LITTLE TALKS。chaennie

quando sei venuta nella mia direzione

il sesto giorno sono stata fortunata.

avete avuto la fantastica idea di portarvi una palla e, quando è causalmente finita vicino a me, l'ho afferrata e ho aspettato che qualcuno (tu) venisse a recuperarla.
le tue amiche hanno ridacchiato e ti hanno urlato di andarla a prendere, così ti sei avvicinata a me con un sorriso nervoso e hai aspettato che ti porgessi la palla.
mi sono alzata e te l'ho offerta, e nel prenderla dalle mie mani hai sfiorato le mie dita e non ti sei mossa più.
siamo rimaste ferme così, in piedi l'una di fronte all'altra, con le mani salde sulla palla al centro tra noi, tu cercavi di evitare il mio sguardo e io facevo il possibile per catturarlo.

dopo qualche secondo (che sembrò durar ore) ti ho parlato.

"chaeyoung, giusto? non vedevo l'ora di guardarti più da vicino."

ricordo alla perfezione lo sguardo sconcertato che mi hai rivolto, probabilmente non aspettandoti tale schiettezza e sincerità da parte mia.

"c-come? ci conosciamo?"

la tua voce da quella distanza era diversa da come me l'ero immaginata. era fin troppo dolce e delicata, ma al contempo limpida e squillante. immediatamente ogni altro suono intorno si spense e mi ritrovai a pendere della tua labbra, attendendo con impazienza che mi rivolgessi altre infinite parole.

"no, ma siamo entrambe qui da un po' di giorni. non dirmi che non mi hai notata, prima di questo pomeriggio."

mi rispondesti mangiando le parole, ma in qualche modo riuscii a comprendere ogni lettera.

"s-sì, in realtà ti avevo già vista, hai ragione. sono chaeyoung, park chaeyoung."

facesti una breve pausa, probabilmente rendendoti conto di quanto la tua voce tremasse al mio cospetto.

"e tu come ti chiami?"

qual era il nome dell'incantesimo che avevi scagliato contro di me, chaeyoung? ti avevo parlato solo per qualche minuto e non riuscivo a smettere di pensare a quanto avrei voluto sentirti ancora rivolgermi la parola.

"chiamami jennie."