4. L'ultima giornata

383 18 6
                                    

-Due manciate di erba del colle e cinque rametti di Isoe, per piacere.-

Disse Shayndel facendo finta di nulla al signor Millehr. Loen Millehr era un elfo bianco pratico di erbe medicinali, era abbastanza basso e rotondo per essere un elfo, con capelli biondi e lisci che gli ricadevano sulle spalle rendendo la sua figura ancora più stramba. Possedeva una specie di erboristeria davanti alla piazza e nei giorni di mercato disponeva davanti alla sua attività due bancherelle piene di erbe per i rimedi più comuni. Solo una lato della seconda bancherella era dedicata alle erbe più particolari che servivano ad alleviare i sintomi di malattie più rare, ne facevano parte l'erba del colle e l'Isoe. E questo, Shayndel, lo sapeva bene.

-Tu? Piccola elfa insolente, bugiarda e meschina! Come ti permetti di venire qui a chiedermi questo dopo quello che hai fatto ieri? Lo so benissimo che sei stata tu a mettermi quel puzzolente e rosicchia sedie di un procione in casa mia! Ti rendi conto di quello che hai fatto? Ho passato ore a cercare di prenderlo e poi riportarlo nel bosco!!-

-Tofu non è puzzolente!-

Rispose l'elfa trattenendosi dal ridere e poi continuò cercando di essere più seria:

-Ad ogni modo le chiedo scusa signor Millehr, è stato davvero un gesto immaturo, non accadrà più. Ora posso avere ciò che mi serve? Come sa mio padre ne ha davvero bisogno....-

Come immaginava la carta della pietà è quasi sempre vincente, e quella volta lo fu davvero.

-Dammi queste 3ùnire e fai in modo che almeno per oggi io non ti veda più! Piccola imbrogliona.-

-Grazie grazie signor Millehr! E che il sole risplenda sempre sulla sua casa!-

Non diende neanche il tempo all'erbolaio di rispondere che già gli aveva preso le erbe dalle mani e lasciato le monetine sulla bancherella. Mentre si allontanava a passo svelto era sicura di aver sentito dei brontolii uscirgli dalla bocca e lei non riuscì a trattenere un sorriso pensando a quella faccia paffutta che si lamentava.

Suo padre era nel bosco dietro al ruscello di casa, a scegliere tra i tronchi caduti quali fossero i migliori da ardere per il prossimo inverno. Nonostante la cura e l'attenzione che riservava al proprio lavoro, erano pochi quelli che si rivolgevano a Orehil, le sue origini di elfo oscuro non erano ben viste ad Eunice; molti credevano che fosse una persona che celava non si sa quali segreti, che anni prima fosse venuto lì per nascondersi da torti provocati a vecchi conoscenti. In realtà era sempre stato un tipo un po' taciturno e solitario, solo pochi conoscevano il cuore d'oro e pieno d'amore che, probabilmente a causa dei suoi geni, mostrava solamente a pochi individui e soprattutto alla sua famiglia. Da molti anni soffriva di una malattia rara e incurabile chiamata "la morte apparente". I sintomi si mostravano nella totale perdita di coscienza, rimaneva immobile per molte ore a fissare un punto preciso e apparentemente insignificante, ciò causava il rallentamento del battito cardiaco e di tutte le funzioni vitali. Prima che la sua famiglia scoprisse cosa avesse e come aiutarlo, in diverse occasioni, era arrivato ad un punto critico. Probabilmente, e solo per fortuna, riuscì a tornare in sé appena in tempo.

L'unico rimedio era l'erba del colle e i rametti di Isoe, arbusti che si trovano solo in zone difficilmente raggiungibili nella foresta di Liriel.

Orehil aveva appena individuato un buon tronco quando sentì il suo nome pronunciato a pochi metri di distanza:

-Padre? Dov'è finito?-

-Shay sono qui, vieni ti stavo aspettando!-

Shayndel seguì la voce di Orehil, eclissata da un paio di pini cresciuti un po' storti.

-Buongiorno padre le ho portato le medicine, eccole. -

La ragazza aprì i palmi di entrambe le mani e porse i rimedi verso il padre.

-Buongiorno anche a te cara, vedo che sei di ottimo umore. Cos'è quel sorrisino?-

Esclamò Orehil vedendo il viso soddisfatto di sua figlia e prendendole le erbe dalle mani.

-Centra per caso il signor Millehr?- Continuò.

-Il signor Millehr? Che gentil elfo!- Sogghignò Shayndel con fare ironico.

-Piccola mia, devi smetterla di importunarlo, lo so che ti fa ridere e che fare amicizia per te è difficile ma passare il tuo tempo a inventare ogni modo per torturarlo non è una bella cosa.- Le disse mentre iniziava a preparare le erbe.

-Padre ma neanche tu non hai così tanti amici!-

-Infatti io passo il tempo lavorando e...-

Orehil si bloccò, nello stesso momento la terra iniziò a tremare leggermente e gli uccelli che si trovavano nei rami in alto, improvvisamente, spiccarono il volo spaventati.

Shayndel e il padre si guardarono negli occhi per una frazione di secondo, prima di capire quello che stava per accadere.

Shayndel, l'elfa oscuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora