*Terza parte*

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Andai alla farmacia.

Aspettai che arrivasse il mio turno e dissi "Buon giorno, avete lo sciroppo per tosse secca 'sciroseccaT'?"

"No, mi spiace, gli sciroppi per tosse secca sono esauriti" mi disse

"Mi saprebbe dire quando arrivano?"

"No, non sappiamo quando ce li riconsegneranno, mi dispiace"

"Ah ok grazie, arrivederci"

"Arrivederci" mi rispondette la ragazza dal lungo camicie bianco.

Tornai sotto casa. C'era Nicolas che palleggiava sul piede sinistro e canticchiava una canzone. Era girato di spalle. La sua voce era bellissima; sottile, cauta e calda.

Mi avvicinai e mi fermai circa due metri prima di lui. Chiusi gli occhi e mi lasciai andare dalla sua voce. Lui si fermò da un punto all'altro, io aprisi di scatto gli occhi e lui si girò verso di me.

"Hei" mi disse con aria più che imbarazzata.

"Che voce stupenda" dissi molto timidamente e balbettando.

"Oh, grazie, ma so che non è così! Ti supplico non prendermi in giro" disse. Si notava che il suo imbarazzo andava crescendo sempre di più.

"Ma scherzi?!"  risi  "dico davvero, la tua voce è fantastica! Non sto affatto prendedoti in giro".

Lui mi sorrise e disse "grazie" con una voce bassa e sottile che si faceva fatica a sentire.

Io, tornai in casa e andai nella mia camera che condivido con mio fratello, ma al momento Cris non c'era, era fuori con amici.

Cris ha diciassette anni appena compiuti. Va alla Nort West School. È un fratello dispettoso, arrogante e sgarbato, ma tutto sommato gli voglio un bene dell'anima, mi dispiace quando fa a botte con i suoi coetanei e quando capita vorrei dargli un bel ceffone per fargli capire quanto odio tutto ciò (a volte lo faccio ma lui non capisce).

...Il giorno dopo...

La sveglia non mi tradisce mai (purtroppo), ogni giorno suona alle 6,30 del  mattino. Vado a scuola. È il mio primo giorno da liceala, spero vada tutto bene e  di trovare delle amiche simpatiche e sincere.

Scendo da casa, chiudo il cencello ed entro in macchina. Alla guida c'era mia madre, guidava piano, era tranquilla e felice (al contrario mio). Ero nervosissima e ansiosa, ero sicura che come sempre sarei stata messa da parte da tutte le altre ragazze e ragazzi. Stavamo arrivando alla mia nuova scuola. L'ansia saliva sempre di più.

"Eccoci arrivate" disse mia madre.

Io feci un finto sorriso per non fargli accorgere l'ansia, il nervoso e la tristezza.

"Perchè fingi di essere felice adesso che siamo a scuola?" mi chiese preoccupata mia madre.

"Oh no, se ne accorta"  pensai

"No mamma, sono felice, tranquilla"  risposi

"Ok adesso vai, o si fará tardi" ribattè mia madre.

Io sorrisi e scesi dall' auto.

Entrai, sembrava davvero una scuola accogliente. Ero spaesata, cercavo la mia aula in mezzo ai ragazzi, mi fermò una professoressa dai capelli corti, neri, con sfumature di bianco

"Signorina, cosa sta facendo lei qui?" mi chiese.

"Sono in cerca della mia aula" risposi.

"Qual è il suo nome? e glielo dico subito"

Come una favolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora