Mi vestii con il mio abito di seta nero, accingendomi poi a seguire Yoongi verso la stanza degli specchi.
In questa particolare ala del castello, mi era concesso osservare gli umani e tracciarli attraverso quei semplici pezzi di vetro riflettenti. In parole semplici, era un po' come se ci fossero installate milioni di telecamere, ovunque, in tutti gli angoli del mondo.
Mi sedetti sul mio trono e cercai in tutti gli specchi colui che aveva il nome di Jeon Jungkook. Il volto di Yoongi era a pochi centimetri dal mio; ero tentata dal tracciare una linea con l'indice lungo tutta la sua mascella, terminando poco prima del lobo dell'orecchio, il quale avrei stuzzicato con i miei bianchi denti.
"Sua altezza, si concentri," disse duramente Yoongi, mantenendo il suo sguardo sullo specchio. Lo presi come un rifiuto. Ormai era una cosa a cui ero abituata.
"Quindi, descrivimi un po' la vita questo ragazzo," ordinai cuoriosa, portando anch'io il mio sguardo su quella superficie.
"Jeon Jungkook, 21 anni. Ha da poco finito il secondo anno all'università di Seoul. Non ha una vita particolarmente vivace, direi forse il contrario."
"È piuttosto giovane per decidere di barattare la sua anima, non trovi?" Affermai tornando ad appoggiare la schiena sul mio trono.
"Bhe, si. Diciamo che gli è stata affidata una vita difficile."
"Una vita difficile? Perchè?" Chiesi.
Yoongi portò il suo sguardo verso la mia figura, cominciando poi a parlare: "È stato abbandonato da piccolo ed è cresciuto in un orfanotrofio. Da che ho capito ha sempre svolto dei lavori part-time per pagare la sua università. Sta sempre sulle sue, non gli piace socializzare. Credo sia caduto in depressione, o qualche stronzata simile ad un cuore spezzato. Sta cercando di scambiare la sua anima in cambio di una vita migliore, penso."
"Lo vedo."
Yoongi mi mostrò meglio quel ragazzo attraverso lo specchio. Stava tenendo stretta in mano una torcia, la quale veniva accesa e spenta. Era piena notte, quindi ogni qual volta quel ragazzo schiacciava il pulsante la sua figura veniva illuminata. Era seduto sul bordo di un ponte, era pronto a saltare e farla finita.
"Quindi, è pronto?" Chiesi, portando nuovamente il mio sguardo su Yoongi. Potevo sentire il profumo della sua acqua di colonia, era tutto troppo eccitante.
"Mhhh, si è pronto. Ci sta aspettando da quando ha completato il rituale. Ora dovremmo andare prima che decida di buttarsi da quel ponte," mi rispose Yoongi. Annuii alzandomi in piedi, pronta a divertirmi nuovamente con qualche umano.
Mi girai verso il mio servo. "Andiamo," e mentre Yoongi mi prese la mano io cominciai a giocherellare con il bottone della sua camicia.
La cenere cominciò a volteggiare tutt'intorno a noi, e mentre la mia faccia bruciava a contatto con essa, cominciammo a viaggiare alla velocità della luce. Entrambi ci teletrasportammo nel mondo in cui viveva l'umano.
Ci ritrovammo nel mezzo di una strada. L'aria che ci si scontrò addosso era decisamente più fredda rispetto a quella a cui ero abituata negli inferi, mentre la strada era illuminata da qualche lampione sparso per tutta la sua lunghezza. Mi guardai intorno per assicurarmi che il luogo in cui ci eravamo teletarsportati fosse quello giusto. C'era un ponte. Lo stesso ponte che avevo intravisto negli specchi con sopra il ragazzo.
Stavo esaminando l'area in cerca del ragazzo quando-
"Lì." Yoongi mi indicò un punto non troppo distante da dove ci trovavamo. Seguii con lo sguardo dove l'indice del mio assistente stesse puntando. Jeon Jungkook. Seduto da solo, ancora teneva in una stretta ferrea la sua torcia. Stava muovendo le gambe avanti e in dietro, sospese a mezz'aria, non accennando a distogliere lo sguardo dalla luce ancora accesa.
Io e Yoongi camminammo fino a ritrovarci dietro, a pochi passi di distanza, dal ragazzo.
"Hey, tu," sussurrai. Sembrò spaventato a giudicare da come si voltò velocemente. La sua torcia gli cadde di mano, ma riuscì a prenderla per tempo prima che finisse sul fondo del fiume sottostante.
"Diamine mi hai spaventato. Chi cazzo saresti?" I suoi occhi erano ancora spalancati per lo shock. Effettivamente, non molte persone avrebbero deciso di fare una passeggiata a quell'ora della notte su di un ponte sperduto nel nulla.
"Bhe, sei tu che mi hai evocato. Chi mai potrei essere?" Chiesi retoricamente portando l'attenzione alle mie nuove unghie color caramello.
Diamine, questa volta le mie serve hanno saputo fare un buon lavoro.
"Uhh... evocato?" Alzò un sopracciglio. Scese dalla balaustra per poi incamminarsi verso la mia figura. "Chiedo scusa, ma non ho ancora capito. Chi sei?"
"Bene, lascia che mi presenti. Io sono la sovrana degli inferi. Ho commesso diversi peccati, ma sono ancora quella che giudica quelli umani nella sua cucina. Reclamo le anime in cambio di un solo desiderio, e tu sei uno dei fortunati. Quindi, eccomi qui per esaudire un desiderio in cambio della tua anima," dissi fingendo un sorriso cordiale.
Le sue sopracciglia, ancora una volta, si mossero per la sorpresa.
Ma poco dopo, come se in quel momento mi stessi prendendo gioco di lui, serrò glì occhi. "Non ti credo. C-Come può il diavolo essere una donna? Lui è un essere mezzo uomo e mezzo capra, con delle grandi corna sulla testa e-"
"Bambino." Yoongi lo fermò prima che completasse la sua interessantissima descrizione di come venivo osannata sui libri di testo. "Credile, prima che decida di provarti la sua vera identità."
Ghignai internamente quando ebbi l'occasione di poter udire quelle stesse parole uscirgli dalla bocca.
"Continuo a non crederti," sospirò il giovane ragazzo.
Feci schioccare la mia lingua, portando l'indice a contatto con la guacia pensando a quale trucco potesse essere sufficiente come dimostrazione. Il ponte su cui eravamo fermi cominciò a tremare, proprio come durante un terremoto. Yoongi ed io rimanemmo calmi, come se nulla stesse succedendo, mentre l'umano si rannicchiò a terra, preoccupandosi per la sua incolumità.
E prima volevi pure buttarti giu dal ponte, eh?
"Mi credi adesso? Oppure devo fare qualcos'altro per farti capire chi io sia," ghignai guardandolo. Lui alzò lo sguardo nella mia direzione, scuotendo la testa come risposta negativa. Quando osservai meglio i suoi occhi, dove la paura regnava incontrastata, notai finalmente quanto fosse un bel ragazzo.
Con uno schiocco delle dita feci interrompere quel terremoto che si era abbattuto sul ponte. Lentamente, Jungkook si alzò in piedi, assicurandosi che nulla si muovesse ancora. "Quindi, voi sareste veramente il diavolo."
"No merda, mi hai scoperto Sherlock," roteai gli occhi.
"Mi scusi, non pensavo che il diavolo, colui che regna negli inferi, potesse essere un-"
"Una donna super-sexy?" Lo interruppi prima che potesse finire la frase, guardandolo con fare innocente. Mi guardò smarrito, come se la mia presenza, ora che conosceva la mia identità, lo destabilizzasse.
"Si, quello," mugolò lui. Il suo tono di voce era molto sottile, in particolare quella frase uscì fuori quasi come uno squittio.
"Bene, ora che abbiamo passato i convenevoli, che ne dici di parlare del patto?" Chiesi ormai scocciata.
Perchè gli umani devono essere così? Sempre alla ricerca di certezze.
Istantaneamente, annuì. "O-okay."
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𝙍𝙀𝙑𝙀𝙍𝙎𝙀𝘿 || ʲᵉᵒⁿ ʲᵘⁿᵍᵏᵒᵒᵏ (Traduzione Italiana)
Fanfiction[𝐎𝐍 𝐆𝐎𝐈𝐍𝐆] "Io sono te?" "Tu sei me?" Ci scambiammo uno sguardo, entrambi con la bocca aperta. No, non poteva essere successo per davvero. "LE NOSTRE ANIME SI SONO SCAMBIATE" esclamammo all'unisono. start: ??? finish: ??? Questa storia è la t...