Quando finisco di lavorare è ormai buio pesto. Il doppio turno mi ha massacrato e ora ho dolori ovunque.
«Dodici ore di lavoro», sento dire alle mie spalle. «Beh, sei da ammirare».
«Per essere scesa dalle stelle alle stalle?» mi volto verso Will che se ne sta appoggiato col sedere al cofano del suo suv scuro.
Alza le spalle, restando con le mani infilate nelle tasche anteriori dei jeans. «Sì, facendolo con coraggio però».
«Si chiama sopravvivere», rettifico.
«Nessuno te l'ha imposto però».
«Non ricominciamo», lo ammonisco e lui alza le mani.
«Okay, ti porto a cena?» prova a cambiare discorso.
«No, grazie. Ho solo il bisogno urgente di fare una doccia. Puzzo di fritto». Storco il naso e tento di lasciarlo lì, voltandomi per compiere qualche passo verso la strada.
«Dove vai?» alza il tono di voce.
«A casa?» faccio del sarcasmo.
«A piedi? Ma posso accompagnarti e prendere per strada qualcosa da mangiare», si affretta a rispondere.
Alzo gli occhi al cielo, restando sempre di spalle. «Non stasera, Will». Oggi non è stata una giornata facile. Non ho fatto altro che ripensare alla mattinata passata insieme. Mi mancava la sua presenza e sono stata fin troppo bene, ma so perfettamente che se gli permettessi di rientrare nella mia vita, con la presenza di Olivia che incombe alle nostre spalle e il dolore di un passato che ancora non ho metabolizzato, sarà solo la mia totale distruzione.
«Perché?» mi chiede e sento i suoi passi sull'asfalto che si avvicinano.
«Perché...» mi blocco e mi volto verso di lui. «Voglio stare un po' da sola», aggiungo, ma trapela tutta la mia confusione nel tono di voce. «Perché sei di nuovo qui?» gli chiedo subito dopo, con un tono più aggressivo, che tenta malamente di mascherare quello confuso di un attimo fa. Ma è troppo tardi.
«Che ti prende adesso?» mi fissa turbato. «Stamattina eri...»
«Non capiterà più, okay?» lo interrompo. «Voglio che mi lasci in pace, Will», sbotto e mi volto di nuovo per andare via.
«No, aspetta. Ti prego, Skye». Aumenta il passo per raggiungermi e mi afferra un gomito. «Non andartene così. Io ho bisogno di te...»
«Tu hai bisogno di me?» mi volto di scatto, fissandolo indispettita.
Lui tira un sospiro. «Sì» e pronuncia queste due minuscole lettere mentre incatena gli occhi ai miei.
«Per cosa?» deglutisco. «Per cosa hai bisogno di me?» non so cosa aspettarmi. Il mio stomaco si attorciglia dall'ansia e il mio cuore comincia a battere così forte che temo lo senta o che mi esca fuori dal petto.
Il suo labbro inferiore trema leggermente. «Ho bisogno di un favore, Skye», mi dice maledettamente serio, ma io digrigno i denti e scosto il braccio che ancora mi tiene stretto.
«Hai bisogno di un favore da me, non di me», dico con la voce strozzata, ma intanto mi crolla la terra da sotto i piedi. Avrei dovuto immaginare che sarebbe ritornato solo per chiedermi aiuto e non per chiedermi scusa o... per essersi reso conto di amarmi.
«Ho bisogno di te, che mi aiuti, perché... perché non so a chi altro chiedere e... perché mi fido solo di te». C'è una profonda disperazione nei suoi occhi chiari, limpidi, mista ad una maledetta sincerità.
«Che problema hai?» mormoro e lo fisso, senza capire cosa devo provare. Rabbia? Compassione? Fastidio?
«Penso che Olivia mi stia tradendo», fa fatica ad ammettere.
«Cosa?» mormoro incredula.
«Cioè, non lo so, ma è strana, sfuggente... inventa impegni dal nulla e il più delle volte mi ignora. Chris dice che è solo un po' stressata dato che lavora tantissimo, ma secondo me c'è dell'altro...»
«State per sposarvi», lo interrompo, quasi inorridita.
«Infatti, perciò ho paura di commettere... uno sbaglio». Gli si incrina la voce e mi guarda come se mi stesse implorando.
«E cosa vorresti da me, Will? Un consiglio? Beh, sono la persona sbagliata. Devi solo parlarne con lei...»
«Non voglio un consiglio», si affretta a dire. «Voglio che tu... scopra qualcosa».
«E come?»
«Ritornando ad essere sua amica», azzarda, ma io sgrano gli occhi e mi viene da ridere.
«Stai scherzando?» non ci posso credere. Come può chiedermi una cosa del genere?
Sospira e alza gli occhi al cielo per un istante. «No, Skye. Aiutami ti prego. Se ritorni ad essere sua amica, puoi scoprire cosa fa, se nasconde qualcosa...»
«Tu la ami, Will?» sbotto, interrompendolo.
Si raddrizza un po' e si gratta la nuca. «Sì, ma...»
«Allora non dovresti avere dubbi», gli impedisco ancora di parlare e faccio per andare via. Questa volta sul serio.
«Cioè, no. Non lo so». Mi rincorre.
«Cosa significa non lo so?» mi volto verso di lui, ritrovandolo più vicino di quanto mi aspettassi. «Avete fissato una data, Will», quasi urlo.
«Io non lo so se l'amo. Forse non l'ho mai amata e questa cosa che c'è tra me e Olivia e solo abitudine. Non lo so, Skye. So solo che non sono più sicuro di sposarla e se scoprissi qualcosa, beh, allora avrei quella spinta che mi serve per... annullare tutto. Aiutami, ti prego. In cambio ti do tutto quello che vuoi. Denaro? Una casa migliore? Sì, puoi trasferirti nella dependance in piscina, a casa mia».
«Non posso crederci che tu lo stia dicendo sul serio». Non so cosa pensare. Mi sento... turbata.
«Skye, io... non so cosa fare. Mi sento molto confuso e ho paura di fare un passo di cui mi pentirò. Olivia è diversa ultimamente e non capisco perché. So solo che non la amo come dovrei, forse perché quella mattina... io, quella mattina... dopo la... dopo la festa...» balbetta e poi scuote la testa, mordendosi il labbro inferiore per impedire di continuare il discorso, proprio mentre stava avendo tutta la mia più completa attenzione. Cosa è successo quella mattina dopo la festa?
«Okay, scusami. Lascia stare. Non avrei dovuto chiedertelo», aggiunge e si allontana di qualche passo, mentre io lo fisso senza fiato. «Ti accompagno a casa?»
Annuisco debolmente e non riesco a staccare gli occhi da lui. Ci fissiamo per un po', come se entrambi avessimo mille domande da porci, ma restiamo in silenzio e ci incamminiamo poi verso l'auto a testa bassa.
Non diciamo una sola parola per tutto il tragitto. Anzi, la prima a parlare sono io quando la sua auto si ferma sotto casa. Ma la mia bocca pronuncia solo un misero «grazie» e mi avvio verso l'entrata del palazzo.
«Skye, aspetta un secondo». Will scende dall'auto e apre il bagagliaio. «Ho fatto lavare e stirare le tue cose». Tira fuori due borse in canapa e me le porge, facendo fatica a guardarmi in faccia.
«Non dovevi, ma... grazie», mormoro stupita. Afferro le borse e mi allontano di corsa.
Solo quando mi richiudo la porta dell'appartamento alle spalle, riesco a prendere fiato e a metabolizzare quello che Will ha detto poco fa.
Will non ama Olivia, e questo cambia tutto. Cioè, cambia quello che provo io. Pensavo che la loro storia fosse indistruttibile e invece è colma di crepe. Will è insicuro e Olivia è strana. Cosa nasconde?
Non credo però alla teoria del tradimento. Olivia è molte cose, ma non una traditrice. Negli anni del college ho imparato a conoscerla bene e non ha mai tradito nessun ragazzo con cui è stata. Cioè, le sue storie non duravano più di due mesi, ma in quei periodi in cui era impegnata non ha mai guardato altri ragazzi, né tantomeno desiderato di averli. Però è stata brava a tradire le amicizie, a tradire me. Sapeva bene cosa provassi per Will, eppure ci è andata a letto senza farsi scrupoli. Ma quello che più mi ha infastidita è che lei non mi ha mai dato modo di pensare che Will potesse piacerle. Non l'ha mai guardato nel modo in cui lo guardavo io e la confidenza tra loro era più che minima. Quindi, perché? Perché l'ha fatto? Perché Will le ha permesso di entrare nel suo letto dopo essere stato con me? Ma il punto oggi è un altro: cosa nasconde Olivia? Devo ammettere che ora sono curiosa di scoprirlo, ma ritornare ad essere sua amica... cristo! È assurdo! Non riuscirei mai a stare nella stessa stanza con lei a parlarle e a guardarla senza dare di matto e afferrarle i capelli e magari prenderle a morsi la faccia. Insomma, mi ha tradita! Ha tradito la mia fiducia! Si è presa il ragazzo che amavo da tutta la vita! Come potrei perdonarla? Will è pazzo a chiedermi questo...
Mi blocco al centro della mia camera non appena pronuncio il nome di Will nella mia testa e mi compare davanti agli occhi la sua espressione disperata di poco fa. Sta soffrendo, lo so. È davvero confuso e non sa che fare e... mi dispiace. Per quanto io ce l'abbia con lui, mi fa male vederlo così.
Per ventisei anni non ho fatto altro che aiutarlo, supportarlo ed esserci, sempre. E per quanto adesso vorrei tirarmi indietro, so che non ci riuscirò. È nella mia indole aiutarlo, come fa lui stesso con me.
Dei colpi alla porta mi fanno sobbalzare. Ritorno in cucina e il mio cuore salta un battito al pensiero che Will sia ritornato.
«Skye, sei sola? Ti va un po' di compagnia?»
Alzo gli occhi al cielo. Non è Will, ma di nuovo quel maniaco del proprietario.
Mi guardo intorno per qualche secondo e mi chiedo: "ma sul serio! Cosa ci faccio qui?"
Il maniaco continua a battere le nocche sulla porta e a pregarmi di aprire. Inspiro dal naso per non perdere le staffe, ma ho ormai i nervi a fior di pelle. E prima che cambi idea, comincio a prendere tutte le mie cose e a buttarle in valigia. Appallottolo anche le lenzuola di mia madre, perché col cavolo che le lascio qui, e le schiaccio in modo da poter chiudere la valigia. Ma comunque non riesco a chiuderla del tutto e sono costretta a portare a mano il resto dei vestiti. Li afferro per le grucce e me li carico su una spalla, mentre sull'altra carico le borse dei vestiti che mi ha fatto stirare Will. Mi trascino dietro la valigia e spalanco la porta, trovandomi Frank con le mani poggiate su entrambi gli stipiti. «Ciao Frank, le chiavi sono sul tavolo. Puoi affittare quest'appartamento a qualche altra malcapitata che spero non sottostarà alle tue continue e fastidiose avance, per non chiamarle rotture di coglioni». Passo sotto il suo braccio e mi avvio verso le scale.
«Te ne vai?» chiede incredulo.
«Sì, la mia vita in questo schifo è finalmente finita. Addio».
Gli sento balbettare qualcos'altro, ma mi precipito giù per le scale con l'intento di trovare un taxi il prima possibile. Ma appena esco in strada, mi blocco e tutto intorno a me scompare.
Will è appoggiato alla sua auto, con un'espressione indecisa. Forse indeciso se salire o no a casa mia. Ma ormai non serve, perché già sono uscita io e lui, dal sorriso che mi fa, ha capito che sono pronta ad aiutarlo. Come da tutta la vita.
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SAVAGE LIES (storia incompleta)
Chick-LitATTENZIONE! La storia qui è incompleta! La troverete solo su Amazon in eBook e cartaceo. William e Olivia convoleranno a nozze tra pochi mesi. E tutto sembra andare per il verso giusto se non fosse che William, presuntuoso, viziato e paranoico mi...