{Capitolo 20}

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Duncan's pov

Mi sveglio sentendo un profumo di pancetta nell'aria, il che può essere sia negativo che positivo in verità.
Provo ad alzarmi e la schiena, come il resto del corpo, mi facevano male, questo stava a significare che non avevo dormito sicuramente nel mio letto e infatti mi accorsi di essere sul divano del salotto.
Ieri notte ho preferito dormire qua che rischiare di farmi scoprire da qualcuno mentre salivo in camera.
"Buongiorno Duncan" una voce mi richiamò da quello stato di trance in cui cado sempre appena mi sveglio.
Riconobbi che la voce era quella di Stuart.
C'era qualcosa di strano; sembrava più gentile del solito, fin troppo a dire il vero e in più era mattina e la notte prima non aveva dormito là, quindi cosa ci faceva lì?
Mi alzai ancora assonnato dirigendomi in cucina.
"Giorno..." dissi ancora confuso e stranito.
Non sto capendo molto il perché del suo comportamento così gioioso, sta perfino cantando mentre prepara la colazione.
"Allora dormito bene?
Per quale motivo eri sul divano stanotte?"
Ed ecco dove voleva andare a parare!
Ora inizia l'interrogatorio per futili sciocchezze.
"Ieri notte avevo caldo in camera mia e quindi sono venuto qua"
Risposi inventando la scusa più plausibile, è estate e camera mia diventa un forno in questo periodo.
"Ah che strano, eppure ieri notte non mi era sembrato ne di vederti in camera tua ne qui"
Aveva scoperto tutto?!
Cavolo, e ora?
Non sapevo che dire, ormai era evidente che io ieri notte non fossi a casa, come sarebbe dovuto essere.
In un lampo notai la sua espressione cambiare, da prima quel falso sorriso sulla sua stupida faccia da avvocato a ora che sembrava più arrabbiato che mai.
"Dov'eri ieri notte?"
"Io? Da nessuna parte!"
Wow, bella mossa ci crederà sicuramente.
Non lo farei neanche io!
"Duncan ieri sei uscito, anche se non ti era permesso. Vuoi che lo dica a tua madre?"
Disse con aria di superiorità, d'altronde aveva lui il coltello dalla parte del manico.
Non sapevo che dire se l'avesse detto a mia madre, ero un uomo morto e a quel punto veramente non sarei più potuto uscire di casa.
O se non mi permettesse neanche di vedere i miei amici, al solo pensiero di non poter vedere Gwen un po' mi intimorii.
"Senti, io stasera ho un un'importante cena di lavoro a cui parteciperà anche tua madre e la mia ex moglie sta male. Perciò se tu terrai Anne per stasera io non dirò niente a tua madre. Ci stai?"
Era buono come accordo, ma oggi proprio no.
Sarei dovuto andare al cinema con Gwen e gli altri per vedere il nuovo film horror che è appena uscito.
Beh meglio saltare un'uscita che un'intera estate.
Sbuffai, odiavo quel tipo e dargliela vinta mi irritava ancor di più.
Allungò la mano per chiudere l'accordo, come se fosse un affare di lavoro.
"Va bene..." accettai alla fine stringendogli la mano.
Lui sorrise vittorioso, fattore che mi fece arrabbiare ancora di più e con nonchalance continuò a preparare quella che, a quanto pare, sarebbe dovuta essere la mia colazione.

*Ore dopo*

Ormai è passata all'incirca un'ora da quando  Anne è a casa, ed è da un'ora che continua a guardare sempre lo stesso stupidissimo cartone animato.
Mi avvio in cucina per prendere qualcosa da mangiare sia per lei che per me, i bambini sono faticosi.
Almeno è fortunata ad avere un fratellastro come me, le preparo pure la merenda.
Mentre finisco di spalmare la marmellata sui tost sento il telefono vibrare, lo prendo e noto che è una chiamata di Gwen così rispondo.
"Hey piccola"
"Duncan dove sei?
Ti stiamo aspettando" mi dice lei alquanto infastidita.
Tra una cosa e l'altra mi ero completamente dimenticato dell'uscita al cinema e non avevo neanche avvertito Gwen della mia assenza.
"Gwen scusa ma ho avuto un imprevisto e non posso più venire"
Quasi mi spavento a causa dell'urlo che, la ragazza dall'altra parte, lancia.
"Stai scherzando?!
Stavamo aspettando questo momento da mesi!" mi dice, mi dispiace troppo non essere da lei ma altrimenti ci rimetto io la pelle.
"Gwen senti-" non mi da il tempo di continuare la frase che sento la chiamata chiudersi.
Doveva essere abbastanza arrabbiata, ma così mi sembra eccessivo.
Con l'umore ancora più sotto ai piedi vado da Anne che sta guardando almeno il ventesimo episodio dello stesso cartone.
Alla fine non ho niente da perdere quindi perché non concentrarmi anche io su quelle strane storie per bambini.

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