3. Spiegami chi sei.

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Nelson non riusciva a prendere sonno, non importava quanto intensamente ci provasse, non ci riusciva e basta. Non cercò neanche la compagnia di Fede, che russava sonoramente nel letto di sotto. Decise infine di arrendersi e affrontare quei tanto temuti pensieri: magari così lo avrebbero lasciato in pace. Prima di tutto, non riusciva a spiegarsi la reazione di Cesare alla sua notizia, o meglio alla sua bugia su Beatrice. Non gli aveva mai consigliato di rompere con lei e ora sembrava indifferente alla cosa. Che gli avrebbe detto se alla fine della settimana di riflessione avesse deciso di tornarci insieme? E poi, perché provava ancora quella sensazione di ansia? Dopotutto era in vacanza, con i suoi migliori amici, un brutto periodo non poteva giustificare quel malessere continuo. Avrebbe voluto alzarsi, in quel preciso istante, e cercare Cesare. Non aveva niente da dirgli, o da chiedergli, sapeva solo che quando lui era nei paraggi ogni problema che prima sembrava inaffrontabile passava in secondo piano.

Era convinto, stava quasi per alzarsi e raggiungerlo nella sua stanza, cercando di non svegliare Fede, ma sentì un rumore provenire dal giardino. La finestra era spalancata per far entrare un minimo di brezza notturna che proveniva dal mare, così gli bastò affacciarsi quel tanto necessario ad avere una buona visuale del giardino. Cesare era là, seduto a bordo piscina, con in mano una bottiglia di birra, che sollevò in controluce per controllare quanta ne mancasse alla fine. Anche Nelson controllò quanto spazio li divideva e si accorse che sarebbe bastato scendere le scale per sedersi affianco a lui, o un semplice gesto per attirare la sua attenzione.

Eppure non volle o non riuscì a fare nessuna delle due cose. Invece prese la propria videocamera e sistemandola sul davanzale della finestra abbozzò un'inquadratura su Cesare. Voleva cogliere la naturalezza dei suoi gesti: ora stava accarezzando l'acqua con una mano e poi se l'era passata tra i capelli scuri ravviandoli all'indietro. E pensare che lo prendeva sempre in giro quando faceva così, gli diceva che prima o poi sarebbe diventato pelato e allora non avrebbe avuto più capelli da sistemarsi. Ora invece, baciato dalla luce della luna, ogni suo gesto sembrava così naturale e prezioso, che Nelson benedì la possibilità di poterlo riprendere e conservare, così com'era.

Quando stava per spegnere la videocamera per andare a dormire, come nel migliore dei romanzi accadde un colpo di scena. Sfilatasi la maglia il ragazzo scivoló lentamente dentro l'acqua e percorse in apnea tutta la vasca per riemergere dall'altra parte con un leggero fiatone. Nelson fece un primo piano su di lui per cercare di cogliere qualcosa nella sua espressione, ma non c'era nulla, solo l'inconsapevolezza di quel momento e la sua stanchezza che iniziava a farsi sentire. 

Spenta la videocamera Nelson la posò sul comodino per non dimenticarla il giorno seguente: avevano in programma una visita ad Alberobello e voleva girare qualche video per il vlog. Con quei pensieri scivolò nel mondo dei sogni, che quella notte somigliava molto alla piscina della loro villa, e la compagnia somigliava molto a quella del suo migliore amico.

***

Il giorno seguente i ragazzi decisero di comune accordo di tornare a casa dopo la spiaggia e di prepararsi con calma per poi uscire alla volta di Alberobello. Fecero a turno una doccia e si vestirono nelle rispettive stanze. Nelson era particolarmente in difficoltà, aveva provato ormai tutte le camicie che aveva portato in valigia e nessuna gli piaceva abbastanza da tenerla addosso più del tempo necessario a guardarsi allo specchio. Alla fine Fede, vedendolo così in difficoltà gli fece una domanda che lo spiazzò:

"Che c'è ti sei innamorato?"

"Come dici?" disse Nelson continuando a guardare dentro la valigia, per non scomporsi troppo nel rispondere.

"No dico.. ti sei cambiato una decina di volte, devi fare bella figura su qualcuno?"

Nelson rise, nervoso. Ma cosa ridi?  Pensò di se stesso.

• 𝙳𝚘𝚖𝚎𝚗𝚒𝚌𝚊𝚖𝚊𝚛𝚊 • 𝙲𝚎𝚕𝚜𝚘𝚗Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora