capitolo 8|| crisi

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10.30-6 gennaio
(pov di niccolò)
mi sono svegliato felice, troppo felice.
rido, sto ridendo da quando ho aperto occhio... rido perché la maglietta di stefano è di un blu troppo divertente, perché la porta quando si apre emette dei cigolii esilaranti.. rido per tutto, cosa c'è di male?
perché stamattina stefano mi guarda così?
perché gio si è avvicinato a me con fare fin troppo gentile? cosa vogliono tutti da me?
mi gira la testa.
c'è troppa luce.
dov'è marti?
c'è troppo rumore.
state zitti, tutti.

(pov di martino)
stamattina mi sono svegliato per ultimo, non che sia una novità, ma sto cercando di recuperare un minimo di forze visto che l'influenza si ostina a persistere nel mio corpo. in realtà oggi, a destarmi dal mio sonno profondo, sono stati tutti i rumori di sottofondo provenienti dal corridoio: sento i miei amici urlare e correre da un parte all'altra della struttura... chissà cosa starà succedendo.
"nico dai, calmati vieni qui" mi giunge fino all'orecchie questa frase e, all'improvviso, spero solo con tutto me stesso di non aver sentito bene. 
e se stesso avendo una crisi? devo uscire subito.
in cinque minuti sono fuori dalla porta e, la scena che si apre ai miei occhi, mi lascia paralizzato qualche istante. nico sta male, è nel mezzo di uno dei suoi attacchi ed io non posso fare assolutamente niente.
vedo i miei amici, completamente inesperti, continuare a darsi il cambio freneticamente nell'affiancare niccolò in questo momento difficile.
e stefano? beh a quanto mi è stato riferito stefano aveva ritenuto la situazione "troppo grande per lui" e aveva preferito uscire dall'hotel quella mattina per "schiarirsi le idee", 
non ci potevo credere.
era ormai da cinque anni che affrontavo ogni singolo momento del genere al suo fianco, con pazienza, amore e comprensione.. questa situazione di impotenza mi sta lacerando.
nico si accascia in un angolo della sala: è stremato: glielo leggo negli occhi, dopo aver superato un momento di iperattività ora comincia a scendere, sempre più giù.
"marti.." :mi si avvicina gio
"sappiamo entrambi che nico ora ha bisogno di te, non di noi" rimango un attimo in silenzio a quell'affermazione: non mi aspettavo mi chiedesse una cosa simile.
accenno un "si" con la testa.. non posso lasciarlo solo ora, non importa l'accaduto dei giorni precedenti.
mi avvicino piano..
"ehi" tento di essere il più dolce possibile.
lui, che prima stava nascondendo la testa nelle braccia, alza lo sguardo e, piano piano, mi accenna un sorriso.
è già un conquista. così mi sbilancio un altro po' e mi siedo cautamente affianco a lui.
pian piano tutti i nostri amici scompaiono dal mio campo visivo e, per la prima volta da quando ci siamo lasciati, siamo di nuovo io e lui soli: marti e nico.
rimaniamo in silenzio, ora qualsiasi parola appare di troppo.
volto lo sguardo verso il suo, ci perdiamo così incatenati nei nostri occhi per un tempo che non saprei quantificare e, mentre sfoggio il sorriso più stupidamente innamorato che possiedo, mi sporgo nella sua direzione e lo abbraccio.
ci stringiamo così forte l'uno all'altro che pare quasi abbiamo paura di cadere se non ci aggrappiamo assieme... alla fin fine siamo feriti entrambi, tanto, davvero tanto.
forse sto tornando a respirare, affondo la mia fronte nell'incavo tra il collo e spalla e, improvvisamente, tutti i problemi che mi hanno afflitto negli ultimi giorni appaiono più insignificanti.
lo sento piangere: vorrei stringerlo ancora più forte di così, anche se è umanamente impossibile.. in modo da reincollare i nostri pezzi rotti nell'abbraccio più sincero e innocente che ci siamo mai dati.
"ehi, non piangere.. ci sono io qui"

si, ci sono io lì.
e non me ne ero mai andato

ehii, scusate se pubblico il secondo capitolo così presto ma non avrei potuto in nessun altro momento oggi. cosa ne pensate? ve lo aspettavate? la storia comunque non è ancora finita😉

un minuto ancora|| rames Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora