È tutto falso

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-Non pensavo che anche io potessi avere un finale-

Dove Yoongi è uno studente ordinario che cerca un qualcosa che possa stravolgerlo, e Jimin sarà quel qualcosa.



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Yoongi's

Non sono mai stato un ragazzo che dava nell'occhio né tanto meno un personaggio che spiccava particolarmente in qualcosa; ero solo io, un ragazzo un po' bassino per la sua età con una strana passione per le cose categorizzate per ragazzacci, cosa che ovviamente non mi caratterizzava per niente, o almeno in parte.

Ho sempre pensato che il finale delle favole fosse una cosa irrealizzabile, una cosa come l'iperuranio di Platone, un mondo oltre i cieli nel quale sono racchiuse delle idee che possono essere concepite solo in quel mondo. Però, ahimè nel mio piccolo ho sempre sognato un finale fiabesco con un principe azzurro che mi porti via dalla mia monotonia o che semplicemente aggiunga un pizzico di colore a quel mondo che ormai vedevo grigio. Dopo esser stato cacciato via da casa per la mentalità chiusa della mia famiglia mi sono ritrovato disperatamente a trovare un lavoro che possa mantenermi o almeno un alloggio, ed anche a causa di questo mi sono ritrovato a pensare al senso della mia vita. Perché noi esseri umani studiamo? A cosa ci serve esattamente? A lavorare per mantenerci e mangiare? Ma allora non sarebbe meglio morire e non fare niente? Queste erano solo alcune delle domande che mi affliggevano la mente durante il mio lavoro, un lavoro modesto trovato pochi giorni dopo il mio sfratto da casa, per una cosa che sinceramente non posso né controllare né curare; che con il suo poco riusciva a mantenermi, anche grazie al suo proprietario.

Il proprietario che mi aveva accolto nel suo umile bar era un ragazzo sulla ventina o più; si chiamava Seokjin e dopo aver ascoltato quello che mi era accaduto si era offerto di darmi un posto di lavoro per potermi permettere qualche soldo, inoltre si era offerto di farmi alloggiare a casa sua fin quando non avessi avuto abbastanza soldi per riuscirmi a permettere un alloggio tutto mio. Era un ragazzo con il quale mi trovai quasi subito in sintonia, anche lui come me era gay ma non aveva avuto problemi con la sua famiglia, per questo motivo, era infatti sposato con un ragazzo più piccolo di lui: Namjoon si chiamava. Non avevo avuto molte occasioni per incontrarlo, anche perché tra scuola e lavoro non potevo permettermi troppo tempo libero, inoltre mi sentivo tremendamente in debito con Seokjin, quindi cercavo di fare il più possibile per aiutarlo.

Anche se all'inizio odiavo la monotonia che caratterizzava il mio essere ben presto mi ritrovai a seguire questa stessa routine noiosa e monotona ma abbastanza comune tra gli esseri umani, tutto ciò procedeva senza intoppi, e ben presto mi ritrovai a non farne a meno a causa di questo fattore esterno chiamato società, il quale mi imponeva questa routine per sopravvivere. Perché io stesso pur non apprezzandola la accoglievo a braccia aperte, perché ormai era diventata una parte di me, che probabilmente mi avrebbe accompagnato per tutta la vita.

Vi ricordate quando avevo detto: che senso aveva la vita? Perché dovessi vivere? Allora vi chiederete perché non la fai finita e basta? Bhe la risposta è semplice, anche se penso che tutto ciò non abbia senso, io, Min Yoongi, ho paura della morte. Sono molto scettico e un po' menefreghista ma ciò che si nasconde dietro la morte mi fa terribilmente paura. Così a causa di questo piccolo problema, sono dovuto finire in mezzo a questa routine.

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Dal giorno che ormai vorrei solo dimenticare passarono circa due anni, due anni senza genitori, due anni senza i loro contatti o semplicemente uno -stai bene?-. Nel mentre era giunto finalmente il mio penultimo anno di superiori quel giorno, ed eravamo rientrati a scuola dopo quel piccolo mese di vacanza che non si poteva nemmeno definire tale. Mi ero messo come al solito in una posizione abbastanza tattica non troppo dietro, ma nemmeno troppo davanti, non ero un ragazzo studioso ma potevo definirmi nella media. Non ero mai stato ultimo ma nemmeno primo, ero sempre nel mezzo della classifica e la cosa non mi faceva né caldo né freddo, insomma io davo quello che potevo l'importante per me era non dare nell'occhio ma stare nel mezzo affinché nessuno mi notasse. Essere notato, farsi amici, crearsi alleati non era una cosa che mi interessava particolarmente ed ora come ora non vedevo cosa avrebbe potuto trarmi da vantaggio da queste interazioni sociali, certo, se avessi avuto una vita più adagiata senza nessun tipo di problema forse, farmi degli amici non mi avrebbe scocciato più di tanto, ma dopo certi avvenimenti della vita il mio mondo si era scolorito, di un colore più debole. Vedevo il mondo senza colore senza dare importanza a ciò che mi succedeva intorno, perché non mi era mai interessato e non mi sarebbe mai interessato. Questo era ciò che almeno pensavo finché il mio mondo improvvisamente non si colorò con l'avvento di un ragazzo, che mi fece cambiare totalmente idea sulla vita. Ed è qui che inizia la mia storia.

Monotono - YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora