*Quarta parte*

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Nicolas tornò in camerino a prendere da terra i cerotti e le bende che aveva tirato appena sentito il rumore, e anche la pomata. Venne di fretta in cucina, da me, e mi aiutò a sedermi sulla sedia.

"E allora? Mi racconti perchè eri lì?"  mi chiese Nico

"Lì dove?"

"Lì! Dai hai capito dove intendo. Sulle scale"

"Ah, sì. Tutta colpa di un ragazzo"

"Di un ragazzo?"  mi chiese lasciando di colpo la caviglia che mi stava medicando

"Ahi!"  urlai afferrandola

"Scusa, scusa"  mentre riprese tra le sue mani la mia caviglia

"Comunque non preoccuparti va tutto bene"  dissi con aria stanca

"Hei, non fingere Sally. So che non è così. So che non va affatto bene"  mi disse Nico guardandomi dritto negli occhi e fermandosi con le mani

Io sorrisi "Va bene. Oggi sono arrivata in ritardo in classe ed era rimasto l'unico posto libero. Accanto un ragazzo. A fine lezione sono andata in bagno e delle ragazze se la sono presa con me perchè lui era il loro ragazzo, gli andavano dietro da tanti anni mi dissero. Ma a me quel ragazzo non m' importa, è arrogante!"

"Oh, capisco" mentre riprese a passarmi la pomata

"Ecco, ho finito.  Prova a camminare" mi disse sorridendo

Mi alzai. Feci due passi e caddi, sì, ma non del tutto, mi prese al volo Nico.

"Dai riprova. Puoi farcela" 

Feci tre passi e caddi di nuovo. Questa volta però Nicolas stette fermo e mi guardò. Io non riuscivo a sollevarmi da sola, afferai con le mie braccia il suo busto.

"Ti prego aiutami" dissi mentre le lacrime cominciavano a scendere.

Nico mi tolse le braccia dal suo busto, mi afferrò gambe e schiena e mi prise in braccio, mi guardò dritto negli occhi "perchè piangi?"  mi chiese  "perchè sono stanca e imbarazzata"  risposi  evitando di incrociare il suo sguardo.

"E perchè eviti il mio sguardo?"  mi chiese ancora

Stetti in silenzio per cinque secondi e mi voltai verso di lui, lo guardai dritto negli occhi e dissi "Non ho voglia di perdermi ancora nei tuoi occhi, mi ci sono giá persa troppe volte e sono sicura che appena mi ci perdo un'altra volta non ne saprei più uscire"

"Facciamo la prova?"  mi disse ridendo Nicolas

"No"  risposi fredda

"E adesso cosa ti prende?"

"Mettimi giù"

Nico mi mise giù, da sola, senza appoggio.

"Hei"  dissi guardando Nico negli occhi  "non intendevo giù per terra. Intendevo seduta"

"No" mi rispose ridendo di me

"Bene. Farò da sola"

"Bene"

Volevo sedermi per terra e trascinarmi fino a raggiungere la sedia, ma non arrivai alla sedia, mi fermò Nicolas

"Smettila"  mi disse

Io lo guardai. "cosa vuoi?"

"Vederti felice" 

"Lo sono"

"Sì, certo"

Lo guardai, "basta" , ripresi a strisciare

Nico mi si mise davanti. Mi allungò la mano come per dirmi  "lasciati aiutare".

Misi la mia mano sulla sua e mi sollevó.  Ma non mi sedette. Stette lì, a guardarmi mentre mi sorreggeva.

"Mi porti a casa?"  dissi abbassando lo sguardo.

Nicolas stette ancora fermo. Mentre stavo per alzare lo sguardo mi baciò di scatto a stampo. Rimasi con gli occhi aperti, non ebbi tempo di capire. Lo afferrai e lo baciai

"Ecco questo è un bacio"  dissi ridendo

Lui rise e mise la mia fronte contro la sua. Mi bació un'altra volta.

"Wow"  dissi  "le tue labbra"  e sorrisi.

Lui ricambiò il sorriso.

"Adesso mi dici chi è quel ragazzo?"

"Non so come si chiami"

"Descrivimelo"

"Perchè?"

"Tu fallo"

"Capelli biondi, occhi castani, arrogante e prepotente"

"John!"

"Lo conosci?"

"Purtroppo sì"

"Chi è?"

"Johnathan, il mio compagno della scuola media"

"Oh. Mi spiace"

"Mi ha sempre fatto antipatia questo John. Adesso lo odio"

"Perchè?"

"Perchè ti ha fatto del male"

Io sorrisi, lo guardai, lo afferrai e lo baciai

"Adesso sto bene"  mi disse ridendo

Risi.

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