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Solo il mare mi curava

Continuai a camminare finché arrivai davanti casa del ragazzo. Nonostante sapessi che fosse dietro di me, suonai lo stesso il campanello nella speranza di non sembrare strana. Sai, dirigersi verso la casa di qualcuno che hai visto poco fa per strada non era molto normale. Perlomeno a me faceva strano. Avevo il presentimento di aver fatto la cosa più sbagliata in quel preciso istante. Cominciai a scaldarmi sempre di più a causa dell'imbarazzo che provavo. Cosa ci potevo più fare? Dovevo pensarci prima. Siccome, per ovvie ragioni, nessuno rispondeva , mi girai per andarmene e notai il ragazzo dietro di me. Dai suoi occhi potevo sentire un atmosfera pesante, fredda. Mi squadrò un attimo per poi chiedere se fossi la sua nuova vicina di casa, cosa un'po stupida da chiedere siccome abitavamo di fronte l'un l'altro. Dal suo sguardo rimasi incantata. C'era qualcosa che non andava, tutto era fin troppo finto. Essendo in quello stato di trance, non risposi per pochi secondi. "Si" dissi a voce bassa.

Il suo tono di voce non cambiò minimamente da ieri notte. Questo, mi fece sentire un'po' indifesa e insignificante. Inutile dire che mi sentivo cosi ad ogni presenza di genere maschile. Non avevo minimamente il coraggio di parlare con quel atmosfera tesa. Decisi di dirigermi verso casa senza più continuare la conversazione. Forse era meglio arrendersi. Sentii il tocco del giovane sulla mia mano."Bhe, non hai un nome?" Chiese con un tono ironico facendomi voltare verso di lui. Al suo atteggiamento brusco e freddo sbuffai. "Jeon Yousun, piacere." Sputai secco cercando di non fare contatto visivo a causa della mia paura costante. Il ragazzo che aveva lasciato ormai la presa dal mio braccio ,si tolse la mascherina e si presentò. "Sono Min Yoongi, chiamami Yoongi." sorrise di poco spezzando quell'aria pesante che si era creata senza nessun valido motivo.

Per un attimo mi bloccai a causa del suo atteggiamento inaspettato. Dal panico e imbarazzo decisi di salutarlo e andarmene il più velocemente possibile. Allontanandomi, sentii provenire da lui uno risolino. Ero veramente cosi ridicola? Mentre stavo ritornando ripensai al perché quella atmosfera ,cosi seria e pesante ,si spezzò cosi bruscamente alla pronuncia del mio stesso nome. Era una situazione strana per entrambi. "Forse l'ho giudicato troppo presto." dissi pensando a questo cosiddetto Yoongi. Il suo viso sembrava uno come tutti gli altri. La sua carnagione era abbastanza pallida. Ecco il perché la mia mente, involontariamente, iniziò a paragonarlo alla neve. Sicuramente proveniva da una famiglia benestante, era quasi impossibile trovare persone con la pelle cosi candida in un paesello di campagna della sud corea. I pensieri positivi che si erano creati su di lui, svanirono immediatamente ricordando il suo carattere mostrato per pochi istanti. "Ti pare che ho dei vicini di casa normali. Quando mai." Dissi sospirando al ricordo dei vecchi abitanti mentre stavo cercando di aprire la porta di casa. Arrivata,sentii il telefono squillare. Controllai. Non era il mio. Ne ero quasi certa. Ogni cosa che facevamo si poteva sentire benissimo. Questo lo so dalle esperienze passate di cui non vorrei ricordare. Non eravamo né troppo vicini né troppo distanti. Quindi arrivai a quella conclusione.

Pensando che fosse veramente il suo, andai sul balcone per sentire la conversazione. Peccato che, il suono ,sfortunatamente, proveniva dal mio salone. Era semplice scordare l'esistenza del telefono. Nessuno chiamava mai, quindi era letteralmente inutile se non passarci qualche ora per leggere qualcosa. Scesi le scale lentamente per non inciampare come l'ultima volta e risposi esitante alla chiamata sentendo come prima cosa la seguente frase. "Ricordati di venire qui a giugno." Questa, terminò in un batter d'occhio. Era nuovamente mio padre. Realizzai che mancava veramente poco a quel mese odiato. Guardai il calendario e notai che , tra due settimane, eravamo solamente al inizio di maggio. Il tempo stava volando nonostante fosse cosi invariato. La frase mi ripercosse in testa per tutta la giornata. Perché dovevo ritornare cosi di fretta in quel luogo caotico? La mia famiglia, molte volte, mi spaventava e pure parecchio. Non sapevo mai cosa potevo aspettarmi da parte loro. Da quel che ho vissuto, posso dire solo cose negative. Dopo ciò, decisi di incamminarmi verso il mare, solamente per rilassarmi. Tutto quello stress che stavo accumulando con il passare dei giorni non faceva bene.

Per tutta la passeggiata solitaria, iniziai a domandarmi di Yoongi. La curiosità mi fece scordare totalmente della chiamata precedente. Il suo volto sembrava cosi famigliare. Quel colore candito ricordava sicuramente qualcosa. Arrivata sulla spiaggia, tolsi le scarpe e camminai sul bagnasciuga. L'acqua col tempo stava diventando sempre più tiepida. Sentire la sabbia accarezzare i piedi mi fece tranquillizzare. Il sole stava lentamente tramontando ed un leggero venticello stava spostando i miei capelli lisci. Essendo letteralmente sola su quella spiaggia desolata, cominciai a correre. I vestiti che avevo addosso iniziarono ad aderire al mio corpo con gli schizzi causati sia da me che dalle onde stesse.

Non sapevo mai il perché, ma stare in spiaggia, completamente sola, mi ricaricava completamente. Senza fiato, mi sdraiai sulla sabbia morbida. Ero circondata da migliaia di granelli di sabbia e piccole conchiglie. Letteralmente il mio posto felice se possiamo chiamarlo cosi. Quel luogo avrà raccolto più lacrime che altro. Nessuno riusciva mai a calmarmi totalmente. Solo le onde del mare. Quando il sole finalmente tramontò, decisi di ritornare a casa.

𝑁𝑒𝑖𝑔ℎ𝑏𝑜𝑢𝑟~ 𝑀.𝑌𝑔 ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora