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"Pausa pranzo terminata." Udimmo da una vocina fastidiosa, in direzione della porta d'ingresso del locale. Entrambi ci voltammo e si trattava di Stella, che ci fulminò all'istante con una delle sue occhiate presuntuose.

La direzione del locale era a carico di Stella, solo nel caso il padre, Samuel Chèrie, fosse stato assente. Considerando che quest'ultimo era un imprenditore, questa caffetteria era soltanto uno dei tanti locali che gestiva e, non potendo occuparsi personalmente di ciascuno di loro, lasciava il compito a qualcuno, di cui si fidava, che lo facesse al suo posto. Fossi stata nel signor Chèrie poco mi sarei fidato della figlia, vedendo tutti i soldi che prendeva dalla cassa e dai fondi della caffetteria per uso personale. Bastava vedere con quale facilità, ogni giorno, si presentava a lavoro con una borsa firmata differente.

"Sì, Stella." Le risposi, con un finto sorriso stampato sul viso. Entrambi ci dirigemmo all'interno del locale, per riprendere i nostri posti di lavoro. "E comunque Austin..." Sentii bisbigliare alle mie spalle da Stella, mi voltai leggermente e la vidi porgere nelle mani di Austin un bigliettino rosa. Non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere, ma ciò non fece molto piacere a Stella.

"Cosa ci trovi di tanto divertente Martin!" Cominciò a urlarmi contro Stella, mi aveva chiamata per cognome, la cosa si stava facendo seria. "Non ridevo di te, Stella." Cercai di giustificarmi facendole gli occhi dolci, ma lei non abboccò.
"Ah no?" Disse con un ghigno stampato sul viso, riuscivo a percepirle la rabbia attraverso gli occhi castani.

Non abbiamo mai avuto un ottimo rapporto, ero riuscita ad ottenere questo lavoro grazie ad Austin, che avevo conosciuto proprio all'interno di questa caffetteria.
Stella aveva sempre avuto un debole per Austin, il quale fece leva su questa cosa per farmi assumere e non smetterò mai di ringraziarlo per questo.

"Calmiamoci adesso." Disse Austin mettendosi fra noi due, cercando di calmare la situazione e lo sguardo di Stella apparve improvvisamente cambiato. "D'accordo Austin." Disse con un sorriso, come se non fosse accaduto nulla, per poi avvicinarsi ad Austin e sussurrargli qualcosa all'orecchio.

Lì guardai entrambi confusa, spostando lo sguardo qua e là, fin quando Stella non si allontanò, rivolgendomi una smorfia e tornate nel suo ufficio sul retro del locale.

"Cosa ti ha detto?" Chiesi immediatamente ad Austin non appena Stella si allontanò abbastanza. Lui non disse nulla, prese il bigliettino rosa dalla tasca e me lo mostrò. Glielo strappai dalle mani, in preda alla curiosità.

"Ho sempre avuto un debole per i cattivi ragazzi come te. Ti aspetto stasera alla mia villa sul lago. Baci, Stella."

Non riuscii a trattenermi e gli scoppiai a ridere in faccia. "Sul serio?" Dissi guardando Austin, mentre la mia risata si intensificava, attirando l'attenzione di tutti nel locale, compresi i clienti. Cominciai a guardarmi intorno, non mi ero resa conto di avere tutti gli occhi puntati addosso. Mi assalii un forte senso di imbarazzo, seguito da una sensazione di calore sul viso e cominciai ad arrossire. Vorrei sotterrarmi in questo momento per l'immensa vergogna che stavo provando.

"Stai calma." Disse Austin, guardandomi nel profondo degli occhi e dirigendo il mio sguardo al suo, ma non riuscivo a smettere di guardarmi intorno. "Guarda me." Continuò a dire sfiorandomi il viso con le mani, per indirizzare i miei occhi ai suoi. "Respira." Disse gesticolando con le mani, cercando di calmarmi e piano piano ci stava riuscendo.

Il mio cuore, che fino a qualche secondo prima stava battendo all'impazzata, adesso sembrava aver interrotto la sua corsa. Stava ritornando a camminare sui suoi passi, come anche le mie emozioni.

Avevo sempre avuto questo problema con le mie emozioni, quando mi lasciavo trasportare dagli eventi che mi riguardano, perdevo il controllo e mi lasciavo sopraffare da esse. Il mio passato fu una delle cause principali di questo mio problema.

Da quel giorno, niente era stato più uguale, compresa me.

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