Mio padre mi diede una pacca sulla spalla ed insieme guardammo orgogliosi il nostro capolavoro. La casetta in fondo al giardino, che da anni era divenuta un magazzino, un poggia attrezzi era finalmente degna di essere riconosciuta per quello che era. Da quando la famiglia del nuovo paziente di papà aveva accettato il nostro invito a trasferirsi qui, per delle cure migliori, ci eravamo rimboccati le maniche ed impegnato ogni libero momento della giornata per ripulire, stuccare, ripitturare e così via. Guardai l'orologio erano le 6 del mattino, il volo della famiglia Singh sarebbe decollato alle 8.30, ciò mi dava un'ora per prepararmi, mentre mio padre sarebbe andato in clinica, la sua clinica, come gli piaceva sempre sottolineare.
"Nick tesoro, vieni a fare a colazione" Eleanor, il mio primo grande amore: mia madre, le diedi un sonoro bacio sulla guancia e rientrai "Avete fatto un bellissimo lavoro, anche se l'idea di ospitarli a casa non era affatto male, cosa penseranno di noi? Una casa tanto grande e poi gli offriamo la ex casa della domestica!"
"Madre ne abbiamo già parlato, dovranno rimanere qui per mesi, non vogliamo si sentano un peso o a disagio, lì avranno la privacy che vorranno" non aveva torto, la nostra villa era grande e spaziosa, ma di certo i nostri ospiti avrebbero potuto sentirsi a disagio, per non parlare del fatto che erano indiani e quindi con abitudini diverse dalle nostre, si sarebbero potuti sentire quasi a casa in un posto tutto loro.
Arrivai all'aeroporto giusto in tempo, parcheggiai la Range Rover di mio padre nel parcheggio sotterraneo, indossai gli occhiali da sole e spensi il motore. Una volta sceso, mi specchiai nel vetro, indossavo una felpa leggera rosa con un paio di pantaloni bianchi, non mi ero messo uno dei miei completi per sembrare più accogliente e non troppo formale. Incominciai a sentirmi un pochino a disagio, stavo per conoscere un uomo di cui conoscevo tutto, gruppo sanguigno, età, altezza, allergie, diagnosi, avevo visto le sue tac, ecografie e risonanze, ma non sapevo come fosse in realtà. M'incamminai pensieroso e chiamai mio padre: "Clinica Health & Care di Ginevra, qui la segretaria Jead dell'ufficio del dott. Robinson, come posso aiutarla?" Romina, la segretaria di mio padre rispose al suo cellulare aziendale "Romina sono io Nick, cerco papà"
"Dottore! Certo glielo passo subito... Nick dimmi figliolo, sei arrivato?... non possiamo fino a Marzo... scusa parlavo con Romina..."
"Si, ehm volevo chiederti se mi potevi dire qualcosa per riconoscere il paziente dall'Italia, non ho la più pallida..." la prima cosa a colpirmi furono i suoi capelli, al vento, così scuri e così lucenti, stava cercando di farsi una coda arrangiata mentre rincorreva una bambina "Nick! Ci sei?... ci sarà qualche problema con il microfono..." prese la bambina da dietro e sollevandola fece una piroetta ridendo, la risata più magica che mai avessi sentito "... figlio non ti sento, se mi riesci a sentire è una famiglia di quattro persone..." due fossette le scavarono le guance "... hanno due... Nick ti richiamo dai..." appoggiò la bimba per terra e le diede un bacio sui capelli "... ecco adesso riattacco Nick... BIP" i suoi occhi incrociarono i miei, feci per togliermi gli occhiali ma il mio cellulare incominciò a squillare "Nick mi senti?" mi ero completamente dimenticato di mio padre
"Si papà, dicevi?" alzai lo sguardo ma lei si era già girata e aiutava un signore sulla cinquantina mentre spingeva il carrello per i bagagli
"Si, il signor Singh Gurjot ha due figlie una piccolina mentre la più grande ha si o no una ventina d'anni" poteva essere?
"Credo di averli trovati, o almeno spero" riagganciai, mi tolsi gli occhiali e mi avvicinai al signore "Gurjot Singh?"
L'uomo davanti a me sembrava più giovane da vicino, aveva solo il volto scavato e la corporatura esile, ma un sorriso grande, annuì ed allungò la mano, ricambiai la stretta "Piacere sono Nicholas, ehm, benvenuti a Ginevra!"
"Grazie caro, io sono Yasmin e lei Tara" mi rispose sbucando dalle spalle del marito la signora Singh, teneva una valigia da una parte e dall'altra teneva una bambina bellissima, sentii una fitta al petto, non riuscii a mantenere il contatto visivo con quegli occhi così ingenui che mi fissavano curiosi, chissà se... "Seguitemi per favore" scacciai quel doloroso dubbio dalla mia mente, e non ci volle molto perché un carrello colmo di bagagli mi sbatté su un fianco
"Oh mi dispiace, mi deve scusare, ma non sono affatto brava con queste cose... poi le valigie sono pesanti, mi deve credere... ma come si frena?..." degli occhi scuri mi fissavano preoccupati, mentre una bocca delicata continuava a farfugliare scuse e con una mano mi toccava il ventre per capire se mi ero fatto male "Stia tranquilla signorina..." mi guardò negli occhi e staccò immediatamente la mano, si guardò nervosa alle spalle e si lisciò pieghe inesistenti sui pantaloni "Arya" "Arya" ripetei, il suo sguardo si fece più intenso mentre dischiuse la bocca "Alyaa" ripeté la bimba rompendo quel momento magico, mi risvegliai, ma cosa stavo facendo? Riprenditi Nick! Assunsi un'aria formale, che più si addiceva a me e con un cenno m'incamminai verso il parcheggio controllando che mi stessero seguendo. Anche Arya si ricompose e ritornò al suo carrello, feci dietro front appena in tempo e presi al volo la valigia che stava per cadere "Potevate prendere due carrelli" le feci notare mentre tolsi anche una seconda valigia "Non ci avevo pensato" mi disse sarcastica "Come vedi faccio fatica con uno" aggiunse. Seguii il suo sguardo e mi sentii uno stupido, sua madre era impegnata con la bimba e una valigia mentre il padre non era nelle condizioni di spostare tanto peso, le passai le due valigie, una grande ed una piccola mentre presi io il carrello che aveva ben altre tre valigie.
"Grazie" la sentii appena sussurrare "Non c'è di che" risposi, mi sorrise grata ma questa volta non mantenne lo sguardo anzi abbassò la testa coprendo, imbarazzata, il viso con i capelli.
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Buonasera a tutti!!
Scusatemi per questa settimana di inattività, ma spero di avervi soddisfatto con questo capitolo... Allora vi piace?
Lasciate un commento o una stellina se vi va
Al prossimo capitolo !!!!
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Onore o amore?*sospesa*
RomanceUn amore che non conosce limiti mentre l'onore l'impone. Non è una storia di cuori infranti ma di sentimenti negati e repressi, della fragilità di un'amicizia e della fugacità della vita. Un percorso in una cultura maestosa fatta di feste e colori d...