𝕮𝖔𝖒𝖊 𝖚𝖓'𝖆𝖊𝖗𝖔𝖕𝖑𝖆𝖓𝖔 𝖉𝖎 𝖈𝖆𝖗𝖙𝖆 𝖉𝖊𝖘𝖙𝖎𝖓𝖆𝖙𝖔 𝖆 𝖈𝖆𝖉𝖊𝖗𝖊 𝖆𝖑𝖑𝖆 𝖕𝖗𝖎𝖒𝖆 𝖕𝖎𝖔𝖌𝖌𝖎𝖆
Quella mattina il sole illuminava entrambi i volti dei ragazzi in quella casa...
Il dolce viso di Hani mise le sue mani sopra gli occhi per evitare quella luce irritante. Si girò più volte in quel letto finché non decise di aprire gli occhi. Osservò il soffitto bianco per qualche secondo. Era stanca ma decise comunque di alzarsi.
Nell'altra stanza Sanho osservava il vuoto. Il suo respiro era sparito ed il suo cuore non batteva.
Nemmeno quella luce accecante riusciva a svegliarlo.
Fuori da quella stanza pareva una così normale giornata eppure, in quella camera, nulla era come prima.
Si sentì battere alla porta della camera. Prima era un battito leggero che diventò, a poco a poco, sempre più veloce e nervoso.
Decise di entrare senza chiedere il permesso.
Vide il maggiore disteso nel letto.
I capelli biondi gli scendevano sul viso pallido. L'espressione, a prima vista, pareva tutt'altro che sofferente e morente. Era tutto il contrario, era rilassato e più che viva.
A chiunque, ad una prima occhiata, sarebbe sembrato un giovane ragazzo addormentato e stanco dopo una lunga giornata.
Eppure, ad uno sguardo più attento si notava la vitalità di Sanho svanire nel nulla.
Al posto di quel viso dolce e da bambino si potevano chiaramente vedere i peccati di quella sua anima.
L'impurità iniziò a salire verso la luce.
E come fece il ritratto di Dorian Gray, anche Sanho stava lentamente diventando più simile alla sua anima; sempre più magro, sempre più bianco, sempre più freddo.
Ed anche se la loro storia era molto diversa, possedevano in comune tutti quei peccati.
Entrambi così belli.
Entrambi così sporchi dentro.
Entrambi morti.
E mentre Haneul si avvicinava al biondo si stava accorgendo che qualcosa non andava bene.
Eppure il cuore le batteva forte e gli occhi diventavano, a poco a poco, sempre più lucidi.
-Sanho?- sussurrò poggiando una mano sul suo viso.
Sentì il freddo, poi il suo respiro inesistente.
Adagió il palmo sul petto del fratello.
Niente.
Ecco quello che sentì.
-Sanho... perché mi hai lasciata così?- furono le sue parole prima di scoppiare in un pianto che non si sarebbe fermato presto.
La vista le si annebbiò. Pareva di trovarsi in campo infinito sul quale era calata la nebbia.
Quel posto era come il suo cuore....
Vuoto.
Non era una situazione che accadeva a chiunque. Non tutti, al loro risveglio, trovavano il corpo senza vita di un fratello tanto amato.
Ed in quel momento pieno di confusione ti chiedi solamente cosa fare.
Nella giovane mente della piccola ragazza venivano alla luce le più improbabili idee.
Dovunque il fratello si trovasse, lei avrebbe voluto raggiungerlo.
Voleva essere di nuovo tenuta fra le sue braccia.
In quei secondi passarono di fronte ai sui occhi i momenti spesi con Sanho.
Tutti i sorrisi, tutti i pianti, tutto il dolore. Voleva ritornare in dietro e rivivere tutto dall'inizio.
Solo una seconda volta, in modo da godere al massimo quei attimi di gioia con la consapevolezza che un giorno sarebbero finiti.
Un lato della piccola Hani non voleva crederci. Avrebbe voluto che tutto quel che era successo fosse uno stupido scherzo.
Eppure era così reale. Gli scherzi non erano così realistici a meno che non fosse uno scherzo del destino.
A quel punto tutto il muro di allegria iniziò a crollare.
Chissà quanto tempo ci impiegherà?
Chissà quando quella maschera si sgretolerà?
Perché in fin dei conti tutte le maschere prima o poi cedono. Il materiale di cui sono fatte non sono perenni.
E mai lo saranno.
Erano tutte così diverse eppure così uguali. Tutte destinate a morire.
Come un'aeroplano di carta destinato a cadere alla prima pioggia.
Le lacrime di Haneul avevano lo stesso ruolo della pioggia in questa triste commedia: facevano sciogliere quella maschera di allegria.
E dopo questa lunga riflessione accadero così tante cose che a spiegarle veniva il mal di testa.
Telefoni che squillavano, pianti senza fine, agitazione, luci, sirene, uomini sconosciuti che allantonavano i due ragazzi, l'uno dall'altra.
Lei piangeva.
Lui ormai non poteva più.
Lei lottava per rimanere altri due minuti con il fratello.
Lui si lasciava andare come qualsiasi altro morto sulla faccia della Terra.
Porte che sbattevano.
Qualcuno stava entrando in casa violentemente.
Delle braccia famigliari si trovavano intorno al suo corpo ed una mano conosciuta le accarezzavano i capelli.
-Mamma... papà- riusciva a malapena a parlare.
-io non so cosa sia successo... io...-
Cercava di spiegare quello che aveva visto e quello che provava ma le parole faticavano ad uscire.
Si fermavano tutti in gola.
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~𝕰𝖋𝖋𝖊𝖙𝖙𝖔 𝕯𝖔𝖒𝖎𝖓𝖔~
FanfictionLa vita di Hani era normale. Aveva terminato il quarto anno di liceo, possedeva una famiglia meravigliosa ed unita e gli amici non le mancavano. Era tutto perfetto finché un giorno ci fu lo strano e misterioso omicidio di suo fratello. Improvvisame...