Capitolo 2

92 6 5
                                    

...si presentò una ragazza alta, di piccola corporatura, capelli biondi legati in uno chignon, occhi verdi e il viso coperto da lentiggini. Si siede accanto a me e mi domanda cosa mi fosse successo.

"Niente di importante"- dissi asciugando le lacrime dal mio viso.

"E' un pò difficile pensare che non ti fosse successo niente. Su dai racconta cosa ti è successo, forse posso aiutarti".

" Ho solo paura...paura di non riuscire ad entrare nella Mescal. Sin da piccola ho sempre sognato di diventare una cantante è l'unica cosa che vorrei fare da grande".

In quel momento la ragazza si alzò in piedi e mi disse di seguirla dentro. Ero un pò sotto shock per la richiesta e continuavo a domandarle cosa volesse da me, ma non emise suono fino a quando abbiamo raggiunto una stanza.

"Entra"- disse la ragazza del quale neanche il nome conoscevo. 

Entrata vidi un piano, delle chitarre, bassi, batteria, microfoni e molti altri strumenti. Mi chiese di scegliere uno strumento e di cantare una canzone a mio piacimento.

Non sapevo cosa fare, non so cosa dovevo cantare, che strumento scegliere, e se avessi sbagliato qualche nota?

Mi sistemai al piano e iniziai a suonare.

La prima canzone che mi passava per la testa era Di notte di Pierdavide Caronte...

"E fa male quando dici che stai male e non sto con te, e fa male col dolore che t'assale e non sto con te, e fa male quando non sono all'altezza di star con te, mi fa male quando nonostante tutto, tu scegli me..."

"Piacere mi chiamo Sofia e ti consiglio di rimanere nei paraggi perché ho bisogno di te, sei un ottimo potenziale. Farò avere il tuo cd che hai consegnato a Michele per poter ascoltare qualche altra canzone e sono molto curiosa di sentire qualcosa scritta da te".

Rimasi con la bocca aperta e non riuscì a muovermi. Mi consegnò dei fogli che avrei dovuto compilare e consegnare il più presto possibile.

"Grazie Sofia cosa posso fare per ricambiare questo bellissimo e importante gesto?"

Sofia: "Semplicemente compilando questi moduli e venire il più presto possibile qui per iniziare a organizzare il tuo progetto".

Ringrazio e scappo verso l'uscita ma come sempre qualche figura ridicola la devo fare. Vado a finire contro Riccardo.

"Che sbadata, scusami tanto Riccardo"

Riccardo: "Tranquilla. Dove stai andando saltellando come una lepre?"

"Sofia mi ha accettato alla Mescal e ora posso finalmente vedere quel sogno che si sta realizzando a poco a poco".

Riccardo: "Allora dobbiamo festeggiare, tu ed io a pranzo ora. Conosco un bel posto dove potremmo andare. Posso essere d'aiuto se hai domande inerenti alla Mescal sono a tua disposizione".

"Grazie mille e accetto la tua richiesta sia del pranzo che per l'aiuto con i moduli"...

Sembrava un sogno ma invece è realtàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora