4. Razionale -ma non troppo-.

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Quando Harry entrò nell'aula di trigonometria quel sabato mattina sicuramente non si aspettava di trovare Nick Grimshaw stravaccato sul suo banco della terza fila, quella centrale, al secondo posto.

Quello forse non era esattamente il suo banco, ma comunque lo riteneva tale. Aveva disegnato dei cuoricini durante la lezione della settimana precedente ergo era diventato automaticamente di sua proprietà.

Harry fece scivolare lo zaino nero sul lato destro del banco, il suo coetaneo occupava la parte sinistra. Lo scrutò leggermente e notò che avesse indosso una camicia a quadri blu e bianca, non gli piaceva per nulla.

«Nick» soffiò Harry «fuori dal mio posto.» Posò il palmo della mano destra sulla superficie legnosa e scaricò il suo peso.

Nick, che qualche minuto prima era concentrato sul suo cellulare, alzò lo sguardo sorridendo lievemente. Harry pensò che assomigliasse ad un puledro, o un cavallo.

Forse ad un pony.

Che sia chiaro: non aveva proprio nulla contro Nick, solo che non comprendeva -o non voleva comprendere, come gli diceva Liam- il motivo del suo morboso attaccamento. Era iniziata la scuola da un mese scarso e Grimshaw -capitano della squadra di nuoto della scuola- non faceva altro che stargli attaccato come una cozza.

Solitamente era Niall a prendere le sue difese cacciandolo in malo modo, una volta si presentò addirittura con un mazzo di carote -con tanto di foglie!- e, appena vide Nick, lo chiamò a mo di cane per poi gettare le suddette carote al lato opposto del corridoio scolastico.

«Ma io volevo solo allontanarlo,» fu la giustificazione dell'irlandese «non sapevo che fosse il figlio del preside.»

Questa fu la simpatica storia di come Niall rischiò una sospensione il secondo giorno di scuola. Avvincente, no?

«Ma perché?» domandò tranquillamente «non ci sono altri posti disponibili.»

Harry sbuffò lievemente, non gli andava di litigare e, tuttalpiù, di rovinarsi quel fantastico sabato mattina. Prese posto accanto a Nick cercando di allontanarsi il più possibile, a metà lezione arrivò a stare crogiolato in un piccolo angolo del banco.

Fortunatamente la lezione passò abbastanza rapidamente ed Harry, appena suonata la campanella, schizzò fuori dall'aula di trigonometria non ascoltando le pretese di Nick -mormorava qualcosa sull'uscire insieme qualche volta, possibile che tutti volessero entrargli nelle mutande?-.

Incontrò Niall e Liam vicino al suo armadietto, stavano battibeccando su un qualcosa di futile, discutevano delle lasagne di Maura -o qualcosa del genere-. Harry li interruppe allegramente, non aveva ancora avuto il piacere di incontrarli da quella mattina. Si appoggiò con le spalle all'armadietto di Niall.

«Ragazzi?»

«Harry, diglielo tu!» sbottò Niall «Dici a Liam che le lasagne rosse di mamma sono nettamente superiori di quelle bianche!» si imbronciò come un bambino «Quelle bianche sono orribili!»

Liam aggiustò il suo paio di occhiali da vista che utilizzava solo durante l'orario scolastico e prese un gran respiro.

«No, Harry, non dargli ascolto,» rispose pacatamente «quelle alla besciamella sono molto meglio!»

«Ciao Niall, ciao Liam. Sì tutto bene io, e voi? Trigonometria è stata abbastanza noiosa, grazie per l'interesse!»

«Dai, Haz. Stiamo discutendo di una cosa di estrema importanza!» mormorò il biondo portandosi la mano destra al petto «Serve il tuo parere.»

Ed Harry si ritrovava nel mezzo: adorava quelle alla salsa, ma anche quelle alla besciamella; non sapeva scegliere. Per questo, tutto si risolse con un'uscita in programma per la sera stessa: sarebbero andati da Liam a provare le lasagne alla besciamella e poi in qualche locale a divertirsi un po', nulla di esagerato e qualcosa di tranquillo. Doveva pur sempre stare a casa entro mezzanotte.

Nothing, nowhere || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora