Capitolo 2

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Spengo la sveglia e mi alzo. Ho talmente tanto sonno che raggiungo a fatica la cucina. Gli allenamenti in prima squadra mi stanno distruggendo. Mia madre ha già preparato il pane integrale tostato con la marmellata. Biascico un buongiorno mentre prendo dal frigo il mio yogurt ed il succo d'arancia. Poi prendo una ciotola, ci metto un po' di frutta secca e ci aggiungo lo yogurt. Mi siedo al tavolo ed inizio a mangiare. Arriva anche mio fratello, che si siede vicino a me.
<<Pronta per il tuo primo giorno all'università?>> mi domanda Marco.
<<No>> gli rispondo, prendendo una fetta di pane tostato. Lui alza un sopracciglio.
<<Marco, lasciala tranquilla>> interviene nostra madre in mia difesa. Le sorrido per ringraziarla e continuo a mangiare. Nel frattempo arriva anche nostro padre, che abbraccia nostra madre e la bacia. Poi si siede a fare colazione insieme a noi. Lo stesso fa mia madre, mettendo in tavola quattro tazze di caffè. Avendo iniziato a mangiare prima degli altri finisco dopo poco. Metto le tazze, i piatti e le posate nel lavandino, poi vado in camera mia. Apro l'armadio e do un occhiata fuori dalla finestra. Siamo ad ottobre, ma è soleggiato. Opto quindi per una maglietta a maniche corte. Prendo quella bordeaux con una striscia nera sul bordo delle maniche. Poi prendo un paio di jeans neri, mi cambio e cambio stanza, andando in bagno. Lavo i denti, sistemo i capelli e passo un leggero strato sia di matita che di mascara. Poi torno in camera a prendere lo zaino ed il cellulare. Mentre sto uscendo mi scontro con Marco.
<<Scusa>> dico, ricomponendomi e sistemandomi.
<<Colpa mia, ti stavo cercando>> risponde.
<<Perché?>> lo guardo incuriosito.
<<Ti porto io all'università oggi, volevo avvisarti che scendevo, ma evidentemente siamo già pronti entrambi>> dice. Annuisco. Scendiamo le scale, passiamo dalla cucina a salutare i nostri genitori che ci augurano un buon inizio per me e rientro per mio fratello ed usciamo. Saliamo in macchina. Mio fratello collega il cellulare all'auto tramite bluetooth, facendo partire la nostra playlist.
<<Oggi hai l'allenamento?>> domanda Marco. Scuoto la testa e guardo fuori dal finestrino. Immersa nelle canzoni osservo la città passare. La mia città, in cui sono nata e cresciuta. Il posto dove ho scoperto ciò che più mi emoziona, ma anche ciò che non sopporto. La città che mi ha plasmata e fatta diventare chi sono oggi. Chiudo gli occhi e sospiro. Poi li riapro e guardo mio fratello, che ha iniziato a rallentare.
<<Siamo arrivati>> dice, parcheggiando e scendendo dall'auto. Mi abbraccia.
<<Buon primo giorno>> dice, risalendo poi in macchina ed accendendola.
<<Aspetta>> lo fermo. Lui si volta a guardarmi.
<<Perché vai? Tu non hai lezione?>> domando.
<<Sì, ma la sede di economia non è qui>> risponde.
<<Dove allora?>> chiedo incuriosita. Lui indica degli edifici nella via dietro questa.
<<Non sono lontano>> mi rassicura. Annuisco. Ci salutiamo e lui va. Sospiro ed inizio a camminare verso l'edificio davanti a cui mi ha lasciata Marco. La targa metallica riporta le facoltà di questa sede, tra cui la mia. Varco il cancello, attraverso il cortile ed entro nell'edificio. Per fortuna ci sono dei cartelli che indicano a quale piano si trovano le aule e la mia, la 44, si trova al secondo piano. Mentre salgo le scale l'emozione cresce sempre di più. Sopra la porta dell'aula vedo un foglio con scritto il nome del corso, che è il primo che devo seguire oggi. Inspiro, espiro ed entro. L'aula è enorme rispetto a quelle a cui ero abituata. Non ci sono banchi singoli ma uno almeno per una ventina di persone. Alcuni studenti hanno già occupato dei posti. Decido di sedermi in uno dei banchi centrali. Non voglio stare in fondo, perché non seguirei bene la lezione. Ma non voglio nemmeno sedermi davanti, o almeno non il primo giorno. Tolgo dallo zaino l'astuccio ed un quaderno. Nel frattempo l'aula si è quasi riempita ed è entrata la professoressa di anatomia umana.
<<Scusa, è libero?>> sento domandare. Mi giro verso la voce e vedo una ragazza che indica il posto vicino al mio. Annuisco. Lei mi sorride e si siede.
<<Buongiorno ragazzi e ragazze, benvenuti al corso di anatomia umana>> annuncia la professoressa, dando inizio alla lezione.

Dopo tre ore di anatomia e due di pedagogia sportiva la maggior parte di noi studenti si dirige in mensa. Prendo un vassoio ed attendo il mio turno, dopo il quale mi guardo attorno alla ricerca di un posto libero. E così vedo la ragazza di stamattina da sola al tavolo.
<<Scusa, è libero?>> domando, indicando la sedia davanti a lei con lo sguardo. Sorride per il riferimento a stamattina ed annuisce.
<<Grazie>> dico, poggiando il vassoio e sedendomi.
<<Sono Ludovica>> si presenta, porgendomi la mano. La stringo.
<<Alice>> rispondo.
<<Che sport pratichi?>> le chiedo poi.
<<Ginnastica artistica>> risponde, mentre sfiora il ciondolino del bracciale. Verde smeraldo, come i suoi occhi.
<<Tu invece?>> mi domanda.
<<Calcio>> rispondo fieramente. E a quelle parole sgrana gli occhi.
<<Davvero? Non ne ho mai incontrate di ragazze a cui piace questo sport>> commenta.
<<Sì beh, non è ancora così diffuso come quello maschile, ma rispetto anche solo a cinque anni fa è aumentato>> spiego. Lei annuisce, e la sua folta chioma rossa ne segue i movimenti.
<<Perché non vieni a vedere una partita?>> le propongo.
<<Se tu vieni a vedere una gara di ginnasta artistica>> risponde.
<<Ci sto>> dico. Nel frattempo i tavoli intorno a noi si stanno svuotando. Guardiamo l'ora e ci accorgiamo che manca poco alla prossima lezione. Mangiamo velocemente e corriamo in aula.
<<Sei già stata qui?>> domando a Ludo, siccome sa dove si trova ognuna delle aule della nostra facoltà. 
<<Sì, diciamo che essendomi trasferita a Torino due settimane fa ho avuto molto tempo per girare l'ateneo>> mi risponde, bloccandosi davanti ad una porta. Riprendiamo fiato ed occupiamo gli unici due posti vicini ancora liberi. Siamo arrivate giuste in tempo, perché il professore ha iniziato a proiettare le slide non appena ci siamo sedute.
<<Pronta per altre due ore?>> mi domanda Ludo, sottovoce. Scuoto la testa, ma riporto subito l'attenzione alla lezione.

<<A domani>> mi saluta Ludovica. Contraccambio ed esco dall'ateneo. Torno ai parcheggi di stamattina e trovo mio fratello appoggiato alla macchina.
<<Ciao sorellina>> dice, aprendo la portiera ed entrando in macchina.
<<Ciao fratellone>> rispondo, salendo in auto.
<<Com'è andato il primo giorno?>> mi domanda, mettendo in moto la macchina.
<<Normale dai, mi piace l'università e sono contenta della mia scelta, anche se è passato solo un giorno>> rispondo. Sono una che capisce fin da subito se una cosa le piace o no.
<<Hai già fatto amicizia?>> domanda ancora mio fratello.
<<In realtà sì, ho già un'amica>>
<<Bene dai, ma sa che sei la figlia di un calciatore famoso o no?>>
<<No, non ne sa di calcio, ed è rimasta stupita quando le ho detto che lo pratico>>
<<Tienitela stretta allora>> mi raccomanda. Annuisco. Purtroppo negli anni delle medie e nel triennio iniziale delle superiori ho capito questa cosa: la maggior parte delle persone che consideravo amiche o amici in realtà erano interessate a me solamente perché sono la figlia di un calciatore. Ci sono stata male, ma poi ho allontanato quelle persone, anche se questo ha significato rimanere con solo due amiche e un amico, pochi ma veri. Maria e suo fratello Nicolas, anche loro nella mia stessa situazione, e Margherita. Da allora ho imparato quindi a selezionare. Chiedo a mio fratello come è andata a la sua giornata universitaria e dopo una decina di minuti siamo a casa.
<<Ciao ragazzi, com'è andata?>> chiede subito mia madre rivolta, per oggi, più a me che a Marco. Le rispondo come a mio fratello prima, poi salgo in camera mia. Mentre preparo il borsone per l'allenamento di domani mi arriva un messaggio. È da parte della mia migliore amica:

Sono tornata

E subito sotto un suo selfie in aeroporto. Le rispondo con le emoji da festa. Sulla mia faccia si dipinge un sorriso da una guancia all'altra. Non vedevo l'ora di rivederla! Sempre con quel sorriso vado avanti a preparare e sistemare, nel frattempo ci mettiamo d'accordo per rivederci domani. Poi prendo il libro di anatomia ed inizio a studiare.

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Volevo ringraziarvi per i bei commenti che ho ricevuto sia su questa storia che su "My boyfriend is a footballer" ❤️ spero che la storia vi stia piacendo.
Aleceri🙈

Love football and love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora