Era sera tarda. Tutti i negozi sono chiusi ed in giro non c'era anima viva, o meglio, c'era una anima viva. Quell'anima viva faceva di nome Melvin e di cognome Stewart e di lavoro faceva il cassiere ad un supermarket abbastanza mediocre della sua città, che molti ragazzi chiamano Easy Shop, perché lì dentro era molto facile rubare di tutto. Certe volte Melvin pensava che quelli della direzione avrebbero fatto prima a mettere un cartello con su scritto: VENITE PURE SIGNORE E SIGNORI DI TUTTE LE ETA, E' TUTTO GRATIS, PRENDETE PRIMA CHE FINISCANO. Mel aveva scovato talmente tanti ridicoli idioti rubare in quel market che ormai aveva perso il conto. Il capo gli aveva sempre detto di lasciar correre perché erano ragazzini e che avrebbero imparato con il tempo a non farlo più. Secondo Mel quei buoni a nulla non imparavano mai niente che non fosse farsi di canne e seghe dalla mattina alla sera oppure uscire con le tipe, che era una variante delle seghe, solo che al posto di fartele tu, te le faceva una tipa che credeva di essere più figa delle altre.
Nella vita di Mel c'erano state delle storie. Aveva trentasei anni suonati e, se non avesse avuto nessuna storia, persino lui si sarebbe definito uno sfigato di prima categoria, un po' come si divertiva a nominare alcuni ragazzi che passavano in negozio. Li vedeva subito perché erano sempre con la faccia tirata e gli occhi semichiusi, giusto a dimostrare che fuori erano vivi ma dentro erano solo delle mummie che riposavano nei loro sarcofagi organici con tanto di puzza di putrefazione racchiusa dentro per migliaia di anni. Ma comunque, ritorniamo alle donne che Mel aveva avuto. Erano state solo due e anche quelle per poco. C'era stata Monique, oh la cara Monique. Lei era stata la prima che aveva posato gli occhi su di lui ai tempi delle medie e quindi lo aveva salvato da quei bulli alla ricerca di single. Era rimasto con lei per ben quattro anni prima di scoprire che la bella Monique, La Francesina, come la chiamavano gli altri ragazzi si era fatta metà delle scuole superiori di Mel e poi lui l'aveva lasciata, ma subito dopo l'aveva vista a braccetto con uno dei ragazzi della squadra di calcio scolastica di quell'anno. La seconda era stata Belle e qui siamo già a poco tempo prima. Belle era una donna che Mel aveva conosciuto in un bar della zona una sera in cui aveva deciso di prendersi un permesso per divertirsi un po' bevendo e ubriacandosi come si deve. Il punto era che non aveva conosciuto Belle ma se l'era ritrovata accanto a lui la mattina dopo e l'aveva pure scambiata per una prostituta. Le aveva chiesto quanto le avesse dato per quella notte e lei aveva riso sommessamente guardandolo con un'affetto inspiegabile, santo cielo quanto gli era piaciuta quella risata e se ne era subito innamorato. Erano stati insieme per ben cinque anni prima che la travolgesse un tir in stile Pet Sematary mentre lei stava attraversando la strada per andare nell'ufficio in cui lavorava. Era successo davvero recentemente, sì, proprio due settimane prima. Era andato subito nella scena dell'incidente dopo che lo avevano chiamato i paramedici per avere un riconoscimento siccome lei non aveva nessuno in quella città. Aveva fatto una fatica assurda a riconoscerla e aveva anche subito qualche trauma nel farlo, praticamente alla donna mancava la faccia e la padre superiore del corpo, solo dal braccio e dai suoi anelli aveva visto che era lei. La vita di Belle era stata triste, con la madre che era morta di cancro quando aveva sei anni ed il padre si era suicidato qualche giorno dopo la madre, ma sembrava aver trovato la felicità in quella relazione, ma, si sa, non si può mai avere tutto dalla vita, se no costa troppo e quelli del fisco te la prendono subito. Già, questo era quello che aveva imparato Mel in tutta la sua miserabile vita: Se vuoi vivere in questo mondo devi soffrire o far soffrire, non esistono altre alternative. Aveva imparato talmente bene questa lezione che non appena aveva visto il corpo maciullato della donna che fino a poco prima si era svegliata accanto a lui nel suo letto, non aveva pianto, non aveva imprecato al signore e non aveva tentato il suicidio, no, nemmeno l'occhio con parte del cervello di lei ancora attaccato al nervo ottico o la marea di sangue l'aveva fatto avvicinare al togliersi la vita. Perché togliersi la vita? Lui non stava chiedendo troppo, no? Belle si, però, lei aveva chiesto troppo. Non sapeva che cosa lei avesse chiesto, ma qualsiasi cosa fosse, era sicuramente troppo e quindi sono arrivati quelli del fisco a prenderla.
STAI LEGGENDO
Storie macabre da una macabra fantasia
HorrorSalve cari lettori, sono Beel, queste sono storie che scriverò non appena mi verrà l'ispirazione per farlo. Esse puntano principalmente ad inquietarvi, farvi sentire tristi o a farvi riflettere sulla vita (se possibile) e spero di riuscire a raggiun...