Dopo la morte di Leo, non sono andata a scuola per 3 settimane.
Non riuscivo a realizzare la sua mancanza.
Un giorno prima scherzavamo o in tre.
Un giorno dopo ci disperavamo in due.
Dopo la morte di Leo, non uscivo più di casa.
Non riuscivo a vivere in un mondo senza Leo.
Se uscivo andavo al cimitero, e durante tragitto compravo un frappè da Fiore Dolce, la gelateria preferita di Leo.Non volevo neanche vedere Wendy, volevo vedere solo Leo.
Ma non potevo, ormai non più.
Io e Wendy ci chiamavano ogni sera.
Con voci strazianti ci raccontavamo della giornata.
Mia sorella cercava di consolarmi, ma finivamo per deprimerci insieme.
Per lei Leo era come un fratellone.
I miei genitori erano sconvolti.
In quei giorni in casa nostra non c'era profumo di cena e di allegria, c'era puzza di muffa e di malinconia.Una parte di me era devastata, ma l'altra parte era felice perché sapeva che Leo era libero e felice.
Ormai erano tante settimane che non vedevo i miei compagni di classe.
Erano settimane che non vedevo Wendy, la mia amata Wendy...
Erano settimane che non la vedevo...
Poi qualcuno bussò alla porta della mia stanza..
STAI LEGGENDO
Noi e la nostra storia "anormale".
RomanceL'amore non proviene dai sessi, ma dalle persone.