9. L'incontro

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-Ti ho detto di non muoverti!-

La voce maschile era penetrante, di timbro profondo e marcato di un accento particolare. Incuteva paura, il tono era molto basso e autorevole.. il tipo di intonazione che si usa per le minacce e non di certo in un saluto cordiale tra sconosciuti.

L'elfa aveva trattenuto il respiro, possibile che fosse via da casa da neanche un giorno e già era la seconda volta che rischiava di morire per mano di qualcuno? Quella che doveva essere la lama della spada premeva leggermente sul suo collo ma era sufficiente per sentirne il gelo entrarle nelle ossa. Era una brutta situazione, da quella posizione non poteva vedere il suo aggressore in faccia, era seduta e quindi senza libertà di movimenti svelti del corpo. D'un tratto si ricordò del pugnale nascosto nello stivale sinistro. Fece brevemente un calcolo: lo sconosciuto doveva essere abbastanza vicino perché ne poteva sentire chiaramente il respiro dietro la nuca, se fosse stata svelta a prendere il pugnale forse sarebbe riuscita a ferirgli una gamba e guadagnare tempo prezioso. Doveva, però, provare alla cieca visto che il corpo di lui era completamente fuori dalla sua visuale.

Prese un bel respiro per prepararsi al gesto fulmineo che probabilmente l'avrebbe condannata a morte. Ma un attimo prima di aver raccolto tutto il coraggio, lui parlo:

-Cosa ci fa qui un'elfa tutta sola?-

-I miei affari mi appartengono- Gli rispose in modo brusco.

-Oltrettuto scontrosa-

Le parve di percepire una nota di sarcarsmo in quella risposta, così decise di adottare anche lei quella strategia, in fondo poteva essere la sua ultima conversazione e il sarcasmo era da sempre il suo cavallo di battaglia.

-Solitamente quando incontro sconosciuti mi presentano il loro nome, non la loro spada-

L'elfa non era sicura, ma le parve che lo straniero avesse soffocato una risata.

-Bene, vuoi sapere il mio nome?-

-Mi accontento anche se tieni sta cosa lontano dal mio collo.-

-Mi chiamo Elia, e tu?- Il tono di voce era diventato meno minaccioso ma pur sempre autorevole.

-La spada..- Disse Shayndel roteando gli occhi.

Ormai la paura era svanita dopo lo scambio di battute ma l'arma a contatto con la pelle che, anche per sbaglio poteva ucciderla, proprio non la poteva tollerare.

-Bel nome La Spada, non l'avevo mai sentito prima! Fa molto da guerriera- Le rispose ironicamente, e poi continuò:

-Ma comunque, anche se non ti conosco, so che non sei una guerriera quindi se vuoi che tolgo la mia spada, prima butta a terra il pugnale che hai nello stivale. Voi donne siete sempre un po' matte.-

Shayndel era rimasta di stucco, troppo per ricordarsi quello che avrebbe voluto dirgli. Così si arrese, tirò via dallo stivale il pugnale, e lo gettò a terra due metri più lontano da lei (e anche da lui).

A quel punto lui le sfilò via la spada lontano da punti vitali del suo corpo e l'elfa, piano, si voltò indietro per vedere in faccia "l'aggressore".

Elia era alto, doveva essere all'in circa 1,85cm tuttavia non era grosso, aveva un fisico molto proporzionato e abbastanza muscoloso. Gli abiti che indossava erano simili ai suoi, dai pantaloni di pelle alla maglia di tessuto, ma invece che essere marroni erano entrambi di tonalità grigio-neri. Sopra la maglia portava una specie di giacca di pelle, molto semplice e più chiara rispetto al resto dell'abbigliamento. Ai piedi calzava anche lui degli stivali, solo molto più logori e sporchi di fango come se avesse camminato per molte leghe tra paludi e campi coltivati.

Elia doveva essere poco più grande di lei, i capelli erano neri con un taglio corto, il naso a punta e ben delineato, le labbra carnose e infine una barba appena accennata che contornava la bocca e parte delle guance fino quasi ad arrivare all'attaccatura delle orecchie. Ma quello che colpì Shayndel furuno i suoi occhi di ghiaccio, di un azzurro così chiaro e penetrante che nemmeno nell'elfo più bello aveva visto. 

Indubbiamente era un bel ragazzo ed è per questo che Shayndel esitò nel parlare, sorpresa di non vedersi un altro tipo brutto e rachitico davanti a sé.

-Ma tu sei un Umano- Gli rivolse la parola cercando di non guardarlo negli occhi per paura di perdersi dentro.

-Pensavo che voi Elfi foste un po' più...brillanti... insomma, senza offesa- Sogghignò lui.

-E io pensavo che voi Umani foste un po' più educati, ma poi ripensandoci, siete solo rozzi e sanguinari- La ragazza fu travolta da tutte le emozioni che aveva provato durante la giornata, dal dolore alla rabbia, e non sarebbe stato di certo questo ragazzo un po' troppo arrongante e belloccio a farla sentire meglio. Anzi, era proprio a causa sua, di quella razza violenta e imprevedibile se lei si trovava lì, se aveva perso i suoi cari e per la sofferenza che provava.

Ma d'un tratto il vento trasportò un rumore di zoccoli provenire dal bosco dove lei era uscita meno di un'ora prima, e quello che accadde dopo fu l'inizio di qualcosa che non si sarebbe mai aspettata.

Shayndel, l'elfa oscuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora