~Capitolo 8~

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Ero stufa di versare lacrime, stufa di sfogarmi su Channing per persone che meritavano di morire in mal modo, stufa di vedere il sorriso beffardo di Harry, stufa di sentirmi chiedere 'Stai bene Megan?' dai professori. Stufa di tutto.

Dopotutto, quello che stava succedendo era tutta colpa mia. Avevo sempre sospettato, fin dall'inizio, che Robert fosse solo uno stronzo, ma non immaginavo fino a quel punto.

Era arrivato il momento da 'mi prudono le mani', quando avevo il gran bisogno di prendere a pugni qualcuno.

Mi sarei sorpresa di me stessa, non ero mai stata una persona violenta, se tutte quelle situazioni a mio sfavore non avessero dato il loro consenso alla mia posizione.

Quel giorno, dopo che mi ero sfogata sulla camicia chiara di Channing nel corridoio della scuola, non avevo piu niente da versare. La riserva di lacrime si era completamente esaurita, e fui felice cosí, perchè a causa del pianto mi stava incominciando a venire un mal di testa rimbombante.

Alzai gli occhi tutti gonfi e arrossati, e lo osservai mentre mi sfiorava con lo sguardo.

"Ti senti meglio?" mi chiese lui, lentamente. Forse aveva paura di spaventarmi, per qualche ignoto motivo.

Io annuii, cercando di non muovere tanto la testa. "Si, sto meglio, grazie...".

Fissai per qualche minuto i riflessi bianchiastri nella vernice lucente dell'armadietto, poi voltai di nuovo la testa verso il ragazzo, cercando di dare una forma coerente a tutti i miei pensieri.

"Ma che ora è?" Mi ero accorta solo allora che il corridoio era vuoto, e riuscivo a sentire in sottofondo la tenue voce di un professore che faceva l'appello.

Channing mi sorrise. "La prima ora è iniziata da dieci minuti, ma non ti sei nemmeno accorta. E poi, a me non dispiace saltarne qualcuna".

Sbuffai. "Se potessi darei fuoco a sta scuola del cazzo..."

Gli occhi di lui si illuminarono, spiazzandomi. "Ehi, sta storia del fuoco mi ha fatto venire in mente una cosa! Ti voglio far vedere una cosa!"

E prima che potessi dire qualunque cosa, mi prese per il braccio e mi trascinó fuori dalla scuola. Mi molló, ma il mio piede scivoló su una lastra di ghiaccio, e sbattei con forza sulla portiera.

"Ehi, attenta, l'ho appena fatta riverniciare!" mi ammoní Channing.

Tentai di rialzarmi, cercando di districare la gamba che si era avvolta intorno alla ruota -ancora non so come sia successo-, e lo fulminai con lo sguardo.

"Dovevi proprio parcheggiare sul punto piu congelato del parcheggio?"

Lui ghignó. "Zitta e sali"

Mi sedetti sul comodo sedile di pelle, e guardai fuori dal finestrino. Il viaggio duró una decina di minuti e fu silenzioso. Nessuno di noi due aprí bocca finchè non fummo arrivati.

"Che merda di posto è questo?" sbottai, notando un edificio annerito davanti ai miei occhi.

Channing mi guardó male. "Te ne stai zitta, per una volta? Non ti ho portato a vedere sto capannone".

Poi, con un cenno, mi fece segno di entrare in quella casupola scura. Seguii il ragazzo attraverso bancali e assi di legno, sembrava una zona di cantiere, finchè non intravidi il bagliore di una porta posteriore. Channing la varcó e io lo seguii.

Mi ritrovai davanti a un gigantesco muro, inizialmente grigio, e ora tappezzato da enormi disegni e schizzi di spray. Soprattutto uno mi colpii: una scritta argentata non molto elaborata che diceva 'Thinking Out Loud'. Era un po monotona a vederla, ma per qualche motivo mi rimase impressa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 08, 2015 ⏰

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