Capitolo 24. Il desiderio di amare ancora

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Cailean Dow accavallò le gambe e si appoggiò con entrambe le spalle allo schienale della sedia. Incrociò per un istante l'occhio di Kelhatyel e gli angoli della bocca gli si piegarono all'insù, in una pantomima di sorriso senz'anima che, però, all'elfo sembrò bastare, perché rispose con un lieve cenno del capo e con la pupilla visibile che brillava. La vita non era stata generosa con il povero Kelhatyel: non aveva conosciuto nulla se non odio e rancore, ed era finito per mettere la sua esistenza nelle mani dell'unica persona che gli aveva dimostrato un po' di riguardo. Non c'era da stupirsi che anche lui fosse finito per condividere i suoi medesimi scopi: che cos'aveva il mondo da offrire a quelli come loro, dopotutto? Paria, allontanati anche dai propri famigliari, rifiutati dalla società... chi mai avrebbe potuto accettare uno come lui, se non lo facevano i suoi simili? Era stato l'alleato più fedele e affidabile che avesse mai avuto, fin da quel dicembre di cinque anni prima, quando si era fermato a guardare quell'esile mendicante che chiedeva l'elemosina, tremante sul ciglio della strada.

L'elfo senzatetto doveva molto a Cailean, ma la cosa era reciproca: Kelhatyel era stata una spia senza pari e un sicario bravo come nessun altro; il piano poteva considerarsi completo, quel giorno, anche grazie al suo costante impegno. Con uno strano senso di tristezza, Cailean si disse che avrebbe voluto offrirgli qualcosa di più della semplice liberazione dalla sofferenza.

«Ero considerato poco più di un adulto, a quei tempi,» iniziò l'immortale, distogliendo lo sguardo dal devoto amico. «Vivevo in un villaggio poco a nord di Inbhir Nis; rivedendolo con gli occhi moderni, non era altro che un minuscolo agglomerato di casupole abitato da contadini e pastori. Ma era tutto ciò che un modesto uomo di quei tempi potesse desiderare.»

Sospirò e chiuse gli occhi. Malgrado tutto il tempo che era passato, ricordava ogni cosa di quegli anni; quelle immagini e suoni e odori di una vita passata gli vorticavano intorno come se fossero davvero lì con lui in quell'esatto momento.

E la voce di lei era ciò che di più nitido c'era fra quei lontani frammenti di memoria; lo guardava con gli occhi che ridevano e lo chiamava, mentre la sua risata si mescolava con il trillo dello Storno Roseo appollaiato sulla conifera in lontananza. Si chiamava Shaylah ed era la donna più bella del mondo, i capelli color paglia profumavano di Erica cinerea e la pelle alabastro quasi rifulgeva di luce propria. Si chiamava Shaylah, e duemila anni non erano abbastanza perché il ricordo del suo corpo che danzava gli sfumassero dalla mente.

Cailean serrò i pugni per far fronte a quella marea di ricordi dolorosi, ma si rilassò subito, sapendo che il momento che anelava da così tanto tempo stava per giungere. Il giorno in cui l'avrebbe rivista, dopo tutto quel tempo, era ormai dietro l'angolo; millenni di duro lavoro e sforzi atti solo a quel desiderio stavano arrivando alla fine. Aveva perso tutto durante quel percorso, ogni cosa che lo potesse definire umano, ma non quello che provava per Shaylah; no, quello no. Il ricordo dolce di quegli anni era l'ultima cosa che ancora teneva la sua psiche insieme, le chiari immagini di quella breve vita al fianco della donna che amava erano tutto ciò che gli era rimasto. Che mostro degenere sarebbe diventato se solo non avesse avuto quell'ancora a salvarlo dalla deriva?

«Nel mio villaggio ero amato e tutti mi guardavano con rispetto,» proseguì, riaprendo gli occhi per scrutare i suoi ascoltatori. «Praticavo gli antichi insegnamenti druidici che mi erano stati tramandati e in quella piccola comunità chiunque fosse stato in grado di disinfettare un taglio con delle erbe sarebbe stato considerato al pari di un dio.»

Sorrise, tentando di delineare il ricordo dei volti offuscati dei bambini e degli uomini che aveva aiutato con la blanda magia che conosceva a quell'epoca. Se avesse avuto il potere e l'esperienza maturata in quei secoli, avrebbe forse agito in modo diverso? No, assolutamente no.

L'Attesa della SignoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora