Esattamente alla stazione era arrivato il giovane corvino, sul viso aveva uno sguardo dolorante ma allo stesso tempo nostalgico, dopo tanto tempo era tornato nel suo luogo di nascita, la sua città natale, luogo in cui aveva sofferto tanto e dove aveva anche lasciato tantissima felicità, era tornato nel posto in cui aveva conosciuto la sua ragazza dai capelli rossi, la stessa che adesso era rinchiusa in se stessa per la morte di quel caro amico che per lei era un padre.
Al ragazzo al solo pensiero della propria ragazza in lacrime, gli si stringe il cuore. Da quando aveva ricevuto la notizia da Marilla non faceva altro che pensare alla sofferenza che stesse provando, ed era tornato pensando che avrebbe potuto alleviare un po' di dolore da quella splendida persona.
Era così assorto dai i suoi pensieri che non si era accorto che qualcuno gli stesse sventolando una mano davanti al viso. Guardò il proprietario di quella mano e sul volto comparve un enorme sorriso, era il suo grandissimo e fidato amico Sebastian, ma lui preferiva essere Bash. Era contento di non dovere fare la strada verso casa da solo perché era sicuro che si sarebbe intrappolato tra i suoi pensieri e non sarebbe riuscito ad uscirne facilmente, anche se era giovane la sua mente andava a tremila creando infinità di problemi che alle volte non erano neanche esistenti e questo alle volte lo turbava.
Scosse la testa, e abbraccio il suo migliore amico, doveva ammetterlo gli era mancato abbastanza, il maggiore preso alla sprovvista in un primo momento non ricambio, ma si riprese subito e stringe il minore a se, gli era mancato, anche a sua figlia che sentiva la mancanza del ragazzo in casa, anche se non parlava il riccio la vedeva guardare la porta sperando che il corvino la oltrepassasse, ma non succedeva mai.
Lo continuava a stringere finché non sentì tossire, si stacco guardandolo --Mi stavi per soffocare!-- disse Gilbert mettendosi una mano sul petto, Bash a guardarlo non poté far altro che ridere, non sapeva bene il motivo di quella risata ma ne aveva bisogno dopo tutto quel tempo, aveva sofferto anche lui per la perdita del povero Matthew, lui gli faceva compagnia aiutandolo con la bambina quelle volte che non doveva stare nel campo a coltivarlo, lo aiutava con il campo di mele e alle volte gli portava un po' di mangiare che faceva Marilla, visto che la donna era abituata a cucinare per tre.
Gilbert lo guardo e sorrise, era felice di essere tornato, ma non sapeva quanto sarebbe potuto tornare, ovviamente aveva detto al direttore che doveva tornare nella sua città natale perché un suo carissimo amico se ne era andato, il direttore aveva acconsentito subito, ma con la condizione che sarebbe dovuto tornare prima degli esami finali e che gli sarebbe arrivata una lettera una settimana prima per convocarlo all'università e farlo ripassare tutto ciò che aveva appreso e ovviamente anche studiare cose che non avrebbe appreso in quelle settimane.
Alla mente gli balzo di nuovo l'immagine di Anne e afferro subito Bash per il braccio --Portami da lei-- il maggiore annuì solamente, prese la valigia del minore e la porto sul carro, aspettando il ragazzo che in una semplice mossa salì. Dopo che fu salito anche l'uomo cominciò a far tirare i cavalli il carro, notò che il ragazzo accanto a se non smetteva di battere il piede sul legno, per caso era nervoso?
Infatti il corvino era in ansia per la reazione della rossa, non sapeva come avrebbe potuto reagire, gli avrebbe anche urlare contro oppure semplicemente l'avrebbe abbracciato, non ne aveva idea, ma di certo era sicuro di una cosa l'avrebbe rivista, nella sua mente cera sempre quella immagine di loro due che si sarebbero rincontrati, ma pensava che sarebbe successo finiti gli studi oppure nelle vacanze date dalle scuole per tornare a casa, non si sarebbe mai aspettato di dover tornare a casa solo per piangere un amico morto e consolare la sua unica fonte di felicità, era vero aveva amici e una nipotina ma nessuno di loro gli dava lo stesso calore che gli dava lei al petto ogni volta che gli sorrideva, rideva oppure parlava, anche se alle volte gli urlava contro cose per farlo ragionare oppure solamente per sfidarlo. Gli mancavano quei giorni di scuola, dove c'erano tutti i suoi amici e Miss Stacy, si divertiva a studiare a giocare e fare ricreazione, erano gli anni in cui non doveva pensare a nulla, ma non per lui, fin dalla giovane età ha sempre dovuto accudire suo padre che era malato, aveva anche saltato un anno di scuola per stargli accanto, ma niente di tutto ciò che lui aveva fatto fu abbastanza, suo padre venne portato via troppo velocemente secondo lui, ma nessuno scappa al destino e questo tutti lo sanno bene.
Aveva vagato cosi tanto tra i suoi pensieri che non si era accorto di essere davanti la casa di Anne..
SPAZIO AUTRICE
HIII!! So che non aggiorno da un po' su questa storia e mi dispiace tantissimo. Ma ho avuto problemi.. sto cercandpo di aggiornare su tutte le storie. Con questa ho fatto 900 parole so che sono poche ma..hey sono sempre una novellina.
Comunque sperò che vi piaccia questa 5parte perché diciamolo ci ho messo tanto per scriverla anche se non sembra, scusate se ci sono errori di calligrafia e nelle frasi..
Se volete potete lasciare un like e un commento..
UN GROSSO BACIOOO
STAI LEGGENDO
Resta Ancora Con Me Anne
RomanceE se la storia di Anne E Gilbert non fosse finita qui? E se continuasse? Hanno cancellato il seguito, ma potremmo immaginarlo noi, no? >Capitoli Corti 10 #anne 06/04/2020 15#annewithane 06/04/2020 5 #annewithane 25/04/2020 4 #anne 27/04/2020 6 #shib...