Uno

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07/02/2031

«Zia, zia!» le urla della piccola Juliette mi trapano le orecchie, facendomi aprire gli occhi di scatto.
La piccola bambina di soli otto anni, sale sul mio letto e inizia a saltare sul materasso per cercare di avere una reazione da parte mia.
Mi alzo di poco e le prendo i fianchi con entrambe le mani, facendola stendere.
Mi metto a cavalcioni sul suo corpo, iniziando a farle il solletico sui fianchi, scaturendo la sua bellissima risata.
I suoi capelli biondi sono sparpagliati su tutto il letto e i suoi occhioni azzurri mi osservano con le lacrime ai lati degli occhi a causa delle risate.

«Papà ha appena portato la torta!» esclama dopo che la sua risata è andata a scemare.
Annuisco, accennando un piccolo sorriso, intanto che percepisco gli occhi di un'altra persona su di me.
«Devo preoccuparmi?» Pierre entra dentro la stanza e dopo avermi lasciato un bacio sulla fronte, si siede al mio fianco, osservando la figlia.
«Questa piccola peste mi ha svegliato.» gli dico facendo imbronciare la bambina; che adesso si è seduta con le gambe incrociate, ha le mani suoi fianchi e mi sta trucidando con lo sguardo.
Questo lo ha preso da me. Assolutamente.
«Siete identiche.» dice il mio migliore amico, scoppiando a ridere poco dopo.
«Io ho i capelli della mamma però.» puntualizza Juliette.
Pierre annuisce. Ha le labbra serrate.

Non gli piace parlare di Juliette, la madre della bambina.
Si sono conosciuti subito dopo la nascita di Jules. Da quel momento in poi è nata una forte intesa tra i due che li ha portati al matrimonio sei mesi dopo il loro primo incontro. Nove mesi dopo il matrimonio è nata Juliette. Ha preso il nome della madre che è deceduta dandole la vita.
Da quel momento in poi, Pierre rifiuta di conoscere altre donne all'infuori di me e delle nostre amiche. È andato avanti, è tornato lo stesso vecchio Pierre che è sempre stato, ma quel tasto è ancora dolente.

«È vero, hai i capelli della mamma e hai anche il suo sorriso.» le dice prendendola in braccio.
«Però ho i tuoi occhi.» Juliette è orgogliosa di avere gli occhi di Pierre. È così contenta, che alle volte si ferma a fissare il suo riflesso allo specchio e parla da sola, o meglio, parla con sua madre e si vanta di averli ereditati.
«Quando arriva Jules?» Mi blocco per un istante alle parole della bambina.
«Lo hai sentito?» domando in risposta al mio migliore amico che annuisce.
«Tornano da ‎st.Tropez verso mezzogiorno. Quindi per le due dovrebbero essere qui.» mi dice. Juliette si alza dal letto e va via.
Lo sa che quando si parla di Max è meglio non essere nei dintorni.
Ha imparato la sua prima parolaccia ascoltando proprio un discorso sull'olandese.
«Resterà, non è così?» sospiro alzandomi dal letto.
«Sì e ci sarà anche Isabella.» annuisco, infiliando ai piedi le infradito gialle canarino che Arthur ha ben pensato di regalarmi a natale. Le ha abbinate a un telo da mare e a tre diversi costumi da bagno del medesimo colore.
«Fantastico, davvero. — Copro il mio corpo con la vestaglia di Serpeverde e prendo da dentro l'armadio una scatola incartata e la porgo a Pierre che rotea gli occhi al cielo a causa della carta di peppa pig che ricopre la superficie del pacco regalo. — Non lascerò che vi rovini il compleanno.» dico e lui sorride.
«Ancora non mi hai fatto gli auguri, ingrata.» Scoppio a ridere alle sue parole e in pochi istanti mi butto sulla sua figura, facendolo cadere all'indietro sul materasso.

La doppia festa che si celebra da dieci anni a questa parte in casa Gasly-Leclerc è cominciata da più di tre ore e Jules ancora non si è stancato di rincorrere Cloud, la figlia di Daniel.
Credo che abbia una cotta per quella bambina, ma di certo non me lo direbbe mai. Per questi argomenti c'è Max. Io ci sono per la scuola, per i compiti, per le lezioni incrociate di nuoto, karate e i kart.

«Sorellina, dovresti sorridere.» Charles mi mette tra le mani il terzo bicchiere di spumante e succo di arancia e mi affianca. Spumante che finirà dentro lo stomaco di Pierre.
«Sorridi tu.» borbotto prendendo poco dopo un micro sorso del liquido giallastro.
«Vuoi davvero farti rovinare la festa solo perché si è portata lo stoccafisso dietro?» mi dice, punzecchiandomi il fianco con la mano.
Pierre deve essersi accorto di quello che ho tra le mani perché corre da me, mi ruba il bicchiere, si beve tutto il Mimosa e poi mi rimette in mano il bicchiere vuoto.
Charles non si è lasciata sfuggire questa cosa, proprio come Max, che dall'altra parte della stanza mi sta fissando.
«Sei incinta, non è così?» mi chiede Charles.
«Femmina.» rispondo soltanto, facendo spalancare gli occhi di Max e quelli di Chaeles nello stesso istante.
Dimentico spesso che Max sa leggere bene il labiale.
Bel modo di rivelargli che sei incinta di sua figlia, complimenti Mis.
«Quando avevi intenzione di farlo sapere a tutti e al diretto interessato?» domanda il mio gemello, spostando lo sguardo sulla mia pancia che non si vede, grazie al maglione extra large che indosso e nasconde perfettamente le mie forme.
«Alla nascita?»
Charles sbuffa e prende la mia mano, trascinandomi dentro la camera di Jules che è la più vicina al salone.
«Mis, che cazzo ti dice il cervello?» domanda incrociando le braccia al petto.
«Senti, ci siamo mollati. Sono anni ormai. Che ti aspettavi? Che dopo che lo abbiamo fatto per puro caso e da ubriachi al nostro compleanno, sarebbe tornato tutto rosa e fiori?» Charles deglutisce senza rispondere.
So esattamente che è quello che si aspetta. Sia lui che Victoria vogliono in tutti i modi farci tornare insieme.
«È per questo che ti sei persa gli ultimi mesi del campionato?» annuisco alla sua domanda intanto che l'unica persona sulla faccia della terra con cui non voglio stare rinchiusa nella stessa stanza, entra.
Non rispondo a Charles e non guardo Max.
«Mis, perché non lo hai fatto sapere prima?» domanda di nuovo Charles.
Sta volta si sta arrabbiando.
«Te l'ho detto, alla nascita.» rispondo senza guardarlo.
«C'è qualcosa che dovresti dirci?» dice di nuovo il mio gemello.
«Charles, no.» Non so quando Pierre sia arrivato, ma sta di fatto che è arrivato e mi sta salvando il culo da questa situazione scomoda.
«Tu lo hai sempre saputo?» chiede Max al francese che annuisce.
È la prima volta da mesi che sento la sua voce da così vicino.
«Vorrei una spiegazione.» sibila l'olandese.
«Non adesso, non oggi. Tornate alla festa o andate via da casa nostra.» Charles e Max sono sconvolti dalle parole di Pierre.
Io non lo sono. È sempre stato protettivo nei mie confronti, ma da dopo la morte di Juliette lo è stato maggiormente. A me va bene così, a lui va bene così e siamo entrambi felici.

Broken Heart | Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora