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La melodia dei ricordi


Dopo l'incontro casuale con Yoongi, cercai il mio telefono prima di partire definitivamente. "Oggi non serve il tuo aiuto, riposati <3." Questo fu il messaggio di Myriam. Molto strano da parte sua. Normalmente mi scriveva per avvisarmi del ritardo che stavo facendo o cose del genere. Guardandolo ancora per un' po', mi accorsi che questo fu scritto di fretta. Non mi feci tante domande e mi approfittai del tempo libero che avevo a disposizione. Andando verso la finestra, cominciai a cercare di trovare un senso all'accaduto di ieri sera. La prima domanda che attraversò la mia mente, fu abbastanza ovvia. Perché mi stavo fidando di un ragazzo appena conosciuto? Essere intorno alla sua presenza, dava sicurezza. Yousun, non pensarci nemmeno. Chissà che persona nasconde, che passato nasconde. Spostai lo sguardo verso il cellulare che si stava illuminando. Esso, dopo pochi secondi, vibrò per tre volte.

Un numero sconosciuto aveva inviato ben tre messaggi. Un brivido mi percorse la schiena per il brutto presentimento che stavo avendo. Simili sensazioni , provate qualche ora fa nel mondo onirico, si espansero all'interno del mio corpo Sfiorai di poco lo schermo ed entrai nella conversazione dello sconosciuto. "Mi manchi". Incuriosita, risposi in un batter d'occhio. "Saresti?" Ci vollero pochi istanti per ricevere la risposta più ovvia. "Il tuo peggior incubo :) ". La risposta fu allegata ad altre due foto. "Amami." Questo fu il contenuto scritto nella prima foto. Nella seconda, solo il volto del giovane odiato era presente. Jimin. Sapevo che c'era un collegamento con tutto quello che era accaduto, lo sapevo.

Il telefono cadde di colpo insieme a tutto il mio corpo. "Non di nuovo." Speravo che pure questa situazione fosse un illusione, ma purtroppo, non fu cosi. Era inutile scappare dalla mia famiglia o da lui. Entrambi, trovavano sempre una via per andarmi incontro. Bloccai il contatto rapidamente anche se non avrebbe risolto nulla. Accarezzando le mie stesse spalle, continuai ,sussurrando, nel convincermi che tutto fosse ok, che nulla di tutto ciò fosse reale. Forse, in quel modo potevo calmarmi, ma era difficile. Cercai di regolare il mio respiro, perdere il controllo delle mie emozioni e di quello che stavo provando in quel esatto momento, non tornava utile. Dopo un'po' salii le scale per recarmi in stanza da letto. Senza minima esitazione mi sdraiai sull' letto con poca eleganza. Le coperte poco ordinate, stavano proteggendo il mio corpo da ogni male. Vorrei stare per sempre qui. Non fu molto il tempo trascorso in quella stanza. Una melodia di un pianoforte, forse proveniente da una delle tante abitazioni, mi risuonò nelle orecchie facendomi precipitare di colpo verso il balcone. Quello era, ed è uno dei strumenti che considero affascinanti. Solo le sue note potevano trasportarmi e farmi tornare nel mondo reale. Ricordo ancora la casa dei miei. Sempre sommersa da un suono tranquillo e armonioso. Cosa contraria all'atmosfera presente in quella dannata abitazione.

Diversi anni fa, penso verso l'età di 7 anni, implorai i miei di iscrivermi ad un corso specifico di pianoforte. Questo , anche a causa di un ragazzino che lo suonava perfettamente. Non ricordo molto. Solo che tutto fu un fallimento, sia per me che per loro. Anche a lezione venivo rimproverata. Non avevo un attimo di pace. Si possono ancora notare le cicatrici ,causate dalla mia insegnante, sulle mie mani fine. "Perché vivo una vita cosi?" Dissi ad alta voce dopo aver riassemblato alcuni dei miei pochi ricordi.

Come già detto in precedenza, dovevo sempre e comunque accontentare i miei. Non avevo liberta di scelta, a parte per la grazia del pianoforte. In quel periodo, pensai che fosse una cosa normale ma, con il passare degli anni, notai che la mia famiglia aveva qualcosa di strano. Un giorno, penso fosse stato Natale, vidi con i miei occhi, mio padre minacciare un altra donna con un coltello. Ciò, cambiò il mio punto di vista verso di lui e delle persone al di fuori della struttura chiamata ""casa"". In parole povere, mi chiusi in me stessa.

Un giorno, mia madre, disse di avermi trovato un nuovo amico il cui nome, era Jimin. Park Jimin. A quel tempo avevo almeno 14 anni, il suo incontro fu l'inizio di tutto, almeno credo. Jimin era un ragazzo piuttosto dolce e sereno. Il suo sorriso portava sempre felicità in me. Era un angelo. Verso l'età di 16 anni ci fidanzammo. Non ricordo molti dettagli ma, la relazione in sé, era cosi sana e calma che potevo dire di aver trovato la persona giusta. I nostri genitori , per qualche motivo, avevano già programmato di vivere "insieme" a poca distanza delle nostre famiglie. Ormai eravamo insieme da 2 anni ed io avevo compiuto finalmente i miei 18 anni e lui 22.

Una mattina casuale, tutto cambiò. Era una giornata come un'altra e ad una certa, sentii una porta spalancarsi di colpo. Jimin stava andando verso di me con furia e malizia. Aveva uno sguardo che mi intimidisce ancora ora pensandoci meglio. Ricordo di esser stata in cucina mentre stavo preparando qualcosa. Improvvisamente, le sue mani circondarono la mia vita stretta. Pensai fosse un dei suoi gesti quotidiani, ma non fu affatto cosi. Quel giorno ,nessuno era presente in casa a causa di un incontro importante. Il ragazzo cominciò a rivolgersi a me con un tono diverso del solito, ordinando richieste da me negate .

Girandomi verso di lui, fui sollevata e portata in camera da letto. Avevo rifiutato molte volte di farlo, ma le mie parole diventarono fumo quel giorno. La motivazione era ovvia, che lo spiego a fare. Senza il mio consenso, abusò del mio corpo che ancora soffre dei suoi segni. Ogni secondo che passava, più avevo paura di vederlo. Iniziarono anche le minacce, più fisiche che verbali. Forse era colpa mia. Quella frase da lui impiantata nella testa, si faceva vedere ancora oggi. Una notte, dopo l'ennesima violenza, decisi di scappare verso un punto indefinito. Trovai Myriam che mi aiutò ad andare avanti. Ed eccomi qui. Ad ascoltare questa melodia che pian piano mi fece ricordare qualche evento passato.

𝑁𝑒𝑖𝑔ℎ𝑏𝑜𝑢𝑟~ 𝑀.𝑌𝑔 ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora