2. Poche inutili certezze.

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Quella notte, sfiancato dal bagno in piscina, Nelson riuscì finalmente a recuperare le ore di sonno perse il giorno precedente. Il motivo della notte trascorsa in bianco non era certo quello dell'insonnia come si potrebbe facilmente pensare, e non era neanche quell'agitazione che ti assale la notte prima di partire per le vacanze.

Solo dopo essere rientrato dal caffè con Cesare, incontrando lo sguardo furioso di Beatrice che lo aspettava praticamente sul pianerottolo di casa, il ragazzo si ricordò della promessa che le aveva fatto qualche giorno prima, dopo una estenuante discussione sui suoi massacranti orari di lavoro. Beatrice era riuscita a strappare a Nelson la promessa che la sua prima mattinata libera sarebbe stata dedicata ad una colazione insieme, per riappropriarsi di un po' di quel tempo che Space Valley sottraeva alla loro vita di coppia.

"Dov'eri?" chiese atona, rivolgendo lo sguardo verso la tv accesa in sottofondo che trasmetteva il notiziario a bassissimo volume "anzi no, non ha importanza dov'eri, a te basta stare in qualsiasi posto che non sia qui: con me."

Il suo interlocutore si portò una mano alla nuca, grattandola nervosamente in cerca delle parole adatte per gestire l'ennesima discussione che stava nascendo e che voleva evitare a ogni costo.

"Bea ascolta.. mi sono dimenticato, stavo pensando alla vacanze e..."

Nelson capì immediatamente dallo sguardo di Bea che la sua attenta scelta di parole era stata quanto mai fallimentare.

"Allora fai la valigia, e parti, la valigia la faccio anche io e torno a casa dai miei" ribatté lei andando a chiudersi in camera. Non fu come le scene dei film, nessuno sbatté la porta e non si urlò neppure tra quelle quattro mura. Le liti tra i due erano diventati così frequenti che sbrigarle era questione di abitudine e dopo pochi secondi si ritornava ad uno stato di indefinita tensione. Non c'era passione neanche nel litigio, perché non c'era speranza in un cambiamento da nessuna delle due parti. Nelson in cuore suo sapeva che nessuno degli sforzi che poteva fare d'ora in poi potevano riparare le volte in cui aveva trascurato Bea in passato, così come lei sapeva di non potersi adeguare a quella vita, neanche per il ragazzo che aveva amato così profondamente.

La sua promessa Bea la mantenne davvero, a differenza di Nelson, e quello stesso pomeriggio fece la valigia per lasciare almeno momentaneamente l'appartamento. Per quella settimana sarebbe rimasta da un'amica mentre il fidanzato era in vacanza, al suo ritorno avrebbero parlato e preso una decisione definitiva. Mentre la guardava entrare in auto e sparire velocemente nel traffico, Nelson provò un senso di sollievo e poi subito uno di colpa, per aver avuto quella prima reazione: era come se parte dell'amarezza che lo accompagnava dalla mattina stesse iniziando a sfumare leggermente. Sfilò il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans con l'intenzione di scrivere a Cesare, con cui condivideva ogni singola cosa, ma all'ultimo secondo qualcosa lo trattenne.

Era la prima volta che non faceva promesse impossibili a Beatrice per farla rimanere.

Era la prima volta che manteneva un segreto qualsiasi con Cesare.

Era la prima volta che si sentiva sé stesso in tantissimo tempo.

***

Scese con attenzione dal letto a castello che condivideva con Fede non sapendo se il ragazzo stesse ancora dormendo. Tuttavia una volta poggiati i piedi a terra e infilate le infradito si rese conto che tra le lenzuola disfatte il suo compagno di stanza non c'era. Una volta aperta la porta sentì la sua voce e quella degli altri provenire dalla cucina, mescolata a una canzone dei Mumford a tutto volume.

"Giorno ragazzi" disse Nelson con la voce impastata di sonno, facendo quasi sobbalzare Tonno che andò subito ad abbassare la musica.

"Alla buon'ora, abbiamo messo la musica alta solo per svegliarti" ridacchiò Cesare impilando un altro pancake su un piatto sul quale torreggiava una pila di almeno altri dieci pancakes.

• 𝙳𝚘𝚖𝚎𝚗𝚒𝚌𝚊𝚖𝚊𝚛𝚊 • 𝙲𝚎𝚕𝚜𝚘𝚗Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora