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Infondo, non poteva uccidermi vero?


Fui risvegliata dalla luce che trapassava le persiane. Girandomi verso il lato opposto del letto, notai Jimin dormire. "Perché proprio te?" sussurrai guardando il giovane. Tra tutte le persone del mondo, perché dovevo essere legata a questo brutto destino assieme a lui? Cercai di scendere dal letto senza fare rumore, ma la presa di Jimin, mi bloccò nel farlo. " Mh~ Yousun." Il mio nome appena mormorato dal giovane mi fece ribrezzo. Quella voce cosi tanto odiata, stava risultando alquanto soffocante alle mie orecchie. "Che." Sputai secco. Jimin non disse nulla, la sua presa stava diventando sempre più forte fino a quando, non mi avvicinai di nuovo a lui.

Le sue braccia, circondarono il mio corpo in un batter d'occhio. Il giovane, iniziò ad accarezzare il mio viso esausto, esattamente dove ieri mi aveva colpita. "Scusami Yousun." Le sue parole prive di verità, furono accompagnate da un bacio sulla fronte.

Quel suo bacio privo di sentimento, non provocò nulla in me. "Yousun, guardami." Jimin iniziò a parlarmi con un tono insolito. Mentre quelle parole stavano raggiungendo le mie orecchie, una delle sue mani stava ancora vagando sul mio viso. "Ti prometto che tutto andrà megl-." "Jimin, lo sappiamo entrambi andrà." Dissi per poi voltarmi e scendere dal letto. Nulla poteva andare meglio. Preferivo annegare nel mare che avevamo a pochi passi che vivere con lui.

"Ti sto dando un'altra opportunità. Non è difficile da comprendere."

"Ed io ti sto dando invitando nel non fiatare, grazie."

Quelle insolite parole, uscirono dalla mia bocca ancor prima di poterle formulare nella mia testa.

Jimin sospirò al mio comportamento come se fossi io il problema di questa strana relazione. Poteva anche esserlo, ma non avevo le prove per pensarlo. I minuti iniziarono a scorrere sempre nel loro modo interminabile. Nella sala, dove ieri sera incontrai nuovamente la mia famiglia, notai il solito tavolo enorme con tutti piatti argentati. "Yousun!" una voce maschile mi fece voltare verso di essa. Taehyung, vestito in modo piuttosto elegante,mi sorrise. Aspetta,Taehyung? Che ci faceva qui. "Non dovresti essere qui, vai prima che ti vedano." sussurrai a lui gesticolando. Senza nessuna esitazione, il giovane si chinò di poco verso il mio viso. "Questa sera, esci verso il mare." Disse sussurrando per poi assumere una postura composta alla vista di Jimin. "Ehm." Un suono infastidito provenii dal mio futuro marito. "Sono Jimin, piacere."

"Piacere mio, Taehyung."

N-Non si conoscevano? Perché davano un'aria cosi-

"Non ho la più pallida idea di cosa tu ci faccia qui ma..benvenuto?" continuò Jimin con tono confuso. Taehyung, si sedette per primo a tavola aspettando tutta la mia famiglia. Persino Jungkook si mostrò, cosa veramente rara. Come già menzionato in precedenza, la sua presenza era quasi del tutto inesistente. Forse qualcosa stava cambiando? Per tutta la mattinata, notai le aure di Taehyung e Jungkook incrociarsi diverse volte. Normalmente era un buon segno ma, quel color grigio non prometteva nulla di buono. I due, sembravano odiarsi. Forse, era veramente cosi. I loro sguardi pieni di ira, iniziarono a soffocare l'atmosfera che ci stava accompagnando in questo tremendo incontro. Un colpo di tosse provenii da mio padre facendo smettere i due di guardarsi. "Stavo dicendo, per il matrimonio di Yousun, dovremmo organizzarci meglio." A tavola, l'unico discorso disponibile, era il mio matrimonio. "Forse dovremmo andare qui, al mare, non è una buona idea?" propose mio padre. "No." La mia voce in completa negazione, assieme a quella di mia madre, fece cadere il silenzio nella stanza. proposta. "Non ricordi? Yousun, non può avvici-." Mia madre si bloccò per poi guardarmi. "No, non si può fare." Disse lei senza dare spiegazioni.

𝑁𝑒𝑖𝑔ℎ𝑏𝑜𝑢𝑟~ 𝑀.𝑌𝑔 ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora