Capitolo I

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Ho scritto il capitolo con questa canzone👆🏽, leggetelo ascoltandola ( Billie Eilish: Everithing I Wanted)
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Osservo le bolle di acqua nel padellino per qualche secondo mentre mi lego la mia indomabile chioma di riccioli, appena finisco servo nelle tazze l'acqua bollente e metto una bustina di té in ciascuna di esse.
《Fai attenzione Olly è bollente!》 Dico mentre mi siedo per fare colazione, lei mi guarda come per dirmi "ora basta tutte le mattine la stessa frase" e io rido leggermente, Lewis invece è molto occupato a gustarsi i suoi biscotti per prestarci attenzione.
《Allora pronti per il vostro nuovo primo giorno di scuola ? 》 chiedo per rompere il silenzio.
《Assolutamente no!》 Dicono entrambi.
Dopo la colazione aiuto Olly a vestirsi e le do le sue medicine, anche oggi mi sembra più pallida del solito.
Mi sono già preparata prima di fare colazione quindi devo solo portare Olly e Lewis da Jenny, la nostra vicina di casa e anche baby sitter a gratis delle mie due pulci. Jenny è una donna sulla cinquantina, ha i capelli corti ormai grigi, ha una olivastra ricoperta da rughe, i suoi occhi sono verdi e ha un sorriso davvero luminoso anche se ha qualche dente in meno. La trovo come ogni mattina sui gradini di casa sua che fuma la sua solita sigaretta.
《Buongiorno Jenny, te li lascio che sono già in ritardo》 spegne la sigaretta sul muretto e prende con se Olly e Lewis.
《Certo tesoro, vai pure li porto io questi due marmocchi a scuola》 dice scompigliando i dread di Lewis, mi fa l'occhiolino e dopo avergli offerto un sorriso me ne vado quasi a corse per non perdere il pullman.
Appena arrivo alla fermata mi sale l'ansia, non sono pronta ad affrontare un nuovo anno scolastico, ma mi faccio coraggio e salgo sul pullman appena arriva, mi siedo sul primo posto che trovo e infilo le cuffiette.
Osservo la strada passarmi davanti agli occhi le macchine e le persone frettolose che si dirigono verso il loro lavoro o la loro scuola.
La musica mi rimbomba nelle orecchie ma sembra che i miei pensieri facciano più rumore.
Spero solo che in questa estate si siano tutti dimenticati di me, voglio evitare i problemi, voglio vivere il mio ultimo anno di liceo tranquillamente.
Ed eccoci, davanti alla mia scuola, non è cambiato assolutamente nulla, tutto è uguale all'anno scorso, gli stessi muri bordeau, la stessa stradina di sassolini, lo stesso cancello nero, gli stessi alunni, nelle stesse uniformi, la stessa orrenda uniforme beige e bianca che porto anche io.
(Un pantalone beige e una camicia bianca con il logo della scuola in alto a destra.)
Osservo il cancello enorme che si trova davanti a me e dopo un respiro profondo mi decido ad entrare, cammino a testa basta guardando le piastrelle dei corridoi e infine arrivo nella mia classe, nessuno sembra ricordarsi di me fortunatamente, almeno per il momento.
Ormai la classe è piena di alunni, alcuni mi porgono degli sguardi pieni di disgusto e nulla io li evito.
Infine il prof di storia entra e iniziamo la lezione.
Appena finiscono le lezioni decido di avviarmi verso la fermata del pullman quando vedo la testa bionda di Josh il mio ex davanti alla porta del liceo e cambio direzione.
È appoggiato sulla sua moto e vende quella che sicuramente è droga a qualche alunno del liceo.
Mi avvio arrabbiata verso di lui perché mi aveva promesso di smettere di spacciare e soprattutto di non farlo qui.
《 Che stai facendo Josh!? Che ci fai qui?! Avevi promesso di non vendere più questo schifo》 gli strappo dalle mani la bustina di pasticche che aveva tra le mani e la lancio per terra.
《 Qual'è il tuo problema Jo!? Che ti importa dopotutto mi hai lasciato, non sono più affari tuoi, dovrò pur guadagnare qualcosa no? 》 fa un sorrisetto provocatorio e la rabbia sale, se l'ho lasciato è appunto perché vendeva questo schifo. So che lo faceva per pagare le medicine per sua nonna, ma può benissimo trovare un lavoro come ho fatto io .
《 Trovati un vero lavoro, io l'ho fatto fallo anche tu, non rovinare la vita delle altre persone con la droga cavoli! 》Josh si avvicina a me di un passo e inizio a tremare, non capisco perché mi fa ancora questo effetto.
Continua ad avvicinarsi e poggia la sua mano calda sul mio fianco e non capisco perché non mi muovo da li.
Mi sussurra all'orecchio 《 Non sei tu che devi dirmi come devo guadagnare la mia vita Jo, non sono un povero illuso come te che pensa vivere con quella miseria che ti pagano per servire a dei tavoli》 La rabbia mi fa reagire cosi gli do uno spintone.
《 Vaffanculo Josh sparisci,sei solo un'idiota, non ti -》 vengo interrotta da una voce profonda, pesante e roca alle mie spalle.
《 Quanto costa questa?》 Chiede Dylan Adams uno dei ragazzi più "popolari" della scuola porgendomi la bustina che poco fa avevo lanciato per terra.
《 Non c'è nulla da vendere qui, vattene, anche te Josh vattene e non tornare mi hai capito?!》 Lui fa una risata e poi si decide ad andarsene.
Mi giro e mi scontro contro Dylan, giusto non ve l'ho nemmeno presentato, lui e il ragazzo che mi odia (e io odio lui), fa tutto il necessario per rovinarmi l'esistenza, dall'anno scorso, vabbè lasciamo stare. Non so nemmeno perché mi odia.
《 Che ci fai ancora qui tu? 》 chiedo schietta 《 Non mi hai ancora risposto, quanto costa la bustina?》gli do una spallata e lo supero ma lui mi blocca la strada.
《 Dai dimmelo sono sicuro che una come te, sa quanto costa》 la voglia di dargli una sberla è alta ma decido di contenermi. Cosa vuol dire" una come me" ? Dio che nervi!
《 Non comprare quello schifo Dylan, ti rovinerai sicuramente, e non ti dirò quanto costa perché non lo so ora lasciami andare che sennò perdo il pullman.》
Lui ride e mi prende il braccio in una stretta piena di prepotenza.
《 Dai dimmelo, come ti chiami ancora? Ah si Jo! Avanti Jo dimmelo vuoi 100 dollari, 50 magari?》 Ha ancora quel sorriso diabolico stampato in faccia il ciò mi innervosisce.
《Ti ho già detto che non lo so, ora mollami !》 Guardo verso la fermata del pullman e sta andando.
《 DYLAN MOLLAMI IL PULLMAN STA ANDANDO!》 Lui ride e decide di mollarmi corro per fermarlo ma ormai è troppo tardi. Sento la sua risata alle mie spalle e mi avvio verso di lui a passi da gigante. Lo spingo urlandogli addosso.
《 Ti odio Dylan! Ti odio, non hai proprio nulla da fare nella tua vita ?! Devi per forza infastidirmi》 lo spingo di nuovo ma mi fermo quando il mio cellulare suona.
Resto sorpresa quando leggo "Mamma" sullo schermo, non mi chiama mai. Decido di rispondere.

_ Pronto, mamma che succede?
_ Devi andare a scuola da Lewis la preside mi ha chiamato dicendo che ha fatto a pugni con un suo compagno e non posso andare, vai tu.
_ Okay, vado.

Chiudo la chiamata e mi passo le mani sul viso sospirando.
《 Che succede?》 Chiede ancora quella voce profonda.
《Sei ancora qui? Comunque nulla che ti possa interessare.》 Inizio a camminare verso la fermata per aspettare che arrivi il prossimo autobus. E quell'idiota di Dylan mi segue.
《 Dai Jo dimmi che succede》 dice lui ridacchiando
《Devo fare una cosa importante e ho perso il pullman per colpa tua》 mi ritrovo non so come sulla sua spalla mentre cammina verso la sua auto. 《 Che fai Dylan, mettimi subito giù !》 Gli do dei pugni sulla schiena ma non sembra che gli facciano del male.
《 Ti ci porto io, così potrò divertirmi un'altro po' a disturbarti》 mi poggia sul sedile e si siede accanto a me.
《 Allora dove dobbiamo andare?》 Lo guardo malissimo ma decido di non fare storie e gli dico il nome della scuola di mio fratello.
Non posso credere di essere nella macchina di questo malato, ma chi me lo fa fare!
Mi metto a guardare fuori dal finestrino per evitare di insultarlo o picchiarlo e procediamo la strada in silenzio.
《 Che devi fare in quella scuola? 》 mi chiede Dylan dopo qualche minuto di tragitto.
《 Nulla che ti riguardi.》rispondo senza nemmeno guardarlo.
《 Jocelyn, guarda che ti lascio qui se non mi dici che devi fare lì》 dice fermando la macchina, mi giro verso di lui e decido di rispondergli.
《 Devo andare a prendere mio fratello ora parti per favore .》, ritorno a guardare fuori dal finestrino e dopo qualche minuti che mi sono sembrati ore arriviamo davanti alla scuola. Così senza nemmeno salutarlo esco dalla sua macchina e vado.

Jocelyne Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora