Capitolo 3

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Un silenzio riempiva il corridoio, mentre le persone aspettavano con ansia quello che il ragazzo riccio avrebbe potuto fare. Louis non aveva paura, era pietrificato, ma non aveva paura. Non si spaventava mai, era impossibile per lui.

Ma rimase scioccato quando Harry si chinò, raccolse i suoi libri e glieli porse, mormorando piano: “Mi dispiace, non guardavo dove andavo.”

Il ragazzo dagli occhi blu guardò l'altro andare via con il capo chino, mentre la folla riunita nelle scale si apriva per farlo passare e tanti sussurri rompevano il silenzio.

Louis era troppo sconvolto e si accorse di Zayn e Liam correre verso di lui solo quando lo stavano già bombardando di domande.

“Stai bene? Non sono riuscito a sentire quello che ti ha detto. Perché ti ha raccolto i libri?”, chiese il pakistano freneticamente, controllando Louis per vedere se fosse rimasto ferito.

Prima che potesse rispondere, Liam domandò preoccupato: “Ti ha minacciato? Se lo ha fatto andiamo dal preside. Che ti ha detto?”

“Vi risponderei se mi deste il tempo”, sbuffò Louis, camminando per il corridoio con i due al seguito, “Mi ha solo chiesto scusa. Non mi ha fatto del male, davvero. Non so perchè pensino tutti che sia pazzo.”

“Beh, non lo so, forse perché ha ucciso qualcuno ed è andato in prigione?”, esclamò Zayn, guardandolo incredulo.

Il ragazzo capiva il loro ragionamento e perchè fossero basiti.

Harry aveva ucciso una persona, ma Louis voleva aspettare prima di giudicare. Aveva ammazzato suo padre, ma deve aver avuto un motivo per farlo. Forse l'avevano costretto, o forse aveva dei disordini mentali e non sapeva quello che stava facendo.

Vedendo che aveva ancora due minuti prima che iniziassero le lezioni, Louis salutò i suoi amici che gli lanciarono uno sguardo preoccupato mentre girava l'angolo. Li ignorò.

I corridoi si svuotarono rapidamente, e lui entrò nell'aula di inglese e si sedette al suo posto, tirando fuori la sua cartellina e guardando i fogli che gli avevano dato il giorno prima.

L'ultima campanella suonò e la sua insegnante, la signora Haynes, si alzò e disse: “Bene ragazzi, la lezione è iniziata. Ora, datemi i compiti e rispondete alla domanda scritta sulla lavagna su un pezzo di carta.”

Louis prese un foglio e lesse la frase. “Credete che tutti abbiano un proprio “lieto fine”?”

Ci pensò su prima di scrivere la risposta, con tanto di esempi e ragionamenti. Era una persona molto profonda e acuta e prendeva tutto parecchio seriamente.

Non passò molto tempo prima che qualcuno bussò alla porta e il preside entrò con Harry al suo fianco. Era la prima volta che ebbe l'occasione di guardarlo bene e pensò che fosse più che bello.

I suoi scuri capelli ricci erano lunghi e gli ricadevano sul viso dolcemente, anche se avvolti da una bandana. Indossava una maglia bianca e una camicia a quadri sotto ad una giacca di jeans e le gambe erano fasciate da un paio di pantaloni stretti.

Ma la cosa che Louis preferiva erano gli occhi.

Aveva sempre creduto che le emozioni e i pensieri di qualcuno potevano essere letti attraverso gli occhi e quelli verdi di Harry erano scuri, e trasmettevano dolore e solitudine.

“Salve, signor Bridgens.”, salutò la professoressa, guardando il ragazzo, che era scuro in volto e ora fissava il pavimento. Non aveva nessun libro in mano.

Il preside Bridgens ricambiò il saluto prima di schiarirsi la gola e dire: “Scusi l'interruzione. Questo è Harry Styles. È un nuovo studente e molti di voi forse lo conoscono già, siate gentili con lui. Buona giornata.”

Dangerous (larry AU // italian version)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora