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Il tuo ricordo prima o poi svanirà


Mi svegliai di colpo a causa della sveglia che impostai qualche ora fa. Guardai l'orario. Erano le 11 di mattina. Ero in ritardo. Che delusione ero. Come potevo persino sbagliare ad impostare una semplice sveglia? Vidi almeno 10 chiamate perse dalla mia collega e per l'ennesima volta il telefono squillò. "P-pronto?" Dissi balbettando cercando di non far sentire la mia voce assonnata. "Bhe? Dove sei finita? Senza di te è un problema gestire la giornata di oggi." Sentii le seguenti parole da parte sua. Si poteva immediatamente capire dal suo tono di voce, era nera. Improvvisamente ricordai con tanta fatica, cosa intendeva Myriam. Oggi, c'era la solita gita in campagna che si svolgeva ogni mese. Questa cosa è stata organizzata da me dopo tanto tempo e sforzo. Era un altro modo per far divertire i bambini e per uscire all'aria aperta insieme.

"S-si sto arrivando, sono per strada e che oggi c'è abbastanza traffico" cercai di mentire. "Ma cosa stai dicendo abiti in campagn-." cercò di menzionare Myriam mentre stavo terminando la chiamata in fretta. Tentai nel vestirmi velocemente prendendo quello che mi capitava per le mani. Scesi di corsa e andai verso la macchina pensando di farcela ancora in tempo. Correndo ,andai incontro a qualcuno. Yoongi. "Ah scusa.. sono di fretta." dissi camminando verso la macchina. Notai che anche lui per qualche motivo era nella mia stessa situazione, infatti ,non si degnò nemmeno di aprire bocca o forse, non voleva aver a che fare con una ragazza che non sa impostarsi una sveglia giustamente. Non lo guardai più di tanto e notai che la porta non si aveva intenzione di aprirsi. Controllai le mie tasche ed all'istante capii di aver scordato sia le chiavi della macchina e quelle di casa.

" Congratulazioni Yousun. Devo farti i miei sinceri complimenti." Sussurrai in completa delusione. Sfortunatamente, il parcheggio distava un'po' dalla mia abitazione, tornare indietro non era una delle soluzioni migliori. Mi voltai velocemente verso Yoongi ,stava per partire. Egli mi squadrò un attimo e si mise la cinta. Non avevo la minima idea di dove si dovesse recare ma, l'unica chance per farmi portare al lavoro in tempo era esattamente lui. Feci un respiro profondo e chiesi gentilmente di abbassare il finestrino." Yoongi, potresti fare un favore?" dissi con tono calmo mentre stavo tremando internamente.

"Non eri di fretta?" Disse con il suo solito tono freddo guardandomi quasi disgustato e infastidito allo stesso tempo. "Si, soltanto che ho dimenticato le chiavi sia di casa e della macchina, non è che mi potresti portare fino alla scuola materna?" Dissi in modo convincente cercando di nascondere l'ansia che stavo provando mentre parlavo con il ragazzo si fronte a me. "Semplice, torni indietro e stai a posto." Il suo atteggiamento non mi tornava per nulla utile.

Yoongi, mi guardò un attimo e decise controvoglia di portarmi dopo la situazione spiegata. Salii in macchina e la prima cosa che dava sull'occhio erano i sedili ricoperti interamente di pelle. La mia teoria era giusta. Il mio vicino era per forza qualcuno di importante. Durante il viaggio non si sentii nessuna parola. Solo il rumore del vento causato da quella macchina sportiva ci faceva compagnia. Voltandomi lentamente verso il giovane, potevo notare i suoi capelli morbidi svolazzare a causa del finestrino aperto. Involontariamente, posai il mio sguardo verso ogni suo particolare per analizzarlo. Una di queste erano le sue mani.

Pallide anch'esse, attiravano la mia attenzione. Non avevo mai visto delle mani cosi sottili e allo stesso tempo venose. Cercando di ricordare qualche frammento del mio passato, l'unica mia idea formata su di lui era il suonare uno strumento. Scommetto che suona il pianoforte. Fui interrotta dall' mio pensiero dallo squillo proveniente dal mio cellulare. Controllai con la coda dell'occhio. Era mio padre nuovamente. Lasciai un attimo il telefono squillare senza rispondere. Per poi silenziarlo completamente. "Huh? Non rispondi?" Sentii la voce roca di Yoongi mentre stava guidando ad una certa velocità. "Non ho la minima voglia di sentire le stesse parole di mio padre ogni volta." dissi come se conoscesse la storia della mia famiglia da una vita.

Il ragazzo mi guardò con la coda dell'occhio sbuffando come se veramente sapessi di cosa stessi parlando in quell'istante. Il silenzio si fece presente nuovamente, ma cosa potevamo fare se non starcene in quello stesso silenzio creato da noi? In poco tempo, arrivai al luogo di lavoro e notai che mi stava aspettando la mia collega, Myriam. Yoongi mi fece un cenno e ripartì per la sua strada.

"Chi quel ragazzo, eh?" Chiese Myriam non che la mia unica amica e collega da poco tempo. Ad essere sincera non sopportavo questo suo carattere. Così invadente da dare sui nervi. Almeno in questo contesto. Odio le persone che insistono in argomenti personali. "È il mio nuovo vicino." Affermai mentre stavo entrando per prepararmi e andare con i bambini. "Oh, solo vicino? Sicura eh?" Disse sussurrando la ragazza provocandomi. Guardai la giovane donna fulminandola per qualche secondo per poi ignorarla proseguendo per il corridoio. "Dai Yousun, aspettami." Si lamentò lungo il corridoio.

Myriam, se si può dire, è stata una grazia di Dio in parole povere ma nello stesso tempo non lo era. Ricordo ancora quando mi ha ospitato in quella notte fredda a casa sua. Quella sera quando ho voluto cambiare stile di vita senza avvisare nessuno. Nonostante i due anni passati, ancora non sapevo come ringraziarla. Tutta la giornata prosegui con le sue solite domande invadenti. "Bhe, come è?" "Dalla tua faccia sembra che ti stia simpatico, vero?" "Da quel poco che ho visto è pure carino.. " "Eh su parla Yousun, che ti costa." "Non hai intenzione di dire nulla alla tua migliore amica?" Migliore amica? Pensavo di essere solamente la sua collega. Mi ero persa qualcosa come al solito. "Ci sei?" disse lei schioccandomi le dita davanti al mio viso.

La mia unica risposta fu solo un sospiro sperando che prima o poi la smettesse spostando l'attenzione verso il paesaggio circostante involontariamente. "Yousun~ ti sei scordata di prendere queste?" mi chiese la ragazza scuotendo un barattolo di pillole. Non sapevo di che stesse parlando in quel preciso istante. "Che intendi?" Alla mia domanda curiosa, Myriam mi guardò con uno sguardo stufo. "Il tuo trattamento per l'Adhd, ricordi?" Al sua risposta ricordai con difficoltà. "Oh. Giusto" risposi sorridendo. "Senza di me cosa faresti?" mi domandò la giovane per poi spostare lo sguardo verso il finestrino. Quelle orribili medicine sembravano incatenate al mio stesso corpo. Non mi fu ben spiegato il vero motivo del perché dovevo averle sempre appresso e del come ci sono arrivata a ingerirle.

𝑁𝑒𝑖𝑔ℎ𝑏𝑜𝑢𝑟~ 𝑀.𝑌𝑔 ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora