Capitolo 2

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Mi sveglio di soprassalto a causa di una turbolenza e l'hostess con un sorriso inquietante mi dice di allacciarmi la cintura che fra poco toccheremo il terreno inglese.
Sana e salva scendo dall'aereo e mi avvio verso l'uscita del gate 10, cercando con lo sguardo l'autista che dovrà portarmi all'istituto. La mia ricerca non dura molto , intravedo una donna minuta con zigomi marcati, capelli grigi tirati in una treccia ordinata e uno sgargiante rossetto rosso spalmato orribilmente sulla bocca. Sorpresa dal fatto che al posto suo avrei trovato un anziano autista piuttosto suscettibile , mi dirigo verso questa vecchia signora che già non mi piace , fra le mani tiene un cartello dove vi è scritto il mio cognome.
"Buongiorno , signorina Hale , sono venuta apposta di persona per accoglierla come si deve al nostro istituto. Voglio rammendarle che al nostro istituto il rispetto è fondamentale. Prego, dia pure la sua valigia all'autista, ed entri in macchina."

Durante il viaggio osservo come il paesaggio è estremamente diverso da quello di New York: vasti campi fioriti costeggiano la strada che porta alla periferia di Londra, alberi carichi di frutti già quasi maturi spuntano qua e là, animali popolano le grandi praterie di erba secca e qualche fattoria rosso pastello rende il tutto più armonioso.
Vengo interrotta dai miei pensieri quando mi accorgo che l'auto sta imboccando una strada sterrata e che di fronte a me si innalza un imponente edificio, facendomi gelare il sangue nelle vene per l'enorme distacco dalla campagna che si trova a pochi centinaia di metri da qui.
Quando la macchina si ferma sollevando una nuvola di polvere, attendo che l'autista mi venga ad aprire la portiera e scendo recuperando i miei bagagli. "Signorina Hale, all'interno dell'istituto richiediamo un abbigliamento decoroso quindi jeans strappati qui sono severamente vietati, le verrà fornita una nuova uniforme. La segretaria l'accompagnerà nella sua stanza, la sua prima seduta inizierà domani, le auguriamo un buona permanenza." Dice cordialmente la donna. Faccio una smorfia seccata e rispondo malamente "Non siamo in un hotel, siamo in un sottospecie di manicomio." E con questo la congedo e entro aprendo goffamente il pesante portone.
Prendo velocemente le chiavi che una donna bassa e con un' espressione accigliata mi sta porgendo e mi dirigo verso l'ascensore e schiaccio il pulsante del quinto piano, le poche dettagliata informazioni che mi ha fornito la segretaria sulla mia stanza non servono a molto, poiché dopo 5 secondi ho già scordato il corridoio e il percorso da fare per raggiungerlo.
Mi ritrovo a vagare tra labirinti di stanze senza nessun risultato, è come se la stanza 513 fosse scomparsa. Impreco mentalmente quando mi scontro con qualcuno e mi cadono le chiavi, mi piego per raccoglierle dicendo "Ma che diavolo! Sta più attenta!" . Ma quando alzo lo sguardo arrossisco violentemente accorgendomi che la persona che ho difronte è un ragazzo, anche bello a dirla tutta, ha gli occhi azzurri e i capelli biondo tinto, dove s'intravede la ricrescita castano scuro, mi accorgo che sono qui a fissarlo come una stupida quando mi chiede "Hei, tutto bene? Mi dispiace, non stavo guardando dove andavo, comunque io sono Niall." Mi porge la mano e io trovo tutta la mia forza di volontà per stringergliela senza sembrare impacciata.
"Sisi sto bene, piacere, Isabelle" dico sorridendogli a mia volta, "Forse puoi aiutarmi tu, mi sono persa e non trovo la mia stanza, sembra stupido dirlo, ma hey sono appena arrivata e le istruzioni della tipa sotto non sono delle migliori. La mia camera è la 513 sai dove si trova?"
"Uhm, si, prima di tutto è dall'altra parte dell'edificio, nell'ala est, questa è la ovest" afferma ridacchiando e quasi mi cadono le braccia pensando che ho passato una buona mezz'ora a girovagare a vuoto, perfetto. "Ti accompagno io, sarà meglio" aggiunge. Lo ringrazio a bassa voce e ci incamminiamo verso l'ascensore.

Mentre camminiamo sono sempre più curiosa e voglio assolutamente sapere perchè un ragazzo così carino si trovi in un posto del genere, ma non voglio sembrare una ficcanaso che non si fa gli affari suoi, quindi resto zitta per quasi tutto il tragitto.
"Come mai sei qui?" Chiede Niall sorprendendomi. "I miei professori pensano che io sia arrabbiata con tutto il mondo e quindi debba imparare a gestire questa rabbia per evitare di uccidere qualcuno " dico tutto di un fiato e gli domandò la stessa cosa "E tu? Cosa hai fatto per meritarti questo?"
"Non l'avevi mai detto, una ragazza minuta come te riesce a prendere a pugni qualcuno? Beh comunque non è una cosa di cui mi vanto, mi hanno preso mentre svolgevo del lavoro sporco per la gang di cui facevo parte, mi hanno abbandonato, quando sono arrivati gli sbirri se la sono data a gambe. Stronzi." Risponde, sottolineando amaramente l'ultima frase.

Finalmente arriviamo di fronte alla mia stanza (mi sembra un miraggio) "Eccoci qua. Beh, se ti serve qualcosa io sono al quinto piano dell'ala ovest, é stato un piacere Isabelle, ci vediamo in giro" mi fa un cenno con la mano e se ne, lasciandomi di fronte alla porta.
Mi butto sul letto, sorprendentemente morbido e osservo la camera: le pareti sono bianche e il letto su cui sono sdraiata è a una sola piazza, posizionato al centro della stanza, difronte a una porta nera che conduce a un piccolo bagno, mi alzo e comincio a disfare la valigia, c'impiego dieci minuti, ho davvero pochi vestiti e che per mia sfortuna non potrò più indossare perché ritenuti non adatti, dove sono finita mi dico.
Controllo l'ora e mi sbalordisco quando vedo che sono le dieci passate, mi precipito in bagno e faccio una doccia veloce dato che domani mi dovrò svegliare presto per andare a quell'inutile terapia, meglio andarci almeno resterò meno tempo in questo orribile posto.
Mi infilo sotto le lenzuola, in Inghilterra fa terribilmente caldo in confronto a New York, mi giro e rigiro nel letto cercando di prendere sonno, ma quest'ultimo non arriva, quindi decido di cominciare a leggere Jane Eyre finché non cadrò tra le braccia di Morfeo.
Il sonno si sta facendo sentire dopo una buona mezz'ora di lettura e le palpebre mi si stanno lentamente chiudendo, mi addormento sognando il ricco signor Rochester.

Oggi papà mi porta a pescare con con la sua barca, ha una bella barca, ha detto che ci potevo salire perché ormai ho sei anni e sono diventata abbastanza grande.
La mamma mi saluta dandomi un bacio sulla guancia, mi incammino verso la macchina e salgo sul sedile del passeggero, allaccio la cintura di sicurezza, perché, mi ha detto il papà che se non la metto posso farmi male e che lui può non metterla perché è grande e forte.
Mentre siamo in autostrada il papà mette un cd che odio "Papi, togli questo disco, non mi piace!" Dico imbronciata.
Si gira verso di me e con un sorriso sta per rispondermi quando il suono di un clacson mi distrae, mi giro di scatto e vedo che siamo nella corsia sbagliata e un camion ci sta venendo addosso. "PAPÀ ATTENTO AL C...." Non finisco la frase che la macchina viene scaraventata contro il guardarail di ferro.
Quando apro gli occhi sono a testa in giù e mi fa male la gamba, mi giro a sinistra per vedere se il papà si è fatto male "Papà stai bene? Mi fa male tutto e non riesco a uscire, la portiera è rotta" dico iniziando a sentire gli occhi pizzicare, segno che le lacrime stanno per scendere. Ha tutti i pezzetti di vetro del finestrino sulla faccia e un pezzo più grosso è incastrato nel petto.
"È... Tutta... Colpa... Tua.. Non dovevi... Distrarmi.." Risponde mio padre in piccoli rantoli. "Sarei vivo... adesso...guarda cosa hai fatto.." Adesso sta gridando. Mi tappo le orecchie. Non voglio sentire. Non è stata colpa mia. Non è stata colpa mia. Non è stata colpa mia. "STAI ZITTO!"

Mi sveglio di soprassalto madida di sudore e con il respiro irregolare, questi sogni mi tormentano ormai da anni e peggiorano sempre di più.

SPAZIO AUTRICE
Heyyyy! Bene, questo era il capitolo 2, ho deciso di pubblicarlo prima perché così avevate più da leggere, pubblicherò domani il terzo e giovedì, venerdì e sabato gli altri. Dato che è la prima settimana e sono i primi capitoli mi sto dando un bel da fare, a partire da settimana prossima pubblicherò solo il giovedì.
Spero che vi sia piaciuto, lasciatemi un commento o un like, bye💕

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