Capitolo Tre: Opportunità

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Edward sgranocchia il suo biscotto di cioccolato mentre lo seguo per la strada. La mia fiducia in lui sta scomparendo velocemente- e se mi stesse portando nel suo appartamento per uccidermi o qualcosa del genere? Sto quasi per abbandonarlo senza farmi notare quando si volta bruscamente ed entra attraverso le porte in vetro di un palazzo enorme. Cerco di leggere il nome in cima prima di varcare l'entrata dietro di lui, ma il grattacielo è troppo alto perchè io possa vederlo.

"Dove siamo?" chiedo sospettosa. Sono quasi certa che se un signore a caso entrasse in un'edificio rinomato come questo, la sicurezza lo fermerebbe subito. Al contrario, tutte le persone salutano e sorridono ad Edward mentre camminiamo. Le cose si fanno piú strane ogni secondo che passa.

Edward ignora la mia domanda. "C'è una persona che vorrei farti conoscere."

Lo riempio di domande per tutta la durata della nostra corsa in ascensore, ma invece che rispondere lui si mette a ridere. Successivamente, mi accompagna alla fine di un lungo corridoio. Ci fermiamo di fronte a una grande porta scura di mogano. Molto bella. Molto costosa.

Proprio in cima alla porta c'è un nome inciso.

Harry Styles, c'è scritto.

Sento il cuore sprofondare nello stomaco. So chi è Harry Styles; se lavori nel mondo degli affari di New York è impossibile non saperlo. Quest'uomo è conosciuto per la sua eccessiva ricchezza e il suo, a quanto pare, bell'aspetto. Ma ho anche sentito fra tutte le voci che girano su di lui che è una dlle persone piú scortesi che potresti incontrare.

Tuttavia, è anche il proprietario di una delle piú grandi società di successo di tutta New York, anzi di tutto il paese. Styles Enterprises. Ecco dove mi trovo proprio in questo esatto momento.

"Conosci Harry Styles?" chiedo stupefatta.

Edward non risponde. Piuttosto, alza il pugno e bussa energicamente contro la porta finché questa non si apre e rivela un uomo che sfoggia un completo molto costoso e un'espressione molto arrabbiata.

Sento le mie gote, solitamente bianche e pallide, arrossarsi. Le voci su di lui non gli rendono giustizia. Il completo fascia il suo corpo alla perfezione, enfatizzando i muscoli tonici del petto. I suoi occhi sono verde elettrico, le labbra di un rosa vivace. I capelli scuri e i ricci gli cadono teneramente sulla fronte.

È bellissimo.

E poi, apre la bocca.

"Che c'è, nonno?" scatta.

Inarco le sopracciglia. Innanzitutto, le altre voci su di lui risultano essere vere, inclusa quella secondo cui è un grandissimo stronzo. E secondo, cosa diavolo ha appena detto? Nonno?

Poi tutti i pezzi si mettono al loro posto. Edward che evita di dirmi il suo cognome, che mi dice di conoscere un posto dove possono assumermi.

"Edward," dico, "Penso che tu ti sia dimenticato di menzionare un paio di cose fondamentali sul tuo conto."

Gli occhi di Harry scattano verso di me, notando la mia presenza per la prima volta. I suoi occhi percorrono tutto il mio corpo senza un minimo di pudore e poi distoglie lo sguardo, per nulla impressionato.

"Chi è lei?" chiede in tono scortese.

Le mie guance si incendiano di nuovo, ma stavolta di rabbia. Notando la mia espressione, Edward decide di intervenire.

"Questa," annuncia Edward, "É la Signorina Leah Evans. Sarà la tua nuova segretaria personale."

La mia bocca e quella di Harry si spalancano nello stesso istante.

"Come faccio a sapere che è qualificata? Non ha neanche fatto un colloquio!" sbraita Harry.

"Abbassa la voce, ragazzo. Leah ha moltissimo talento e ha lavorato per diversi anni alla Miller Inc. Sono sicurò che supererà tutte le tue aspettative." dice Edward.

Nonostante io abbia tenuto la bocca chiusa tutto il tempo, la mia testa è inondata di pensieri. Sono piú che qualificata per fare l'assistente, tante grazie. Diavolo, ero in graduatoria per diventare amministratore delegato alla Miller prima che Ryan rovinasse tutto.

Ma nel momento in cui mi passa lo shock iniziale, realizzo che questo lavoro è probabilmente la cosa migliore che mi potesse accaddere. Sarebbe stato tremendo dovermene andare dlla città. E poi cosa avrei detto a tutti? Oltretutto, Edward ha fatto tutto questo per me e gli sarò eternamente grata.  Nonostante conosca quest'uomo da meno di un giorno abbiamo legato tantissimo, ed è stato come una figura paterna per me. Anzi...come un nonno diciamo.

"Grazie, Edward," mi convinco a dire. "Signor Styles, voglio farle sapere che sono nel mondo degli affari da parecchio tempo ormai e sono certa che non sarà deluso dalle mie prestazioni."

Harry mi fissa accigliato, il che mi fa capire che nessuno dei suoi impiegati,specialmente la sua segretaria, gli ha mai parlato così. Di fianco a me sento Edward ridacchiare.

"Molto bene," dice Harry in modo burbero. "Puoi iniziare domani mattina. Devi essere qui non piú tardi delle 8. Edward mostrale l'edificio e insegnale le regola principali. Può avere l'ufficio di fianco al mio sulla sinistra."

Edward annuisce e iniziamo percorrere all'indietro il lungo corridoio, ma sento la voce di Harry che mi richiama alle mie spalle. "Ancora una cosa Miss Evans...se fa anche solo un minimo passo falso, mi assicurerò personalmente di farla licenziare." dice in tono piatto ma posso vedere un piccolo ghigno sul suo viso da qui.

Tuttavia, so che questo non accadrà, quindi gli sorrido anche io e dico, "Sì, signore."

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Giulia

Buonasera ragazze mie! Ecco a voi il terzo capitolo, finalmente Harry e Leah si incontrano: da qui credetemi inizia la vera storia. Per qualche giorno saró assente ma la prossima settimana torno con il quarto capitolo! Vi prego, lasciatemi un commentino e fatemi sapere se vi sta piacendo la storia, ci tengo tanto! Un abbraccio grande, Giulia.

YES,SIR (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora