parlavo da sola

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se te lo raccontassi adesso, probabilmente negheresti il tutto e mi daresti della stupida, mi chiameresti vanitosa, o ancora peggio arrogante.

se ti dicessi che era già da tempo che avevo notato i tuoi sguardi interessati nella mia direzione, mi rideresti in faccia per nascondere l'imbarazzo in arrivo sul tuo volto candido.

se ti rivelassi che avevi già catturato tutta la mia attenzione e che continuavo a tornare in quel posto solo per poterti osservare ancora, non mi crederesti neanche, oppure lo faresti e poi mi prenderesti in giro. posso ancora immaginare con precisione nella mia testa la tua espressione sorpresa e divertita e ascoltare la tua risata cristallina rimbombarmi nel cuore.

eppure andò proprio così, quell'estate.

me ne stavo sola, all'ombra della grande roccia scavata che incombeva sulla spiaggia e da cui, più avanti, tutti si lanciavano per tuffarsi in acqua, producendo schizzi fastidiosi da tutte le parti.

non mi piaceva molto il mare, né tantomeno mi piaceva stare sotto il sole; durante la mia permanenza lì, avevo deciso di fare un'eccezione e visitare solo per una volta quella spiaggia meravigliosa di cui parlavano tutti. fu un'importante coincidenza perché, se non ti avessi incontrata proprio lì quel pomeriggio, non ci sarei mai più tornata e la nostra storia non avrebbe mai potuto avere inizio.

faceva tremendamente caldo, ma sopportavo l'afa estiva solo per nutrirmi di tutti gli sguardi che mi lanciavi, tentando di non farti scoprire ma fallendo miseramente, perché risultavi fin troppo ovvia e i tuoi occhi brillanti ti avevano tradita fin dal primissimo secondo.

tu te ne stavi là, con quelli che supposi fossero i tuoi amici, alternando gli spostamenti dalla riva del mare alle dune di sabbia bianche che ricoprivano più avanti quel tratto di costa paradisiaco.
ridevi, gridavi, parlavi tranquillamente con gli altri ed il tuo sguardo continuava incessantemente a raggiungermi.

andò avanti per quasi una settimana, ricordi? passavo tutta la giornata restando immobile al riparo dai raggi scottanti del sole, ad ascoltare le onde, gli schiamazzi dei bambini, e i frammenti dei vostri discorsi; e ne valse la pena, perché ad un certo punto, la sera del quinto giorno, mi arrivò finalmente alle orecchie la voce di una tua amica che ti chiamava. sentii per la prima volta il tuo nome forte e chiaro, e dà lì iniziai a fantasticare sul come sarebbe stato pronunciarlo e guardarti mentre ti voltavi nella mia direzione, poggiando i tuoi occhi su di me, questa volta più da vicino.

mi chiedevo ogni secondo quando saresti venuta a parlarmi, mettendo fine a quello strazio, e un qualcosa continuava a crescermi nel petto man mano che il tempo passava.

chaeyoung,
morivo dalla voglia di conoscerti.

LITTLE TALKS。chaennieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora