Quella mattina non era andata a scuola. Aveva dormito poco e male, il messaggio di suo fratello l'aveva resa ansiosa e abbastanza preoccupata. Quando poi si era svegliata, aveva sentito suo papà muoversi per casa e non voleva alzarsi per scoprire se si fosse accorto della sua assenza. Rimase a letto fino alle undici, poi sentì la porta di casa chiudersi e tirò un sospiro di sollievo. Uscì dalla camera e scese di sotto. Si piazzò sul divano e iniziò a fare zapping in cerca di qualche programma interessante che la tenesse impegnata.
Si alzò dal divano che erano le due e mezza. Non aveva altro da fare e la maratona del Geordie Shore era finita. Gaz e Charlotte avrebbero dovuto mettersi insieme, smetterla con tutti quei tira e molla.
Andò al piano superiore e si infilò un paio di jeans e una felpa nera di suo fratello, le All Star bianche e prese lo zaino di scuola. Era presto, ma sarebbe andata da Zayn, così poi avrebbe potuto chiamare suo fratello ad un orario decente.Suonò il campanello e si dondolò sulle punte dei piedi. Aveva paura di disturbarlo, insomma, la scuola era finita si e no da un'ora e già lo obbligava ad aiutarla, di nuovo.
"Ciao." Abbassò lo sguardo e sorrise impacciata di fronte a quella bambina dai tratti molti simili a quelli del ragazzo che cercava.
"Ciao." La bambina la osservò curiosa, aggrottando la fronte e incrociando le braccia al petto.
"Sono un'amica di Zayn, é in casa?" La bambina annuì e si fece da parte per farla passare.
Eileen si sedette sul divano e appoggiò lo zaino ai suoi piedi, poi fissò la bambina che si sedette sul tappeto davanti a lei riprendendo a giocare.
"Safaa, chi era?" Girò la testa nella direzione da cui aveva sentito provenire la voce e uno Zayn con addosso solo un asciugamano intorno alla vita e i capelli ancora bagnati le si parò di fronte.
"Eileen, oh, ciao." Si grattò imbarazzato la nuca e sorrise leggermente.
"Scusa, so che é presto, ma..." Si interruppe e abbassò lo sguardo imbarazzata.
"No, é ok, tranquilla. Mi cambio e arrivo." Lo vide chiudersi dietro una porta e riportò lo sguardo sulla bambina.
"Sei la nuova ragazza di Zayn?" Si ritrovò due occhi scuri piantati addosso.
"No, piccola. Mi aiuta a studiare. Sai, non vado molto bene a scuola." La bambina annuì.
"Perché non vai bene a scuola?" Eileen sbiancò, poi si riprese e le sorrise.
"A casa non riesco a concentrarmi." La bambina tornò a giocare e lei continuava a fissarla. Non aveva mai avuto un'infanzia felice. Era sempre rimasta chiusa in camera sua e non aveva mai avuto niente con cui giocare.
"Scusa se ci ho messo tanto, vieni, andiamo in cucina. E Safaa, se hai bisogno chiedi." Eileen si risvegliò dai suoi pensieri e seguì Zayn in cucina.
"Scusa se c'è anche lei, ma mia mamma non poteva tenerla." Eileen si sedette di fianco a lui al tavolo della cucina.
"É carina, ti assomiglia molto." Tirò fuori il quaderno di matematica e prese una penna dall'astuccio.
"Tu, non hai fratelli o sorelle?" Si morse il labbro inferiore nervosa, aveva sempre odiato parlare della sua famiglia, era un argomento che non voleva mai toccare.
"Ho un fratello maggiore, vive a Berlino." Sorrise forzatamente e cercò qualcosa con cui distrarsi.
"Ti dispiace se oggi non ti spiego niente di nuovo? Sono stanco e non ho per niente voglia di far matematica." Eileen annuì in consenso e scrisse il primo esercizio che Zayn le dettò."Ti squilla il telefono." Eileen si riscosse dai suoi pensieri, era così concentrata dall'esercizio che stava svolgendo che non si era nemmeno accorta che il telefono le stava squillando. Quando lo preso e vide il nome di suo fratello si irrigidì.
"Ti scoccia se rispondo?" Zayn scosse la testa e le fece capire che sarebbe uscito a fumare."Ciao piccola." A Eileen salirono le lacrime agli occhi. Suo fratello era l'unico che sapeva tutto e averlo così lontano gli faceva male.
"Ciao Aaron." Si rannicchiò sulla sedia, portando le ginocchia al petto, e aspettò di sentilo parlare.
"Mi hanno chiamato da Londra ieri. Papà ha ricevuto un'altra denuncia. Ha picchiato un collega mentre era ubriaco. É stato licenziato ovviamente, e dicono che se ci sarà un'altra denuncia verrà arrestato." Fissò il vuoto per qualche minuto, senza dire niente, stette in silenzio.
"Che stai cercando di dirmi?" Si strinse tra la mano libera l'orlo della felpa.
"Denuncialo. Te lo chiedo in ginocchio. Fallo per te stessa. Non voglio più sentirti piangere al telefono senza poter fare niente." Chiuse gli occhi e prese un respiro profondo.
"No." Continuò a torturare l'orlo della felpa.
"Smettila di essere così stupida. Non puoi andare avanti così." Si stava innervosendo. Lui non c'era tutte le volte che succedeva, non aveva il diritto di parlare.
"Tu non c'eri quando ha iniziato. Tu non c'eri la prima volta che ha alzato le mani, e non ci sei nemmeno ora. Non ci sei quando mi dice che sono troppo identica alla mamma. Non ci sei quando mi dice che gli faccio schifo perché ho ucciso la mamma. Quindi ti prego, non dirmi cosa devo fare." Tirò su con il naso sforzandosi di non piangere, lei non piangeva per queste cose, e non voleva piangere per poi spiegare cosa era successo.
"Ti sto solo dicendo cosa é meglio per te. Ti libereresti di lui e potresti essere felice." Eileen rise, una risata triste e forzata.
"Tu non puoi sapere cosa é meglio per me. Tu te ne sei andato, così come la mamma. Tu non sei qui. Lui è l'unico che è rimasto qui, con me." Sentì suo fratello sospirare, un po' si sentiva in colpa per avergli detto quelle cose, ma era vero.
"Ne hai mai parlato con qualcuno? Un amico?" Eileen abbassò lo sguardo e si fissò le punte dei piedi.
"No, sai che non ho nessuno." Suo fratello sospirò un'altra volta.
"Mi ha chiamato la scuola. Mi hanno detto che sei a rischio bocciatura e che c'è un ragazzo che ti aiuta a studiare, com'é?" Sorrise. Zayn era simpatico, per quelle poche volte che ci aveva parlato al di fuori delle spiegazioni.
"Non é male. É simpatico e almeno riesco a capire qualcosa." Si immaginò suo fratello sorridere contento per questa rivelazione.
"Perché non gli parli? Voglio dire, non tutto così di un colpo, ma magari poco per volta gli racconti tutto. Hai bisogno di qualcuno con cui parlare o a cui chiedere aiuto." Suo fratello aveva ragione, ma non voleva rendere pubblici i suoi segreti, non voleva che nessuno li sapesse.
"Ci penserò, ora devo salutarti, sai, sto facendo ripetizioni. Ti voglio bene Aaron, ciao." Aspettò la sua risposta prima di attaccare la conversazione e sistemarsi meglio sulla sedia.
Dopo pochi secondi Zayn rientrò in cucina e non osò alzare lo sguardo dal suo quaderno. In qualche modo sapeva che aveva sentito qualcosa della conversazione, ma non voleva sapere cosa.
"Eileen.." Chiuse gli occhi e strinse le mani a pugno, non voleva sentirlo.
"Cosa hai sentito?" Continuò a tenere gli occhi chiusi e i pugni serrati.
"Niente di eccezionale, non volevo farmi i fatti tuoi. Solo, mi dispiace per tua madre." Riaprì gli occhi e si accorse che la stava guardando con dolcezza, non con pietà come immaginava.
"É morta dopo aver partorito. E mio fratello vive a Berlino da quando ho undici anni." Zayn le sorrise. Si soffermò a osservare il suo viso: gli occhi scuri erano contornati dalle ciglia lunghe, la bocca sottile e il sorriso bianco e poi, adorava la barba. I ragazzi con la barba gli erano sempre piaciuti, motivo per cui obbligava suo fratello a tenerla.
"Che ne dici di smetterla per oggi? Se vuoi possiamo guardare qualcosa in tv, se ti va." Eileen annuì e gli sorrise. Era sempre stata abbastanza sfacciata, ma con Zayn un po' si vergognava.
"Zay, mi fai la cioccolata?" Safaa entrò saltellando in cucina e si mise di fronte a Zayn facendo il labbruccio.
"Piccola, sai che non so farla." Safaa piagnucolò e sbattè i piedi per terra.
"Se vuoi la faccio io, se non ti scoccia, ovvio." La bambina si girò verso Eileen e le sorrise, poi iniziò a ringraziarla e abbracciarle le gambe.
Zayn le lasciò le bustine di cacao, il latte, poi si sedette su una sedia della cucina e sentiva il suo sguardo bruciarle addosso. Si muoveva abbastanza a suo agio e si perse nei suoi pensieri quando iniziò a mescolare lentamente la cioccolata.
Avrebbe dovuto lavorare quel mese, suo padre non avrebbe trovato un lavoro in pochi giorni e lei avrebbe dovuto chiedere al bar in centro un posto di lavoro. La padrona era un'amica di sua madre e l'avrebbe assunta anche all'ultimo secondo.
"Zayn, potresti passarmi il telefono?" Zayn glielo passò e tornò a parlare di chi sa che cosa con sua sorella.
Eileen compose il numero di suo fratello e appoggiò il telefono sul bancone.
"Piccola, che succede?" Il tono di suo fratello era abbastanza preoccupato.
"Aaron, sto bene. Devo solo chiederti una cosa." Sentì suo fratello tirare un sospiro di sollievo.
"Sei ancora a fare ripetizioni?" Eileen arrossì leggermente.
"Ehm, si e sei in vivavoce" Suo fratello ridacchiò e poi urlò un "ciao Zayn" che fece saltare il moro sulla sedia. Zayn balbettò un "ciao" abbastanza imbarazzato e tornò a dare attenzioni a sua sorella.
"Ascolta, devo lavorare questo mese?" Ci fu silenzio per qualche secondo e Eileen spense il fornello e versò la cioccolata in tre tazze che Zayn le aveva messo sul bancone dalla cucina.
"No, riesco a mandarvi io qualcosa. Ah, una cosa, vieni a Berlino per il tuo compleanno?" A Berlino ci era già stata qualche volta e le era piaciuta tantissimo.
"Non credo, non posso. Perché non vieni tu qui?" Aaron acconsentì, poi si salutarono.
Prese due tazze e le porse ai due seduti intorno al tavolo, poi prese l'ultima rimasta e si sedette di fronte a Zayn.
"Come è andata con Michael?" Soffiò sul bordo della tazza sperando che la cioccolata si scaldasse.
"In realtà pensavo molto peggio. É stato carino." Soffiò ancora e ne bevve un sorso.
"Continuerai ad uscire con lui?" Ci pensò su. Non aveva ancora avuto il tempo o la voglia di pensarci. Infondo si era trovata abbastanza bene quindi che male c'era uscirci qualche altra volta?
"Probabile." Zayn annuì poi fissò la bevanda dentro la sua tazza.Quando tutti e tre ebbero finito la cioccolata, Zayn si alzò e mise la tazze nel lavandino.
"Vuoi fermarti a cena?" Eileen si stupì di quella domanda, ma cercò di nascondere lo stupore.
"No grazie, devo tornare a casa. Anzi, tolgo subito il disturbo, é un po tardi." Si infilò il giubbotto e mise su una spalla lo zaino.
"Grazie mille Zayn." Lo ringraziò e andò verso la porta di ingresso.
"Ciao Eileen." Zayn si chinò e le lasciò un bacio sulla guancia.
"Ciao." Balbettò in imbarazzo.
Ma perché si imbarazzava? Infondo era solo un bacio sulla guancia, no? Eppure, quella sera, si sentiva veramente felice.Angolo autrice.
Un miraggio 😍
Dopo un mese che non aggiorno sono tornata, non so se c'é qualcuno che già segue questa storia ma va beh.
Non ho molto da dire, la scuola mi ha letteralmente ucciso, e ora é l'una di notte e tra sei ore devo svegliarmi perché domani parto 😍😍Mi era mancato scrivere e devo dire che mi era mancato anche un po' wattpad.
Ah sì una cosa: se avete viste Eileen sarebbe interpretata da Acacia Brinley. Ora é mora con i capelli corti. La versione che intendo io é con i capelli lunghi e neri. Comunque vi lascio foto su questo capitolo. Per Aaron invece non ho un'idea in testa.
Vi lascio e spero di tornare presto.
Vi amo 💕
Martina 🍀
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Mistake
Genç KurguGli errori fanno parte della nostra vita, ce ne sono alcuni che non consideriamo neanche, e altri, invece, che ci segnano nel profondo, che ci fanno mancare il fiato e cadere a fondo, fino ad annegare. Stessa autrice di Of mint and tobacco| Calum H...