I capelli neri le ricadevano morbidi, lunghi fino a metà schiena e arricciati sulle punte. Il corpo magro, forse fin troppo, era messo in risalto. I jeans le fasciavano le gambe magre, la maglietta larga e corta le lasciava scoperto gran parte dell'addome, piatto, senza un filo di grasso in più, il tutto completato da un parka nero che le arrivava fino a metà coscia e un paio di All Star bianche sgualcite dal tempo. Il viso era coperto da uno strato non troppo spesso di fondotinta, gli occhi azzurri messi in risalto da una linea non troppo spessa di eye-liner e dal mascara nero.
Zayn la guardava mentre si dirigeva verso un banco in fondo all'aula. Si strinse nella sua felpa pesante. Erano ormai a gennaio e il clima londinese era decisamente freddo e si chiese come faceva a sopportare il freddo pungente con addosso solo quella maglietta striminzita. Quando la professoressa di matematica fece il suo ingresso nell'aula tutti si sistemarono sulle sedie e iniziarono a fissare distratti il banco. Quel giorno sarebbe stato giorno di interrogazione e tutta la classe aveva sempre avuto paura di quella professoressa.
"Smith, alla lavagna!" Zayn alzò lo sguardo e la osservò andare alla lavagna titubante. Tutti sapevano che era incapace in matematica, l'unica che non aveva ancora perso la speranza era appunto la professoressa.
"Quale é stato l'ultimo argomento che hai capito?" Eileen ci aveva pensato su un attimo per poi rispondere "equazioni" in modo leggermente titubante.
"Le abbiamo riprese lo scorso mese, quindi non sei così indietro. Vediamo..." La professoressa si grattò pensierosa il mento e fece scorrere lo sguardo su ogni ragazzo dell'aula. Zayn abbassò lo sguardo, la professoressa gli faceva paura e sperava che non lo avesse chiamato per essere interrogato.
"Malik, quanto hai di media in matematica?" Zayn alzò lo sguardo e incontrò quello perso di Eileen, poi si fermò in quello spazientito della professoressa.
"Tra la A e la B?" Domandò incerto. Cavolo era lei la sua professoressa di matematica, avrebbe dovuto saperlo lei quale fosse la sua media.
"Perfetto. A fine lezione rimani in classe, voglio parlarti." Zayn si immobilizzò sulla sedia. Che aveva in mente ora?Quando la campanella suonò, tutti uscirono fuori dalla classe, tutti eccetto Zayn.
"Smith, resti in classe pure lei!" Eileen si fermò di colpo e poi tornò indietro, sedendosi sul banco davanti alla cattedra. Zayn si sedette accanto a lei, aspettando che la professoressa cominciasse a parlare.
"Vi conoscete?" Entrambi scossero la testa e la professoressa si grattò il mento.
"Ho una mezza idea. E non é un consiglio, prendetelo come un ordine ecco." Eileen rabbrividì e Zayn si tese come una corda di violino.
"Smith quest'anno stai andando male in tutte le materie." Eileen annuì e abbassò lo sguardo. Se solo avesse saputo che non era colpa sua, se solo avesse saputo ciò che succedeva in casa.
"Malik, invece tu stai andando bene." Zayn annuì confuso, chiedendosi mentalmente quale fosse il problema.
"Voglio che tu la aiuti per il resto dell'anno. Per quanto riguarda la mia materia voglio che tu la rimetti in pari, mentre per le altre voglio che la aiuti a studiare. Avete domande?" Zayn la guardò con gli occhi sgranati e Eileen alzò la testa di scatto.
"Non voglio essere aiutata. So io perché sto andando male, non deve importare agli altri!" La professoressa di matematica la fulminò con lo sguardo.
"Preferisci dire a tutti i professori perché stai andando male e magari essere bocciata a fine anno?" Eileen scosse la testa e uscì dall'aula.
"Malik, io non so cosa le succede, ma so di non essere cieca e quello che vedi tu lo vedo anche io. Ti chiedo solo di aiutarla con la scuola." Zayn annuì e uscì dall'aula, cercando la ragazza per accordarsi su quando trovarsi.La campanella che segnava la fine della lezioni suonò e Zayn si alzò e corse fuori. Doveva trovare la Smith per accordarsi su quel pomeriggio. Voleva iniziare subito con quella cosa perché altrimenti gli sarebbe passata la voglia.
Quando la vide uscire dai cancelli della scuola gli corse in contro.
"Smith." La ragazza si girò e lo fissò con sguardo vuoto.
"Senti, l'unica cosa che voglio fare é andare a casa, quindi ti prego di fare in fretta." Gli occhi le si riempiono di lacrime e Zayn provò ad avvicinarsi, ma lei lo allontanò.
"Non avvicinarti." Tirò su con il naso e lo guardò pregandolo con lo sguardo di fare in fretta.
"Vieni da me oggi, iniziamo subito con matematica." Lei annuì, poi si voltò e riprese a camminare."Papà, io vado." Si infilò il cappotto e rabbrividì. Faceva freddo e l'unica felpa ormai decente che le era rimasta era a lavare. Inoltre non aveva il coraggio di dire a suo padre che le sarebbero serviti dei soldi, aveva paura della sua reazione.
"Dove cazzo devi andare?" Rabbrividì ancora, stavolta di paura. Erano le quattro del pomeriggio e non voleva arrivare tardi, non la prima volta che si presentava.
Zayn le piaceva. Non aveva mai fatto domande a differenza di tutti gli altri suoi compagni di classe e non si era rifiutato di aiutarla quando la professoressa di matematica aveva proposto quella cosa
"Vado da un mio compagno di classe, mi da una mano a scuola." Rise, e Eileen sentì una terribile puzza di alcool, e in quel momento iniziò davvero ad avere paura.
"Vai a fare la puttana eh?" Si avvicinò e lei tentò di indietreggiare, ma era già addossata alla parete del soggiorno.
"Rispondi!" Le ordinò, avvicinandosi e tirandole uno schiaffo in pieno volto.
Le lacrime le riempiono gli occhi, ma lei cercò di trattenerle. Non poteva piangere, o l'avrebbe picchiata più forte.
"No, vado a fare ripetizioni di matematica." Lui rise ancora più forte e stavolta le tirò un pugno sullo stomaco , facendola piegare su se stessa in cerca d'aria.
"Ti ho detto di non mentirmi!" E in quel momento Eileen capì di non avere scampo.Dopo quasi mezz'ora il padre la lasciò in pace e usò la poca forza che aveva per alzarsi e andare al piano superiore. Si guardò allo specchio e cercò di darsi una sistemata. Fortunatamente non l'aveva colpita sul viso quindi uscì di casa un po' tremante e arrivò a casa di Zayn con un'ora e mezzo di ritardo.
Quando suonò alla porta uno Zayn infuriato arrivò ad aprirle.
"Alla buon ora, vieni entra." Eileen abbassò lo sguardo e si diede della stupida mentalmente, lui non poteva sapere. Si sedettero al tavolo della cucina e Zayn iniziò a spiegarle i concetti base delle disequazioni. Non le sembravano così difficili come credeva.
Ogni tanto le arrivava qualche fitta di dolore dall'addome, altre volte sentiva la testa pulsarle sempre più forte, tanto da farla chiudere gli occhi e respirare a fondo.
Zayn, che si era accorto di tutto, si stava trattenendo dal farle domande, ma gli sembrava di essere scortese.
"Stai bene?" Le chiese cercando di essere meno arrabbiato. In realtà non era nemmeno tanto arrabbiato, solo che aveva aspettato un'ora e mezza e si era spazientito.
La vide stringere gli occhi e annuire piano, per poi rabbrividire.
"Hai freddo?" Annuì, ma alzò le spalle come se non le importasse davvero. Zayn si sfilò la felpa e si alzò, appoggiandogliela sulle spalle. La sentì irrigidirsi sotto le sue dita, ma fece finta di niente.Ripresero a fare matematica e quando lei si accorse che erano ormai le sette e mezza di sera, si alzò di colpo e mise tutte le sue cose frettolosamente nello zaino.
"Che hai fatto lì?" Alzandosi, il suo addome scoperto aveva rivelato una serie infinita di lividi grigiastri che gli fecero strabuzzare gli occhi.
"Non sono affari tuoi. Grazie." Si sfilò la felpa e fece per porgliela, ma lui non la prese.
"Tienila, non voglio che a casa ti vedano conciata così." Lei abbassò lo sguardo e se la rinfilò. Zayn non poteva sapere che il problema era proprio in casa sua.Angolo autrice.
Se c'è già qualcuna che legge la storia voglio dire che mi dispiace. Ho pubblicato il prologo un mese fa, ma ho avuto un sacco di problemi a scuola e fuori. But, ora ho finito Of mint and tobacco (😭) quindi posso dedicarmi tutta a questa storia.Vi prego votate e commentate, ci tengo tantissimo 🙏💭⭐️
Un bacio.
Martina 🌼💘
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Mistake
Teen FictionGli errori fanno parte della nostra vita, ce ne sono alcuni che non consideriamo neanche, e altri, invece, che ci segnano nel profondo, che ci fanno mancare il fiato e cadere a fondo, fino ad annegare. Stessa autrice di Of mint and tobacco| Calum H...