11.45- 4 gennaio
il raggio di luce che filtrava dalla tapparella semi chiusa puntava direttamente sugli occhi di martino ancora avvolto disordinatamente nelle coperte. la sveglia suonava in continuazione ma, per il ragazzo, in quel momento ogni suono pareva attutito e lontano. aprì con estrema lentezza e fatica gli occhi rossi e gonfi, conseguenza della notte passata in lacrime. non appena il raggio di sole colpì la sua pupilla si girò istintivamente dall'altra parte del letto portando uno dei tanti lenzuoli fin sopra la testa quasi a scomparire, anzi, in quel momento desiderava solo bastasse così poco per farlo davvero.
riusciva a sentire il sangue che scorreva pulsargli nelle tempie, il suo respiro pareva mille volte più pesante del solito, quasi come se una mano gli premesse sul petto fino a impedirgli di prendere aria nuova... stava male, malissimo.
allungò una mano tremante fin sopra le il naso e la appoggiò delicatamente sulla fronte: era bollente, "cazzo" sussurò piano mentre constatava di essersi ammalato.
chiuse gli occhi di nuovo, non sapeva con certezza quanto tempo avesse dormito ancora, sapeva solo che a svegliarlo nuovamente era stato il suono della chiavi che giravano nella serratura: giovanni stava entrando in quella che, prima che martino se ne impossessasse, era la sua camera.
"zii, t'appost? hai una faccia..."
"no gio, penso di avere la febbre"
"dai vieni qui.." martino a quel comando si alzò a gambe incrociate sul letto nonostante ogni movimento brusco gli causasse ancora più nausea. giovanni lo "visitò" dolcemente per poi concordare col rosso che probabilmente aveva preso troppo freddo sulle piste.
martino sospirò esasperato mentre si lasciava cadere di nuovo steso sul cuscino, mandò giù con difficoltà il nodo che gli si stava creando in gola e poi accennò piano "nico?" probabilmente aveva paura della risposta che avrebbe potuto ricevere.
"è uscito con silvia, filo e... stefano" all'ultima parola la voce di giovanni si fece più bassa, consapevole di aver reso ancora un po' più profonda la ferita che stava lacerando martino.
"ha chiesto di me?"
"no.."
"ok" quest'ultimo fu un sussurro, un sussuro che in realtà esprimeva tutto tranne che un "ok"...era ferito, ferito dal fatto che non si fosse premurato nemmeno di chiedere a uno dei suoi amici come stesse, ferito per essere stato abbandonato in un momento di estremo bisogno dalla persona che lui avrebbe messo sempre prima di tutto e tutti.
era arrabbiato con lui? probabilmente si, anche se al tempo stesso, se solo ne avesse avuto l'opportunità si sarebbe lasciato cullare tra le sue braccia immediatamente.
stava soffrendo: era la prima volta che soffriva e nico non era fianco a lui a tenergli la mano, era la prima volta che non gli stava passando la mano tra i capelli per alleviare il mal di testa, era la prima volta che si stava riaddormentando intontito con la testa sprofondata nel cuscino e non poggiata dolcemente sul petto del suo grande amore.
vero si, martino era abbastanza grande per poter affrontare un'influenza da solo, ma il dolore immenso che provava unito alla malattia lo rendevano così piccolo e indifeso, così tanto che, lasciato solo in quel letto apparentemente enorme, si sentiva soffocare ancora un po' di più.ehii, eccoci col capitolo 3.. scusate se non è molto interessante ma penso sia giusto lasciare un po' di spazio alle emozioni di martino prima di continuare. come sempre vi chiedo se vi va di lasciarmi un commentino così da sapere se continuare❤️
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un minuto ancora|| rames
Romancecosa succederebbe se, in un momento già di tensione tra martino è niccolò, una nuova persona dovesse contrapporsi tra il loro amore? forse lo scoprirete proprio durante questa vacanza in montagna che i ragazzi decidono di organizzare per festeggiare...