Nella tana del lupo

347 16 0
                                    

Capitolo spintarello... 🙈🙈

Percorro a ritroso il medesimo tragitto che mi aveva portato nel backstage e giunta in prossimità della stanza assegnata ai Mötley, la stessa che mi aveva visto occupante un'ora prima, rallento attratta dalle voci familiari dei ragazzi. Entro senza prima bussare o annunciare la mia presenza e ferma sulla soglia li osservo.

- Hey! Dove eri finita?- dalla voce scommetto che il mio batterista preferito c'ha dato sotto abbastanza con l'alcol e lo vedo rotolare giù dal divano dopo aver tentato di mettersi in piedi con troppa foga: un azzardo al suo equilibrio già precario.

Rido e scuoto il capo mentre Sixx, di spalle, e non più chino su di un piccolo tavolino tondo, esulta buttando in alto le braccia. Quando si volta e mi sorride ha uno sguardo da indemoniato e tracce di polvere bianca a imbrattargli la porzione di pelle tra naso e labbro superiore.

- Il pubblico vi attende! - dico e azzero le distanze tra me e il bassista schizzato.

- Oh sì! Lo so che attende -

Lo guardo negli occhi e avvicino le labbra alle sue, deviando il bacio dalla bocca alla cocaina che porto via con una carezza umida della lingua.

- Muoviamoci, che i fan attendono - Mars interrompe quello che presto ha assunto le sembianze di un bacio vero e proprio e sorridendo contro le mie labbra mormora un " non scappare, poi". Lo stringo a me, intrecciando le dita contro i suoi lombi fasciati di eccentrici calzoni di pelle e mi riapproprio delle sue labbra per un ultima volta.

Una volta rimasta sola nella stanza sospiro e mi siedo sul piccolo divano dai toni scuri che ricordano la cenere vulcanica, tanto quel grigio tende al nero. Accarezzo con la mano la grana sottile del tessuto in similpelle e mi guardo attorno. Una voragine mi apre lo stomaco, graffia risalendo verso l'alto; scava oltre il petto, dentro la cassa toracica fino a procurarmi un debole giramento di testa.

Slash.

L'immagine del giovane chitarrista fa breccia tra le varie emozioni contrastanti che lottano in me, combattono per un inspiegabile dominio sulla ragione. Lo stomaco compie nuovamente una capriola al ricordo di come quel giovane accarezzava la sua chitarra, facendone vibrare le corde con una tale passione che mi aveva lasciata interdetta, senza parole.

Slash.

Ancora quel viso celato dai folti ricci.

Afferro la catenina alla quale è assicurato il lasciapassare e la stringo nella mano. È davvero quello che voglio?
Sì, cazzo. È quello che voglio.
Voglio conoscerlo meglio e se l'unico modo per farlo è entrare in quella tana di lupi, allora lo farò.

Mi era bastato oltrepassare la stanza dei Mötley e salire una rampa di scale per raggiungere, seguendo la pista uditiva, quella messa a disposizione della band. E io che pensavo che i miei fossero gli unici delinquenti della scena musicale Los Angelina...

Un via vai di donne di qualsiasi età intasa l'ingresso alla stanza e mi sento quasi di troppo...
Quasi. Mi stringo nelle braccia e mordo il labbro, incerta ancora su cosa fare, ma la voglia di conoscerlo è tanta e il non afferrare la mano che mi ha porto equivarrebbe a depennare irrimediabilmente il mio nome dalla sua testa.

Un paio di volti maschili fanno capolino dalla porta, e mi passano accanto avvinghiati a ragazze visibilmente su di giri. Riconosco subito il batterista e il chitarrista moro, quest'ultimo mi guarda curioso con i suoi splendidi occhi di un indefinito colore. Verdi? Marroni?

- Vieni con noi?- domanda il biondino con un sorriso ubriaco a illuminargli il viso.

- Slash?- domando glissando la sua.

- È dentro e...- ma lo interrompo con un grazie e mi infilo a forza in quella stanza, spintonando un paio giovani che chiacchierano ferme a qualche passo dall'ingresso. E quello che vedo mi fa rimpiangere il delirio post concerto dei cretini dei Mötley.

Il bassista, di cui non so il nome, è riverso faccia in giù su di un divano troppo piccolo per contenere la sua enorme statura. Quel tizio sfiorerà i due metri, tanto è alto e le gambe penzolano dai braccioli del sofà come rami di una quercia in inverno.

Un paio di ragazze sono sedute ai piedi dello stesso divano e si stanno fumando una canna, mentre cercano di tenere forse sveglio il biondo. Per quel che so, una canna lo manderebbe a nanna per una giornata intera, data il suo già elevato grado di fattanza... altro che sesso fantasioso.

Volto la testa e scorgo il cantante che, in piedi di spalle, isolato dal resto del mondo presente in quella stanza, è impegnato in una fallatio a due bocche. Curiosa avanzo di qualche passo fino a scorgere meglio la scena: deliziosa prospettiva, quella, con il tipo che tiene il ritmo mantenendo le due ragazze ferme per i capelli. Ed è bello da far paura. Lineamenti da angelo con carisma demoniaco. Non so per quanto tempo rimango lì ferma, imbambolata alla vista della scena peccaminosa ma trasalisco al flebile sussurro della sua voce nell'orecchio.

- Hey...-

Mi volto appena sopra la spalla fino a immergermi in due iridi nere come la pece, rese ancora più oscure dall'effetto di droga e alcol.

- E io che pensavo di aver visto ormai tutto...-

Lui sorride e sposta lo sguardo sulla scena che si protrae ancora davanti a noi; mi ritrovo a fare la stesa cosa e, complice la presenza fisica del ragazzo, percepisco una deliziosa tensione al basso ventre seguita da un crescente e incesante desiderio. E cazzo, non riesco a mascherarlo. Il respiro diventa irregolare e retrocedo fino a sentire il corpo di Slash contro il mio. Aderisco al suo torace, al suo addome e mordo il labbro quando qualcosa di più consistente mi spinge contro il sedere.

- Vuoi guardare?- mi chiede e annuisco stringendogli le dita di una mano con le mie mentre il cantante si svuota dentro le loro bocche avide.

Dirty lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora