Nuoto.

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*Guardate la fine dello spazio autrice dopo perché mi sento particolarmente realizzata ad aver scritto quella "citazione", eheh*

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Le ore passavano e Frank continuava ad osservare l'orologio che portava al polso.

Ancora cinque ore.

Quattro ore.

Tre ore.

Due ore.

Un'ora.

Evitò Marceline per tutto il resto della giornata, ancora a disagio dopo l'apprezzamento che aveva fatto. Verso la seconda ora le era venuta la fantastica idea del chiedergli se per caso, dato che l'aveva rifiutata in quel modo, ci fosse qualcun'altra nel suo cuore.

«No, Marceline.»

«Dai Frank, si vede che pensi sempre ad altro. Chi é?»

Frank scosse la testa, esasperato. Voleva solo che lei se ne andasse.

«Okay, sai cosa? Si, qualcuno c'é. Sei contenta ora?»

Lei annuì.

«E io scoprirò di chi si tratta.» Fece una risatina e Frank si passò una mano sul viso, quando finalmente Marceline se ne andò.

Mentre camminava verso la classe dell'ultima ora, si sfiorò appena le labbra. Erano pure lievemente screpolate.

Qualcosa di fantastico.

Certo, come no. Smise di tastarsi la bocca per non attirare l'attenzione.

A differenza di come stava evitando la ragazza, cercava costantemente di incontrare Gerard. Magari lungo i corridoi.

Ma quando succedeva, e Frank provava a salutarlo, questo sorrideva e se ne andava, accompagnato dal fratello.

Non capiva, perché lo stava ignorando? C'entrava qualcosa il discorso che aveva fatto suo padre? Improbabile, era stato Gee stesso a dire di non dargli peso.

In ogni caso non vedeva l'ora che le lezioni finissero. Voleva andare in piscina con l'amico, al più presto. Voleva iniziare ad aiutarlo, a spiegargli le basi per stare a galla. Tutto questo per arrivare al suo unico obiettivo: saper Gerard felice alla fine della gara.

Non era uno stupido, sapeva che, anche se gli avesse insegnato a nuotare come se lo facesse da una vita, non avrebbe fatto altro che non fosse stare fermo in acqua.

Almeno, però, si sarebbe sentito più sicuro, e magari non avrebbe fatto caso a tutta la gente che sarebbe stata lì a guardarlo e fischiargli contro perché non si muoveva.

Era a conoscenza del fatto che Gerard fosse a disagio in pubblico, lo conosceva bene, proprio per questo aveva intenzione di dare tutto sé stesso pur di incoraggiarlo e farlo star bene.

Voleva saperlo fiero di sé, per una volta.

Nonostante tutti i suoi buoni propositi, l'altro continuava a non parlargli. Era frustrante.

Quando anche l'ultima campanellà suonò, si catapultò all'ingresso per aspettarlo.

Non ci mise molto ad arrivare, in compagnia di Mikey e Ray. Quando furono vicini scorse Mikey stringere un po' più forte il braccio al fratello, che con un sorriso tentò di rassicurarlo.

Frank sussultò. Perché diavolo Michael ce l'aveva con lui? Che diamine, erano amici da sempre. Non aveva fatto nulla di sbagliato per ora. Era perché Gerard si era fermato a dormire a casa sua? In questo caso avrebbe potuto per lo meno parlargliene.

I'm not o-fucking-kay.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora