3. Alice

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Alice saltella felice nel giardino, ogni tanto prende una biglia colorata e la lancia a scontrarsi con un'altra che a sua volta può spostarne un'altra e così via.

Le biglie hanno un nome, un carattere, una storia passata e una futura. Il loro destino cambia a seconda con quali, e quante altre, biglie si scontrano che a loro volta cambiano traiettoria alle loro vite di volta in volta che si incrociano con altre biglie, e così via, la rete di intrecci dei destini diviene sempre più ingarbugliata.

Le biglie sono buone, cattive, stupide, intelligenti, e ciò dipende dal loro colore, ma il colore, a guardarlo bene, non è mai omogeneo. Ci sono biglie con piccole macchie, screpolature, striature o alcune a cui il colore si è sbiadito e basterebbe una passata di smalto, naturalmente, non a quelle nere o rosso fuoco, che quelle se si sbiadiscono è solo un bene... forse.

***
Il castello Miramare è arrossato dalla luce del tramonto mentre il Sole si tuffa nell'Adriatico.

Il corvo, forse stufo di attendere che qualche alice salga a galla, vola sul pelo dell'acqua gracchiando e quasi sfiorandola.

L'orario di chiusura è passato ormai da un'ora e tutto, parco compreso, è silenzioso, unica presenza la sfinge che solitaria scruta l'orizzonte.

Dita con smalto nero, puntinato di rosso rubino come stille di sangue, e striato di bianco come scie di candida neve, si aggrappano agli scalini che scendono in acqua e issano su questi la figura slanciata e formosa di una ragazza avvolta in una muta da sub, i capelli, neri e gocciolanti, sfiorano le clavicole.

Alla vita porta una cintura con coltello, pila subacquea e un sacchetto di cuoio pieno. Si siede sugli scalini e getta le pinne nella barca ancorata lì accanto e vi ripone anche le bombole d'ossigeno, poi si sfila cintura e tuta mentre la cavigliera, che sembra fatta di falangi alternate a campanellini, emette allegri tintinnii.

«Pescato qualcosa di interessante?»

La voce mascolina e profonda la fa sobbalzare, quanto è passato da quando l'ha udita l'ultima volta? Un anno? O forse più? Il tempo, che carogna, ti inganna facendoti credere di poterlo dominare, ma è lui che domina te. Per lei, lui, per loro ha più importanza il passare del tempo? Loro ne sono schiavi, così come schiavi sono della memoria.

***
Alice è stufa di questo gioco, ma è altrettanto ostinata, non smetterà fino a che le biglie da lei scelte non avranno superato tutti gli ostacoli e si ritroveranno insieme al punto finale. Certo si incontreranno ancora molte volte, così com'è già accaduto in passato, si scontreranno e una delle due eliminerà l'altra che dovrà restare ferma per un giro e poi riprenderà la corsa.

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«Come stella rifulgete o mia Signora.
Tra tutte siete la più luminosa.
Ringrazio il fato, o chi per esso, la maschera, dallo splendore dello viso vostro, fece cadere», mentre parla il principe conduce la fanciulla presso la balaustra in marmo, la mano di lei racchiusa in quella di lui.

Ceresina abbassa le ciglia che sfiorano le gote e sente che quella mano così grande, enorme, rispetto alla sua non le farà mai del male, è una sensazione che le sgorga dal cuore, ma quanto è lecito fidarsi delle sensazioni?

«Mio Signore, non fu il fato, ma la mia sbadataggine e malagrazia a fare ciò. Non vorrei che tale mia mancanza agli ordini della maestà di vostra madre possa portare a gravi conseguenze per li famigliari miei», le guance le si arrossano nel pronunciare quella mezza verità, ma non può certo dirgli che volontariamente ha spostato il pettinino che la teneva ferma dietro ordine di sua madre; le conseguenze, lo sa sarebbero tremende, sa bene quanto la regina sia severa e iraconda.

«Che sia benedetta la vostra malagrazia, da oggi sarà per me: dono di grazia, la grazia di aver potuto in tal modo scoprire un così brillante tesoro. Madamigella, posso essere così ardito da domandare il vostro nome?»

«Ceresina, mio signore, con questo nome io mi appello», il viso si alza a mirarsi negli occhi che son neri come notte illune.

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Alice ha un' idea! E se desse un piccolo aiuto alle due biglie affinché raggiungano prima il traguardo? Una lucidatura potrebbe renderle più veloci e se non eliminasse più per un giro quella che è stata espulsa fuori? Si volta indietro e sorride alla se stessa nello specchio, «Tu non dirai nulla, vero? Promettimelo, lei non dovrà mai saperlo».

***
L'uomo la guarda e aggrotta la fronte, poi si passa una mano tra i capelli simili ad ali di corvo, «Signorina, mi scusi, ma noi ci conosciamo? Ho come l'impressione di averla già veduta, di averle già parlato, di averla già amata», scuote la testa e sorride di se stesso per le sciocchezze che gli sono appena uscite di bocca.

La ragazza spalanca gli occhi e le manca il fiato, si avvicina e gli porge la mano: «Ceresina, mi chiamo Ceresina, e sì, ci siamo già conosciuti, amati e uccisi, in innumerevoli altre vite».

Cenerentola ama la notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora