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- Ma che problemi ho?!- Urlai piena di rabbia e tirando un pugno a una parete.
- Porca miseria!- Aggiunsi guardando la mia mano che stava diventando rossa.                   - Respira... Respira...- Mi dissi per cercare di calmarmi, ma non ci riuscii e sferrai un altro colpo al muro per sfogarmi.
- Tutto a posto?- Mi chiese all'improvviso una voce alle mie spalle.
Feci un respiro profondo, stavo per rispondere, ma mi ritornò in mente la faccia di Thorin e fui nuovamente assalita dalla rabbia: tirai così un terzo ed ultimo pugno a quella povera parete.
- Adesso va meglio, grazie.- Risposi con un finto sorriso a trentadue denti e mentre mi giravo verso la voce, riconobbi il buffo cappello di Bofur.
- No che non stai bene: ti si legge in faccia.- Controbattè il nano accorgendosi che mentivo. - E sono sicuro che in tutto questo c'entra Thorin, non è così?- Mi domandò guardandomi negli occhi e poi aggiunse.
- Anche lui aveva la tua stessa espressione.-
- Bofur caro, ti sono infinitamente grata del tuo interessamento nei miei confronti.- Iniziai a dirgli cercando di trattenermi.
- Ma il tuo aiuto non mi serve né mi servirà mai!- Terminai la frase e me ne pentii non appena le parole mi uscirono di bocca:
come avevo potuto dirgli una cosa del genere?
- Scusa... Io...- Cercai di scusarmi dopo qualche secondo di silenzio; qualche lacrima iniziò a scendere sulle mie guance.
Nessuno dei due osò dire un'altra parola; Bofur tornò insieme agli altri e andarono all' armeria.

- Ma cosa ci faccio qui?- Continuavo a tormentarmi e a rimproverarmi per non essere andata insieme ai nani. - Dovrei essere con loro e invece sono qui a non fare niente!- Nel fra tempo mi era anche venuto mal di testa e faticavo a reggermi in piedi.
Decisi così di cercare qualcosa per farlo passare, ma non trovai altro che boccette riempite con erbe che nemmeno conoscevo. - Ma cosa mi aspettavo?- Mi chiesi facendo un sorrisetto. - Di trovare una Tachipirina per caso?- Aggiunsi ironica dando un altro sguardo alle boccette.
- Cosa stai cercando?- Mi chiese la bambina più piccola. - Com'è che si chiamava...?- Mi domandai non ricordandomi il suo nome.
- Ho mal di testa, infatti cercavo qualcosa che potesse farlo andare via.- Le risposi guardando le numerose erbe con un'espressione interrogativa. - Ma dimmi: come ti chiami piccola?- Aggiunsi cogliendo al volo l'occasione.
- Tilda e tu?- Mi disse rigirandomi poi la domanda.
- River....- Fu naturalmente la risposta che ricevette da me.
- Ti chiami "Fiume"?- Mi domandò stupita da quel nome.
- Giusto...- Concordai con lei anche se fino a quel momento non ci avevo fatto caso. - E dire che a nessuno è sembrato strano tranne che a lei...- Pensai divertita.
- Vado a chiamare mia sorella: lei saprà darti qualcosa per il mal di testa.- Mi riferì poi salendo le scale; poco dopo scese con la ragazza che avevo baciato. - Ma perchè non mi ricordo i loro nomi...?- Mi chiesi cercando di guardarla il meno possibile.
- Tilda puoi prendermi dell'acqua per favore?-  Domandò la ragazza alla sorella minore che a sua volta si precipitò a prenderla. - Ecco a te Sigrid. - Disse non appena ritornò con un secchio mezzo pieno.
- Sigrid: ecco qual'era il nome...- Pensai dandomi della stupida. - Hai un bel nome.-
Mi complimentai con lei, cosa che forse la mise in imbarazzo visto che arrossì lievememte; era così tremendamente carina.
- Sorellona, lei invece si chiama "Fiume"!- Esclamò Tilda ridendo e facendomi una linguaccia.
- Davvero?- Chiese di seguito Sigrid prendendo qualche erba dalle boccette.
- Non proprio in realtà perchè il mio nome è "River"...- Accennai qualcosa, ma ero come rimasta incantata dalla sua figura aggraziata che delicatamente stava preparando una strana, almeno per me, medicina.
- Tieni e bevila tutta senza sputarla.- Mi disse una volta che aveva finito quella specie di intruglio che, nonostante lo strano aspetto, aveva un odore e anche un sapore buonissimo. - Tra poco dovresti stare meglio.- Concluse prima di ritornare nella sua stanza.
Come mi aveva detto Sigrid, dopo qualche minuto il mal di testa era sparito e mi sentivo più in forma che mai.
Presto arrivò la sera e insieme ad essa, anche una strana richiesta. - Mi racconti una storia?- Mi domandò con la sua dolce vocina Tilda.
- Io?- Pensai ironica. - Perchè no dai...- Le risposi facendole cenno di andarci a sedere su una poltrona.
- Inizia!- Mi incitò la bambina mentre cercavo di mettere insieme più di due parole.
- C'era una volta, molto tempo fa, una ragazza; ma non era una ragazza come tutte le altre...- Iniziai a raccontarle, ma non mi diede nemmeno il tempo di finire una frase che mi interruppe. - Certo, perchè era una principessa!- Mi disse con gli occhi che brillavano.
-  Sì, era proprio una principessa ma, come stavo dicendo, non era come le altre...- Andai avanti e all'improvviso mi venne una fantastica idea.- Posso raccontarle qualcosa sulle principesse Disney, tanto non dovrebbe conoscerele....-Pensai riprendendo a parlare. - E questo perchè era costretta, dalla matrigna, a fare le pulizie nel castello.-
- Ma una principessa non pulisce!- Mi sgridò Tilda fingendo di mettere il broncio.
- La matrigna non la sopportava perchè la principessa era molto più bella di lei: ecco perchè la faceva pulire.- Le spiegai per poi andare avanti. - Ma un giorno, infliggerle questo tipo di punizione, non le bastò più e decise di avvelenarla con una mela.-
- Povera principessa...- Disse la bimba diventando triste.
- Non ti preoccupare, la principessa era furba e quando la matrigna le porse la mela, decise di non mangiarla e di scappare da lì: andò a rifugiarsi in una torre altissima.- Continuai alzandomi in piedi, allargando le braccia e rimettendomi poi seduta. - E da qual giorno in poi, visse lì dentro per sempre.... Almeno fino all'arrivo di una bella principessa della quale si innamorò perdutamente e con la quale decise di andarsene da lì.- Terminai la storia lasciando Tilda un po' perplessa, ma non ebbe il tempo di farmi una qualsiasi domanda che Bard irruppe in casa preoccupato.
- Hanno arrestato i nani!- Ci comunicò  e la notizia mi fece balzare in piedi in un batter d'occhio. - Cavolo mi era passato di mente!-
Pensai allarmata e uscendo di casa in tutta fretta.
La gente in strada andava in una sola direzione: verso il palazzo del governatore; decisi così di seguirla sicura che mi avrebbero condotto dai nani.

- Chi osa entrare nella mia città!?- Domandò
furioso il grasso e avido governatore di Ponte Lago Lungo. - Contrabbandieri?! Ladri?!- Chiese ancora arrabbiato trovandosi davanti i tredici nani.
- Ma piantala fammi il favore!!- Urlai facendomi strada tra tutte le persone e arrivando fino a Thorin.
- Cosa ci fai qui?- Mi domandò tra il disgustato e il sorpreso.
- Non ti devo alcuna spiegazione....- Fu la rispotta che gli detti. - Non più, almeno.-
Aggiunsi per poi tornare a rivolgermi al governatore.
- Ladro?!- Gli rifeci il verso. - Ma con chi pensi di avere a che fare?- Aggiungiunsi andando verso di lui determinata.
- Non sai chi ti ritrovi davanti: lui è Thorin, figlio di Thrain, figlio di Thror!-

Il ritorno della desolazione di SmougDove le storie prendono vita. Scoprilo ora