sua, dividiamo solo cose come detersivi, o prodotti per il bagno per il resto se vuoi le tue cose da mangiare devi comprartele. "
"Bollette? Nessuno mi ha parlato di bollette" Balbetta indecisa, deve essere completamente al verde.
"Cosa pensavi? Che l'acqua corrente fosse gratis? O che avremmo coperto noi tutte le tue spese dopo tutti i soldi che abbiamo speso per ristrutturare la casa, pensavi di venire qui a mangiare e bere a sbafo stesa sul divano tutto il giorno eh? "
Lei mi guarda e sembra quasi ferita dal mio tono di voce aspro , raccoglie le sue cose e si chiude in camera.
"Potevi evitare eh" Mi ammonisce Greta ed io senza nemmeno risponderle mi rintano nella mia camera sbattendo la porta.
Non esco fuori dalla stanza fino al mattino dopo per andare a lavoro, fuori diluvia ancora e appena fuori casa devo correre per rintanarmi in auto.
Appena metto in moto e mi dirigo verso il centro il bluetooth dell'auto mi annuncia l'arrivo di una chiamata e poco dopo la voce baritonale di mio padre risuona per tutto l'abitacolo.
"Tesoro mio come stai stamattina? " Chiede utilizzando un tono così dolce che quasi mi fa insospettire
"Papà dimmi ciò che hai da dire" affermo con un tono più brusco di quello che vorrei che uscisse e me ne pento subito dopo che lui emette un sospiro triste
"Volevo solo informare del fatto che ieri ho parlato con tua sorella e mi ha accennato al riguardo della questione di divisione delle spese" Comincio a stringere il volante per il nervoso, perché cazzo lo mette sempre in mezzo
"Lei al momento non lavora e mi ha promesso che si impegnerà a trovarne uno anche se solo con la terza media di questi tempi è molto dura trovarne uno decente"sospira preoccupato
" Pensavo che fino a quando non ne trova uno potrei coprire io le sue spese, ti ho già fatto un bonifico per questo mese, ora ti lascio al tuo lavoro, ci vediamo domenica per pranzo" per un momento sono tentata di dirgli che non verrò mai più se devo vedere lei ma poi mi rendo conto di quanto sarebbe crudele da parte mia, mio padre sta solo cercando di fare il suo meglio e mortificarlo non sarebbe giusto.
Lo saluto ed, ormai arrivata sotto l'ufficio chiudo la telefonata, mi precipito il più velocemente possibile alla mia postazione dato che sono in ritardo di venti minuti e stamattina dobbiamo fare tantissimi colloqui  per assumere hostess per la fiera dello yacht di Cannes.
Dalla porta a vetri dell'ufficio trovo Reese seduto alla sua scrivania intento a parlare con l'ultima persona che mi sarei aspettata di vedere qui; Nina occupa la mia sedia e scocca uno dei suoi sorrisi più sensuali al surfista australiano, le sue labbra carnose si muovono pronunciando parole che lo shock misto alla rabbia non mi permettono di sentire.
La mia mente è completamente in stand-by mentre l'unico pensiero che riesco a produrre è chiedermi cosa ci faccia qui.
La mia borsa cade sul pavimento e il tonfo che emette attira l'attenzione dei due ragazzi che si girano verso di me
"Anna, finalmente" esala Reece guardandomi , mi fa un gesto con la mano e mi intima ad avvicinarmi.
"Lei è Nina, una delle ragazze che farà l'hostess a Cannes con noi, spiegale come funziona esattamente il suo lavoro mentre io vado a prenderle la divisa" Dice prima di uscire dalla stanza e lasciarmi sola con mia sorella e il suo sorrisetto carico di soddisfazione.

COME TU MI VUOIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora