3. Arrivo a palazzo e nuove confessioni

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Dopo essersi fatta un bagno caldo, andò accanto al camino per asciugarsi i capelli con il calore del fuoco e una volta asciutti si andò a sedere sotto alla finestra della sua stanza per leggere un libro.
Notò che non stava seguendo il filo del racconto, così posò il libro e si avvicinò al pianoforte a muro iniziando poi a suonare una melodia triste.
Lydia è morta ed ora anche suo padre. Di chi potremo fidarci adesso?
Notando che si era fatto tardi, andò a letto sperando di non avere incubi, ma come ogni notte si svegliò con l'affanno.
Quando sorse il sole era già pronta per andare a cavalcare e fare un po' di esercizio fisico e a quanto pareva anche il fratello gemello che decise di accompagnarla per stare con lei.
Quando terminarono la cavalcata, andarono accanto alla fontana dove decisero di allenarsi con la spada.
"Vediamo se sei migliorata. Attacca." Le disse dopo essersi tolto la giacca e lei lo sorprese con un attacco a sorpresa.
"Però... Sei migliorata dall'ultima volta. Continua così." Le disse sorridendo, fiero di avere una sorella come lei.
Per tutto l'inverno continuarono ad allenarsi e quando non potevano uscire fuori, si allenavano nello spazioso atrio.
Era una bella giornata primaverile ed Eadlyn aveva deciso di uscire per giocare con i cagnolini del fratello.
Dopo essersi messa dei pantaloni e una camicia con dei motivi floreali venuta dalla Cina, si avviò fuori.
Mentre trascorreva del tempo sotto al cielo privo di nuvole, suo fratello si avvicinò a lei per stendersi accanto.
"Era da tanto che non respiravo quest'aria primaverile." Le disse sorridendo.
"Hai ragione. È molto bella." Disse chiudendo gli occhi facendosi baciare dai raggi del sole.
"Milord. Milady. È attivato un messaggiero per voi." Disse un ragazzo delle scuderie troncando la loro tranquillità.
"Andiamo a vedere, poi ritorniamo sotto a questo bel sole." Le disse il fratello alzandosi in piedi per poi aiutarla a fare altrettanto.
Quando andarono ad incontrare il messaggero, notarono che era da parte del re.
Il giovane ragazzo rimase confuso e stupito della somiglianza tra i due ragazzi che aveva difronte ed ai loro capelli bianchi.
"Siamo gemelli e siamo nati così. Il re ha una nuova da riferirci?" Gli chiese Philip sapendo della somiglianza che li tiene legati.
"Oh. Sì. Il re vi invita ufficialmente al ballo di primavera. La settimana prossima dovrete recarvi alla corte dove troverete le vostre vecchie stanze pronte e nelle quali alloggerite per una settimana. Questo è tutto. Vi auguro una buona giornata." Disse facendo poi un inchino.
"Grazie. Riferite al re i nostri cordiali saluti. Se volete rimanere per riposare o mangiare qualcosa, siete ben accetto. Chiedete qualsiasi cosa alla governante Beth." Disse Philip per congedarlo ed assieme alla sorella si diressero al suo studio.
"Non possiamo non andarci? Per una settimana. Non potrò allenarmi per una settimana. È inaccettabile. Poi perchè ci vuole per una settimana? Philip, fingiamoci malati." Gli disse appoggiandosi alla grande libreria guardando il fratello difronte al camino.
"Non possiamo. Da quando eravamo piccoli non siamo stati a corte. Dobbiamo andare, farci vedere dalle altre famiglie, dimostrare loro che siamo vivi e forti. Non devi preoccuparti di niente." Le disse sorridendo, ma le stava nascondendo un grande segreto.
"Va bene, ma cavalcherò tutte le mattine ed i pomeriggi. Non ho intenzione di parlare di argomenti futili con le signore e le altre dame. Sai come possono essere noiose." Gli disse con un sospiro.
"Va bene. Ti accompagnerò durante le tue cavalcate e magari potremo anche svolgere qualche duello, ma devi promettermi che non ti travestirai e che non farai del male a qualcuno." Le disse guardandola cercando di essere minaccioso.
"Quello era stato solo un incidente." Disse lei per difendersi dal fratello che nel mentre la guardava con interrogazione, sapendo bene com'era andata la faccenda.
"Va bene. Non un vero incidente, ma mi aveva chiamata mocciosa. Cosa vuoi che le faccia dopo che mi ha chiamata mocciosa e mi ha strappato la manica del vestito? Comunque va bene. Mi comporterò bene e dubito che qualcuna abbia il coraggio di insultarmi o mettermi le mani addosso dopo quell'incidente." Gli disse con un sorrisetto divertito sulle labbra.
I giorni seguenti prepararono i bagagli e quando arrivò il giorno della partenza si misero in viaggio.
"Non potevamo prendere i cavalli? Sarebbe stato più veloce." Gli disse mentre erano nella loro carrozza.
"Quando ci avvicineremo al palazzo potremo prendere i cavalli, ma sappi che farai brutta figura e nessun gentiluomo vorrà ballare con te." Le disse guardandola divertito.
"Perchè a voi uomini non piacciono le donne che vanno a cavallo?" Gli chiese ridacchiando.
"Ma certamente. Comunque perché non ti sei fatta acconciare i capelli? Ora sono troppo lunghi." Le fece notare prendendone una ciocca tra le dita.
"Pesano troppo e l'unica persona che mi vede sei tu." Gli disse facendogli la linguaccia.
"Va bene. Cerca di comportarti bene con le altre donne e non provare a-"
"A vestirti come me o a prendere la mia identità. Lo so. E per renderti tranquillo, non ho portato la parrucca e tu non puoi farti crescere i capelli da un giorno all'altro per sostituirmi. Poi sei diventato troppo alto. Ora sarà più difficile prendere la tua identità. Che diamine hai mangiato in questi mesi?" Gli chiese ricordando quando l'aveva abbracciata e si era sentita piccola accanto a lui.
"Ho mangiato ciò che ero solito mangiare. Sei tu che sei lenta a crescere. Non dare la colpa a me." Le disse guardandola divertito.
"Guarda che non sto scherzando. Poi è tutto perduto per colpa della tua altezza. Non potevi avvisarmi? Mi portavo dietro le scarpe con il tacco." Gli disse irritata.
"Va bene. Quando arriviamo a corte ti comprerò delle scarpe con il tacco per raggiungermi." Le disse con un sorriso sulle labbra, divertito dalla sorella.
"Cerca di abbassarti oppure ti abbasso io spezzandoti le gambe." Gli disse incapace di trattenere un sorriso divertito.
"Milord, milady. Ci fermiamo per far abbeverare i cavalli. Manca poco per arrivare a corte. Vi serve qualcosa nel mentre?" Chiese loro un lacchè aprendo la portiera senza togliere la tendina.
"Due cavalli e due guardie a cavallo. Vorremo raggiungere il palazzo a cavallo." Disse Philip mentre guardava la sorella che diventava agitata per la notizia.
Finalmente un po' di libertà. Pensò mordendosi il labbro per la felicità.
"Molto bene, milord. Saranno pronti." Disse per poi chiudere la portiera.
"Sei felice adesso?" Le chiese guardandola divertito.
"Moltissimo. Grazie tante." Gli disse trattenendosi dall'abbracciarlo.
"Milord. I cavalli sono pronti." Disse il lacchè e Philip scese dalla carrozza per poi aiutare la sorella a fare altrettanto dopo che si mise il cappuccio del mantello per coprire i capelli.
"Puoi farcela da sola?" Le chiese prendendo le redini del cavallo per tenerlo fermo.
"Con il vestito non posso salire da sola. Mi potresti aiutare?" Gli chiese stringendo tra le mani il tessuto della sua gonna.
Ingombrante ed inutile in confronto ai pantaloni.
"Certamente." Le disse il fratello per poi sollevarla e posarla sulla sella ed infine darle le redini del cavallo.
Successivamente salì anche lui sul proprio cavallo ed insieme alle guardie si diressero verso il palazzo del re.
I cortigiani che stavano passeggiando per i giardini li notarono e notarono anche la loro bellezza mai vista prima.
"Perchè continuano a guardarci male?" Chiese Eadlyn non abituata ad essere al centro dell'attenzione.
"Non ci hanno mai visti e quando siamo vicini sembriamo una persona sdoppiata. Ci credo che rimangono confusi per un po'." Le rispose Philip facendola scendere da cavallo per poi tenerla per mano avviandosi verso l'entrata del palazzo.
"Buckingham. Sono onorato ad avervi qui. Benvenuti." Disse il re arrivando di corsa per vedere i due ragazzi che in risposta si inchinarono al suo cospetto.
"Vi ringraziamo per la vostra ospitalità." Disse Philip facendo un lieve sorriso.
"Grazie molte. Avete una corte molto bella." Disse Eadlyn incapace di trovare un termine adatto all'insieme.
Sgargiante? Pacchiano? Troppo variopinto? Troppi colori che fanno male agli occhi? Certo che noi siamo diversi dagli altri nobili...
"Vi ringrazio milady. Spero che le piacciano anche i nobili. Sarete stanchi per il viaggio. Vi faccio accompagnare alle vostre stanze e di sera si terrà un ballo in vostro onore. Se volete farvi servire la cena in camera potrete chiedere ai domestici. Com'è stato il viaggio?" Chiese infine ad Eadlyn volendo parlare solo con lei.
Perchè diamine sono qui? Chi me lo ha fatto fare? Philip mi deve un grandissimo favore. Lui sa bene che detesto questi ambienti.
"Abbastanza lungo, ma mio fratello mi ha aiutata a non annoiarmi." Disse lei cercando di far ricadere l'argomento sul fratello che le teneva ancora la mano e lei non era intenzionata a lasciarla per alcun motivo.
"Ne sono contento. Dovete scusare i cortigiani, non vi avevano mai visti insieme né sapevano che eravate così bella. Ma come mai non avete viaggiato in carrozza? Sarà stato faticoso." Le disse intento a guardarla e intenzionato a non togliere lo sguardo dai suoi occhi.
"Abbiamo deciso di venire a cavallo per l'ultimo tratto di strada. Mia sorella era annoiata e voleva cavalcare, così ci siamo fatti seguire dalla carrozza." Gli spiegò Philip dopo che sua sorella gli aveva stretto la mano.
"Quindi siete anche una cavallerizza. Mi fa piacere saperlo. Abbiamo molti cavalli tra i quali potrete scegliere." Le disse sorridendo.
"Vi ringrazio molto. Sarò lieta di fare un giro nei giardini per ammirarne la bellezza." Disse lei sperando successivamente di rimanere sola almeno per un po'.
"Tutta opera dei giardinieri che hanno rispettato i miei voleri." Disse e fortunatamente arrivò un domestico informandoli che le stanze erano pronte.
"Andate pure. Ci vediamo questa sera." Disse Carlo sorridendo, anche se aveva sperato di passare più tempo assieme alla fanciulla.
"Philip. Vieni a prendermi quando scendi per il ballo." Gli disse la sorella trattenendolo prima di entrare nella sua stanza.
"Ma certo. Ora vai a riposare. Sono certo che quasi tutta la corte vorrà parlare e ballare con te." Le disse sorridendo.
"E perché mai?" Gli chiese confusa.
"Perchè non ti hanno mai vista e vogliono scoprire che sei." Le disse rammentando la prima volta che era andato a corte per parlare con il re, ma fu trattenuto per un ballo e quasi tutte le nobildonne volevano ballare con lui mentre gli uomini volevano conversare.
"Va bene. A dopo." Gli disse entrando poi nella sua stanza.
"Milady. Gradirebbe un bagno caldo?" Le chiese una cameriera mentre altre due spostavano i bauli con i vestiti, le scarpe ed i suoi libri.
"Sì, per favore. Ve ne sarei grata." Le rispose sorridendo e la ragazza rimase confusa sentendo la dolcezza e la gentilezza nella voce della nobile, ma si affrettò a fare un inchino per poi uscire e dopo pochi minuti ritornò con tutto l'occorrente.
Eadlyn si tolse il lungo mantello e con l'aiuto delle altre due ragazze si sbarazzò del vestito che aveva indosso.
Rimasta con solo la sottoveste, iniziò a spazzolare i capelli seduta difronte alla toletta.
"Avete dei capelli magnifici. Vi serve qualcos'altro?" Le chiese una delle cameriere.
"No, grazie. Posso sapere se rimarrete con me per tutta la durata del mio soggiorno?" Chiese loro curiosa.
"Certamente. Siamo state selezionate dal re per provvedere alle vostre esigenze." Disse l'altra con una nota di orgoglio nella voce.
"Allora posso sapere i vostri nomi?" Chiese loro Eadlyn girandosi a guardarle. "Non voglio dovervi chiamare in un altro modo. Poi sarete qui con me, è il minimo che posso fare per rendervi a vostro agio. Cosa c'è che non va? Se non volete dirmeli, fa niente." Disse dispiaciuta guardandole mentre loro erano confuse.
"No affatto. È che nessuna nobildonna ha mai chiesto come ci chiamavamo. Dunque persone educate come voi esistono ancora. Comunque, io sono Lisa, lei è Margareth, mentre lei è Sarah." Disse sorridendo mentre le presentava.
"È un piacere conoscervi. Io sono Eadlyn e dovete sapere che non sono come le altre nobili, quindi non preoccupatevi tanto." Disse loro sorridendo.
"L'acqua si raffredderà." Notò Sarah dopo un lungo silenzio.
"Hai ragione. Venite. Vi piacciono le rose o la lavanda?" Le chiese Margareth prendendo un vassoio tra le mani mentre si avvicinava alla vasca piena d'acqua.
"Rose. Ho bisogno di lavare anche i capelli. Credete di riuscirci senza il mio aiuto?" Chiese loro sapendo quanto impegno ci voleva.
"Certamente. Siamo in tre ed avete dei magnifici capelli. Non preoccupatevi." Le rispose Lisa sorridendo.
Dopo essersi fatta il bagno ed asciugata, indossò una vestaglia in seta e si mise difronte al camino per asciugare i capelli in fretta.
Una volta asciutti, le ragazze le servirono la cena e quando finì di mangiare, si fece aiutare per prepararsi.
Indossò un abito ricoperto da piccoli fiori azzurri e blu e si fece acconciare i capelli bianchi come la luna, lasciandone la maggior parte ad accarezzarle la schiena.
"Dove sono i vostri gioielli?" Le chiese Sarah confusa.
"Non ne indosso. Ho solo questa piccola collana." Disse accarezzandola con i polpastrelli rammentando quando i suoi genitori gliela regalarono per il compleanno.
"Volete che vi porti un tè mentre attendete?" Le chiese Matgarteh mentre le altre riordinavano la stanza.
"No, grazie. Mi metterò a leggere." Disse alzandosi in piedi per prendere un libro ed andare a sedersi sotto alla piccola finestra, ma appena aprì il libro, sentì qualcuno bussare alla porta.
Margarteh andò ad aprire e successivamente entrò Philip vestito con una delle sue divise eleganti riservate ai balli.
"Salve signorine." Disse sorridendo alle cameriere che ricambiarono il saluto facendo un inchino. "Sei bellissima." Aggiunse sorridendo riferendosi alla sorella.
"Anche tu, ma ti manca il pugnale." Notò guardandolo.
"Non serve a niente, solo a dare fastidio. Ora dobbiamo andare. Non vorremo mica far attendere il re." Le disse sorridendo porgendole la mano che lei afferrò sorridendo. "Buona serata signorine." Disse alle ragazze per poi uscire fuori dalla stanza con sua sorella.
"Beatrice ti odierà molto se viene a sapere che sei galante con tutte le ragazze e le nobildonne." Gli fece notare Eadlyn mentre camminavano per il lungo corridoio.
"Lei è gelosa di chiunque." Le fece notare con sguardo adorante. Parlare della sua amata lo fa subito sognare ad occhi aperti.
"Non me. Sinceramente mi manca. Posso chiederti un favore?" Gli chiese guardandolo negli occhi, come se si stesse guardando allo specchio.
"Ma certo." Rispose sorridendole.
"Non abbandonarmi e non lasciarmi sola. Sai bene che detesto i posti affollati." Disse lei con aria imbronciata.
"Non ti lascerò sola. Non preoccuparti, ma io non ho intenzione di chiedere di ballare a una delle ragazze che ci sono. Se lo chiedo ad una, poi le altre se la prendono. Quindi il tuo primo ballo è mio." Le disse stringendole la mano.
"Molto bene. Avrò un pretesto per rifiutare gli altri." Gli rispose sorridendo.
"I signori Buckingham." Annunciò il ciambellano quando entrarono nella sala e immediatamente tutti gli occhi si posarono su di loro.
Doveva proprio annunciarci? Ecco perché detesto la corte. Amo i balli, ma non quelli tenuti qui.
"Philip... Ci stanno guardando male." Gli sussurrò pentendosi di non aver indossato una parrucca o essersi tinta i capelli di nero.
"Non è vero, stai tranquilla. È una normale reazione perchè non hanno mai visto dei giovani con i capelli bianchi. Vedrai che si abitueranno." Le disse accarezzandole la mano.
"Philip. È da molto che non vi vedo. Nel campo abbiamo avuto poco tempo per parlare. Come state e come vanno gli affari?" Gli chiese il comandante Newport.
"Molto bene, grazie comandante." Disse Philip sorridendogli cordialmente.
"E voi, Eadlyn. Come siete cresciuta. Siete divenuta un fiore." Le disse sorridendo per poi farle il baciamano.
"Vi ringrazio sir." Gli rispose sorridendo leggermente e lui la guardò divertito, infondo l'aveva già vista mentre era nei panni di suo fratello.
"Newport. Non mi presentate i vostri pupilli?" Gli chiese un uomo inserendosi nel gruppo.
"Oh, Rivers. Anche voi siete qui? Loro sono Philip ed Eadlyn Buckingham. I figli dei Buckingham che spesso ci invitavano ai loro balli. Sono dei ragazzi veramente talentuosi ed intelligenti. Ragazzi miei. Lui è Luke Rivers. Un mio grande amico." Gli spiegò sorridendo.
"È un piacere conoscervi." Disse lui sorridendo per poi fare il baciamano ad Eadlyn.
"Posso chiedervi di ballare al prossimo giro?" Le chiese gentilmente.
"Magari dopo il primo. Ho promesso al mio caro fratello che il primo ballo sarebbe stato tutto suo." Gli disse sorridendo.
"Eadlyn. Mio marito fa sempre i complimenti per voi due. Volete venire con me? Vorrei presentarvi alcune mie conoscenti." Le disse la moglie di Edward mentre le accarezzava una spalla.
"Ne sarei onorata." Le rispose Eadlyn con un sorriso brillante. Ed ora inizia la noia. Pensò mentre la seguiva verso un gruppetto di nobildonne.
"Signore. Vi presento Eadlyn Buckingham. Eadlyn. Dubito che rammenterete tutti i nomi, ma se avete bisogno di un aiuto o di qualsiasi cosa, loro sono le donne perfette per sostenervi nelle vostre decisioni." Le disse sorridendo.
"Non vi abbiamo più vista da quando eravate una bambina. Siete divenuta una donna veramente bella." Le disse una delle signore sorridendo mettendo in mostra le labbra dipinte di rosso.
"Vi ringrazio, ma non credo di meritarmi i vostri complimenti. Ho una bellezza che rientra nei canoni e sono certa che altre ragazze siano più belle di me." Le disse Eadlyn cercando di essere garbata. Non si definiva bella e mai lo aveva pensato. Aveva degli occhi molto azzurri, ma anche altre ragazze li avevano ed era ciò che pensava sempre a seguito di un complimento.
"Come vorrei che mia figlia fosse come voi. Educata e bella. Siete un dolcetto molto carino e gustoso." Le disse una signora dal sorriso grande e con un abito troppo succinto per lei.
Philip. Perché non vieni a salvarmi. Le persone stanno per iniziare a ballare.
"A palazzo servono sempre dell'ottimo vino, ma questo di questa sera è magnifico. Lo avete assaggiato?" Le chiese la moglie del comandante Edward.
"Oh. Non bevo vino. Mi provoca malesseri e il giorno seguente non riesco a rimanere lucida." Le spiegò con un sorriso imbarazzato.
"I capelli sono vostri oppure ci mettete qualcosa?" Le chiese una signora rimasta zitta per molto.
"Io e mio fratello siamo nati così. Nostra madre era solita chiamarci i figli della luna per questa caratteristica, ma non abbiano nulla a che fare con le streghe." Le rispose facendole ridere tutte quante.
"Signore. Posso rubarvi per un attimo la compagnia di mia sorella? Mi ha promesso il suo primo ballo e vi prometto di riportarla appena posso." Disse Philip venendo in soccorso della sorella.
"Ma certamente. Siete due ragazzi veramente educati. Se ne vedono pochi come voi al giorno d'oggi." Disse un'altra signora guardandoli affascinata dalla loro somiglianza.
"Vi ringrazio." Disse Philip per poi congedarsi.
"Ti ringrazio infinitamente. Mi hai salvata." Disse Eadlyn sorridendo.
"Sì, io ti ho salvata e ora mi devi un ballo." Le disse trascinandola verso il centro della sala.
L'orchestra iniziò a suonare un brano che loro conoscevano molto bene ed iniziarono a ballare come fossero stati un unico corpo.
Philip fece volteggiare la sorella mentre parlavano di cosa avevano mangiato.
"Hai visto il re? Non è ancora venuto a cercarci e ciò mi preoccupa." Gli chiese preoccupata mentre ballavano.
"Starà cercando cosa mettersi per far colpo su di te." Le disse strappandole una risata divertita.
"Ma le sue cortigiane non saranno arrabbiate con lui? Insomma, le tradirebbe con i rischio di non rivederle più?" Gli chiese confusa.
"Anche loro lo tradiscono e lo stesso fa lui da molto tempo. È il re e non gli importa di ciò che gli altri pensano." Le spiegò.
"E la nostra famiglia è il suo cagnolino da guardia. La faccenda della Scozia è stata risolta?" Gli chiese preoccupata.
"Sì. Ora dobbiamo indagare su un'altra faccenda in Irlanda. Niente di impegnativo. Manderò Harry ad occuparsene, quindi ora goditi il ballo. Dubito che parteciperemo ad altri in futuro." Le disse sorridendo.
Neanche a lui piacevano se non era presente la sua amata.
Eadlyn ballò con altri quattro uomini con i quali conversò, cercando di sembrare indifferente riguardo ai loro commenti sulla sua bellezza e somiglianza con il fratello.
Siamo gemelli. Dobbiamo essere simili.
Mentre conversava con alcune nobildonne, entrò il re e tutti quanti si inchinarono al suo cospetto.
"Divertitevi, miei cari amici. La notte è ancora lunga e i balli ancora troppi." Disse sorridendo e subito dopo i nobili tornarono a conversare assaggiando il gustoso vino oppure a ballare.
Philip era in piedi accanto alla sorella che stava seduta su un divanetto, troppo stanca per i troppi balli che aveva dovuto accettare.
Il re, senza esitazione, si avvicinò a lei e le prese la mano tra la sua per poi baciarla.
"Mi fa piacere vedervi qui. Philip. Non vi dispiace se le chiedo un ballo." Gli chiese con tono che non accettava repliche.
"Affatto, ma ha gli arti doloranti. Se aspettate qualche minuto magari..." Cercò di dire Philip.
"Avete i piedi doloranti? Posso vedere?" Le chiese sedendosi accanto a lei.
Vuole controllarmi i piedi? Ma è impazzito? I miei piedi non li vede mai nessuno e non sono intenzionata a farli vedere nemmeno a questo tizio che tutti definiscono re.
"Pensandoci bene posso affrontare un po' di dolore. Accetto il vostro invito, maestà." Disse lei sforzandosi a sorridere mentre nascondeva i piedi coperti dalle scarpe con le farfalline azzurre sotto alle gonne di seta.
"Ma Eadlyn... Sei stanca." Le disse il fratello guardandola confuso.
"Non preoccuparti." Gli disse sorridendo.
"Allora mi offrite il privilegio di ballare con voi, milady?" Le chiese il re alzandosi in piedi e porgendole la mano.
"Certamente." Disse lei alzandosi dal suo comodo posto.
"Come vi sembra la corte? Vi aggrada, mia signora?" Le chiese mentre ballavano.
"È molto bella, ma non è il mio ambiente. Sono una persona a cui piace stare all'aperto, circondata da alti alberi in un grande bosco." Disse lei sorridendo nostalgica.
"Siete la prima donna che afferma ciò. Siete singolare." Le disse sorridendo.
"Mi piace come termine." Gli rispose lei ricambiando il sorriso.
"E non parliamo di questo pomeriggio. Avete sconvolto la mia corte arrivando in sella ad un cavallo. Credevano foste una guerriera, ma devo ammettere che eravate molto affascinante." Le disse mentre la avvicinava a lui.
"Non lo sono affatto. Voi uomini credete che sia strano solo vedere una donna in sella ad un cavallo, ma in realtà ne avete paura." Gli rispose guardandolo mentre cercava di allontanarsi un po'.
"Paura? Come mai usate questo termine?" Le chiese confuso.
"Perchè all'essere umano una cosa che non riesce a definire, gli fa venire paura. Voi uomini avete paura di vedere una donna in sella al suo cavallo perchè non lo avete mai visto prima. Generalmente le nobildonne si fanno un giro in sella sul loro cavallo, ma non sono loro a tenere le redini. Quando poi sono loro a tenerle ed a manovrare il cavallo, avete paura." Gli disse mentre volteggiava tra le sue braccia.
"Paura. Può essere. Mi sorprendete ogni volta." Disse lui ridendo.
"In molti me lo dicono, ma con il tempo ci si fa l'abitudine." Disse lei mentre il ballo stava per terminare.
"Non ne dubito. Posso trattenermi ancora per un po'? Magari facciamo una passeggiata e vi faccio vedere i giardini." Disse lui notando che erano rimasti gli ultimi al centro della stanza.
"Ne sarei felice." Rispose lei chiedendo perdono ai suoi piedi.
La fece uscire dalle porte finestre e si ritrovò al margine di un grande giardino.
C'erano fiori, aiuole, alberi tagliati in strane forme e fontane raffiguranti la mitologia greca.
"Eadlyn cara. Ho parlato con vostro fratello di una faccenda che mi sta a cuore." Disse stringendole la mano.
"Lo so. Me ne ha parlato." Rispose lei cercando di non ridere. Aveva parlato con lei anche quando erano sul campo di battaglia e come se fosse una faccenda dovuta o di morte il re si era accampato tra i due eserciti non avendo timore di essere ucciso.
"Ecco. Eadlyn, voi mi piacete e credo che ve ne siete accorta molto tempo prima." Le disse frugando nelle tasche.
Voleva tirare fuori l'anello con il diamante da otto carati incastonato assieme ai piccoli smeraldi e rubini, ma lei lo fermò prendendogli la mano tra le sue.
"Maestà... A voi piacciono solo i miei occhi e trovate singolare il colore dei miei capelli. Al vostro fianco verrò solo derisa e anche voi lo sarete. Conoscendomi più a fondo vi renderte conto che non c'è nient'altro di bello o affascinante. Sinceramente se proverete a chiedermi di sposarvi, mi sentirò come un animale in gabbia. Questa faccenda mi ha tenuta sveglia troppe notti provocandomi malori troppo dolorosi. Ho provato a pensare ad una vita a corte, affianco a voi o semplicemente per vivere qui, ma non ci riesco. Ho l'impressione di perdere il contatto con la realtà e di impazzire. Dovete sapere che sono diversa dalle altre. Sono talentuosa e gradevole, ma non un'ottima compagnia. Tendo a stare zitta preferendo rifugiarmi su un albero per leggere in tranquillità oppure cavalcare tra i boschi finchè tramonta il sole." Disse lei più a sè stessa che al re.
"Potresti fare tutte queste cose anche qui." Le disse sorridendo cercando di non darsi per vinto.
"Ma sarei obbligata ad essere seguita dalle guardie. Non sono la donna per voi, maestà. Potrete trovare una donna degna di voi che vi merita e che vi ama." Gli disse accarezzandogli un braccio.
"Capisco. Molto bene. Preferisco avervi come amica, allora. Siete una compagnia divertente e spiritosa." Le disse sorridendo, ma nell'intimo aveva il cuore infranto.
Ritornarono in sala ed Eadlyn dovette accettare altri tre balli per poi avere finalmente la libertà di andare nelle sue stanze per dormire.
Con l'aiuto delle cameriere si sbarazzò dell'abito e si sciolse i capelli argentei per poi indossare una veste da camera.
Si stese sul letto e si addormentò.
Verso le cinque del mattino, durante l'alba, si svegliò a seguito del solito incubo e decise di andare all'aperto per svuotare la mente, così si preparò in fretta ed uscì per cavalcare.
"Milady. Cosa ci fate sveglia a quest'ora?" Le chiese un signore che stava spazzolando un cavallo.
"Ho bisogno di cavalcare. Avete un cavallo pronto per essere sellato?" Gli chiese gentilmente mentre si infilava i guanti di velluto.
"Glielo faccio preparare immediatamente, ma ci vorrà del tempo per trovare la sella per voi." Le disse sorridendo.
Non aveva mai visto una signora svegliarsi così presto per venire a cavalcare.
"Non mi serve una sella per donne." Gli rispose gentilmente e mentre attendeva il cavallo, arrivò suo fratello.
"Sapevo di trovarti qui. Che ci fai sveglia a quest'ora?" Le chiese ridendo mentre teneva in mano i guanti di cuoio.
"Potrei rivolgerti la stessa domanda." Gli rispose guardandolo con un piccolo sorriso divertito.
"Immagino sia il tuo stesso motivo." Le rispose sorridendo per poi chiedere all'uomo un cavallo sellato.
Una volta che i cavalli furono pronti, i due fratelli si sedettero sulle selle per poi partire al galoppo.
"È magnifico." Disse Eadlyn mentre il venticello fresco le accarezzava il viso.
"Eadlyn. Non andare troppo veloce. Non conosciamo questi giardini." Le disse raggiungendola.
"Va bene." Disse lei facendo rallentare il suo cavallo.
Dopo un'oretta passata tra gli alberi e l'aria fredda del mattino decisero di ritornare per far riposare i cavalli.
"Ritorniamo lentamente. Mi sono affezionata a questo cavallo." Gli disse accarezzando la chioma nera del cavallo.
"Tu ti affezioni a tutti gli animali, ma va bene." Le disse ridendo.
Quando furono difronte alle scuderie notarono vari uomini intenti a conversare assieme al re.
"Oh. Philip e Eadlyn di Buckingham. Avete già terminato la vostra cavalcata mattutina?" Chiese loro il re sorpreso di vederli.
"Sì, ma se volete possiamo accompagnarvi dopo aver fatto abbeverare i cavalli." Gli disse Philip scendendo dal suo cavallo.
"Certo che siete mattinieri e resistenti voi due. Non si vedono più giovani come voi." Disse loro un lord che non aveva ancora conosciuto.
"Quando si vive per troppo tempo tra i boschi succede questo." Gli rispose Philip aiutando la sorella a scendere dal cavallo per poi posarla a terra.
"Ma ieri sera siente andati a dormire tardi. Siete ben riposati?" Chese loro il re mentre accarezzava il muso del suo purosangue.
"Freschi come due fiori. Ci svegliamo sempre prima dell'alba. È divenuta un'abitudine." Disse Eadlyn cercando di mascherare il dolore e l'amarezza della voce.
"Molto bene. I cavalli sono stellati e riposati. Ci avviamo?" Chiese loro il re guardando i presenti.
"Certamente." Rispose un altro lord mentre si avvicinava al suo cavallo.
"Prima le signore. Avete bisogno di aiuto?" Le chiese Carlo pronto a darle un aiuto.
"A salire è facile nelle giuste condizioni, ma il problema è scendere con la paura di inciampare sulla gonna." Gli disse per poi salire agilmente sulla sella e lo stesso fecero gli uomini dopo essersi ripresi dallo stupore.
Fortunatamente si era messa un vestito con poche gonne che le permetteva di muoversi agilmente, altrimenti avrebbe avuto bisogno di aiuto.
"Vostra sorella è veramente molto agile." Gli disse il re mentre si allontanavano dalle scuderie.
"È sempre stata un felino. È troppo curiosa e non posso fare altro se non accontentarla." Gli rispose guardando poi la sorella al suo fianco.
"Ve ne siete preso veramente cura. Lady Eadlyn. Ieri sera mi avevate riferito che siete un'abile cavallerizza. Volete dimostrarmelo?" Le chiese sporgendosi leggermente per guardarla bene.
"Mi permettete di avanzare difronte a voi?" Gli chiese curiosa afferrando bene le redini tra le mani guantate.

And If I... (Complementari O Uguali?)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora